Se un marchio storico come Mercedes-Benz ha battezzato a inizio 2022 la sua divisione mobility nello stesso giorno, il 29 gennaio, in cui nel 1886 l’ingegnere Carl Friedrich Benz fece domanda di brevetto per la sua prima vettura, vuol dire che per l’industria dell’automotive la mobilità intelligente e sostenibile è l’inizio di una nuova era. La speranza di una rinascita dopo anni difficili, dal dieselgate (lo scandalo delle manipolazioni delle emissioni dei motori diesel Volkswagen, 2015) alla pandemia (primavera 2020).
Dalla vendita di un prodotto all’offerta di un servizio: la rivoluzione dell’automotive
I grandi produttori dell’automotive sono al lavoro per immaginare un futuro che non li veda più solo come costruttori di auto: hanno cominciato a mettere il loro marchio su bici e monopattini, studiano veicoli leggeri per muoversi in città con un minore impatto ambientale e soprattutto si stanno attrezzando per passare dalla vendita di un prodotto verso l’offerta di servizi di mobilità. Del resto il mercato è in costante contrazione (in Italia ad aprile si è registrato un crollo del 33% rispetto allo stesso mese del 2021) per diverse ragioni, dalla pandemia alla mancanza di chip, ma anche per la crescita parallela dei servizi di smart mobility che, soprattutto nelle città, permettono di muoversi più velocemente e ridurre le emissioni di co2. La sostenibilità è un valore per le nuove generazioni che si fa sentire sui conti economici delle grandi aziende.
Tutto è cominciato con il car sharing, oltre 10 anni fa (il debutto di Car2Go risale al 2008 ma in Italia arrivò nel 2013, a Milano), con Mercedes che propone su larga scala la possibilità di affittare una Smart per il tempo che serve. L’auto condivisa ha avuto una battuta d’arresto durante l’emergenza sanitaria, ma è ormai un modello su cui punta adesso Stellantis (la casa nata dalla fusione di Fca e Psa): con la sua divisione di mobilità Free2Move a inizio maggio ha acquisito proprio da Mercedes ShareNow (il nome preso da Car2Go dopo la fusione con l’analogo servizio di Bmw). Obiettivo: la leadership globale, grazie all’importante presenza di Stellantis negli Stati Uniti, che manca alla casa tedesca.
La smart mobility secondo Mercedes e la “renaulution” di Renault
Di certo Mercedes non ha rinunciato alla nuova mobilità. Produce bici, la nuova divisione propone numerose soluzioni per la gestione di servizi di mobilità individuali e delle aziende, ragiona sui dati e sulle smart city e pensa al futuro in cui l’auto non sarà più solo un mezzo di trasporto, ma un luogo di intrattenimento (con la guida autonoma potremo anche guardare un film o una lezione in tv) e un sistema di pagamento. Mercedes punta a diventare la prima azienda in Europa a permettere i pagamenti con l’auto, in partnership con Visa entro il 2022, a partire da Gran Bretagna e Germania.
L’energia e la mobilità sono il punto di arrivo del piano strategico di Renault che il ceo Luca De Meo ha chiamato ‘Renaulution’. L’elettrificazione è al primo posto e prevede tre fasi: ‘Risurrezione’ (e la parola dice già molto sullo stato dell’industria), ‘Rinnovamento’ fino al 2025 e, dopo, ‘Rivoluzione’: fare business con la tecnologia, i dati, l’energia e la mobilità e non più con la vendita delle auto. Per questa nuova frontiera Renault, che produce anche monopattini e bici elettriche pieghevoli, ha creato una società dedicata, Mobilize, che ha appena compiuto un anno e ha come slogan “Beyond automotive”. Andare oltre la missione tradizionale delle case automobilistiche: non vendere più (solo) prodotti ma servizi in abbonamento, da pochi minuti a diversi mesi. Dopo Spagna e Francia, in maggio, ha debuttato a Milano il suo servizio di car sharing, Zity, totalmente elettrico.
La mobilità di Toyota come quella di Goku
Toyota ha invece scelto di mettere a disposizione da 30 minuti in poi praticamente il suo parco auto. Il servizio si chiama Kinto, dalla parola giapponese Kintoun, la nuvola volante che trasporta Goku, il protagonista del cartone animato Dragon Ball. Il messaggio è chiaro: vi aiutiamo a muovervi nel modo più leggero e flessibile possibile, persino a Venezia dove è il primo car sharing disponibile. Ma non c’è solo l’auto: con Kinto Join si fa car sharing con i colleghi per andare da casa al lavoro, con Kinto Go, invece, si possono comprare biglietti del trasporto locale, del treno, prendere e pagare taxi, parcheggi.
Il futuro è mobile e non necessariamente su auto. Basti vedere il progetto di e-bike di Bmw per la mobilità urbana: Vision Amby (che sta per adaptive mobility), su tre livelli di velocità, una versione motorad con acceleratore e pedana, come uno scooter, telaio aggressivo con alloggiamento per lo smartphone e autonomia fino a 300 chilometri, solo tre ore per la ricarica.
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