Articolo tratto dal numero di dicembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
L’agenda del direttore marketing e comunicazione di una multinazionale della consulenza strategica è necessariamente affollata. Prendiamo per esempio quella di Paola Mascaro, che per Accenture si divide tra Italia, Europa Centrale e Grecia, seguendo una routine giornaliera ferrea: sveglia alle 7.30, colazione e ascolto delle news alla radio. Poi rassegna stampa e agenda. “Alle 9 iniziano i meeting, in presenza o virtuali, con altri leader di Accenture o interlocutori esterni”, spiega. “Partecipo inoltre agli incontri periodici internazionali e, nonostante la moltitudine di impegni, non trascuro di dedicare tempo alle relazioni con il mio network: relazioni professionali che possono arricchire l’esperienza e generare nuove idee e opportunità”. Insomma, giornate lunghe, ma mai uguali alle precedenti.
Laurea in storia contemporanea presso la facoltà di Lettere e filosofia, un master in programmazione neurolinguistica, Paola è dei gemelli e racconta di aver scelto il mondo della comunicazione perché “il suo segno zodiacale non le avrebbe permesso altrimenti (ride, ndr)”. Da piccola era una bambina molto curiosa. Persino le fiabe della sera erano oggetto di reinterpretazione, per rispondere alla sua costante domanda: ‘E dopo cosa è successo?’. Non aveva una precisa vocazione, ma nel 1998 è approdata in Accenture grazie all’intuito di un head hunter.
“All’epoca la società si chiamava Andersen Consulting. Ci sono rimasta dieci anni, occupandomi di diverse aree del marketing e della comunicazione”. Nel 2009 è passata a General Electric. “Qui ho ampliato il mio bagaglio di competenze, prendendo parte all’acquisizione di una grande realtà italiana e assumendo la responsabilità dei rapporti istituzionali”, ricorda.
Lo scorso anno ha accettato una nuova sfida: guidare il marketing e la comunicazione di Accenture in un perimetro molto ampio, fatto di 8 Paesi e 19 industrie, oltre al candidate marketing e alla comunicazione corporate. “Ho ritrovato una società più ricca e complessa, per dimensioni e servizi, un team preparato e creativo e leader di grande valore, la cui visione di innovazione poggia sulla combinazione tra tecnologia e ingegno umano come chiave per aiutare i talenti a rispondere al cambiamento”. Mascaro è stata anche presidente di Valore D, associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva per la crescita delle aziende italiane.
“Quando mi sono candidata avevo in mente alcuni obiettivi, tra cui quello di fare diventare l’associazione un punto di riferimento per le istituzioni del Paese e rinnovare l’offerta formativa”. Mai, però, avrebbe potuto prevedere la pandemia e i suoi effetti: “Abbiamo accelerato la trasformazione dei servizi formativi, forzandoci a un rapido processo di digitalizzazione. Dovevamo portare i servizi di Valore D a casa delle persone, trasformando il lockdown in un’opportunità”.
In ambito istituzionale, Mascaro è riuscita ad avviare un dialogo molto proficuo. Nel 2020 è stata stata chiamata a far parte della task force Donne per un Nuovo Rinascimento, voluta dall’allora ministra per la Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, che ha avuto il compito di tracciare la strategia per l’inclusione di genere del nostro Paese. “Molto di quel lavoro è oggi incluso nel Pnrr. Tra i risultati di cui vado più fiera, visto il contributo diretto di Valore D, c’è la legge sulla certificazione di genere nelle imprese”.
Infine, nel 2021, anno della presidenza italiana del G20, la manager è stata nominata presidente di G20 Empower, alleanza che riunisce i leader del settore privato e le controparti governative per sostenere e promuovere l’avanzamento femminile nelle posizioni apicali. Un’esperienza che ha coinvolto oltre 90 ceo di aziende presenti in Italia e 500 in tutto il mondo.
Ma cosa dovrebbe cambiare in Italia per avere una cultura più inclusiva nel lavoro? “Un cambiamento culturale richiede tempo e il mondo del lavoro non può essere guardato separatamente dalla società e dalla cultura. L’uno influenza l’altro e abbiamo bisogno di un impegno integrato tra imprese, istituzioni e scuola. Al ritmo attuale, occorreranno 140 anni per una piena equità di genere”. Per Mascaro, l’accelerazione passa da alcune scelte strategiche. E ci vorrebbe una nuova narrativa che avvicini le ragazze alle materie Stem sin dalla scuola dell’obbligo.
E poi, ancora, migliori infrastrutture che supportino le famiglie e le politiche aziendali per eque opportunità. Nel 2012, sulla scia dell’impegno a favore dell’equità di genere, la manager ha dato vita al percorso di formazione In the Boardroom, rivolto a donne che vogliono accedere ai consigli di amministrazione. “È nato in concomitanza con la legge Golfo- Mosca, grazie all’intuizione di un piccolo gruppo di professionisti, al quale si sono aggiunte nel tempo preziose testimonianze. Finora il progetto ha formato oltre 400 donne, molte delle quali siedono nei cda”.
Dal 2021 l’iniziativa ha aperto le porte anche agli uomini, per creare un laboratorio dove sperimentare le dinamiche di board eterogenei. “A distanza di un anno, questa scelta è oggi accolta con favore ed è stata pienamente compresa”. Paola oggi vive a Milano e quando non lavora (fatto raro) le piace viaggiare e cucinare: “In fondo sono sempre io, con le stesse caratteristiche che mi hanno indirizzata professionalmente e mi orientano nella sfera privata. Anche la cucina, come il business, richiede creatività, disciplina e molta cura. Credo che sia anche una specie di meditazione per me”. Nel futuro, l’esigenza di continuare a sperimentare e di restare fuori dalla comfort zone: “Gli ultimi anni sono stati un vortice di straordinari impegni. Una cosa è certa: la mia passione professionale resiste al tempo, così come il mio impegno per una leadership più inclusiva”.
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