Era già nell’aria. Nei giorni scorsi si vociferava l’intenzione di Microsoft di tagliare migliaia di posti di lavoro nelle divisioni hr e ingegneria. L’emittente britannica Sky News ha riferito, citando alcune fonti, che l’azienda di Redmond intendeva tagliare circa il 5% della sua forza lavoro, ovvero circa 11.000 risorse. Oggi il colosso tecnologico ha confermato i rumors.
“Da un punto di vista più generale, questi licenziamenti in Microsoft suggeriscono che la situazione nel settore della tecnologia non sta migliorando e probabilmente continuerà a peggiorare”, ha dichiarato Dan Romanoff, analista di Morningstar.
Attualmente l’azienda fondata da Bill Gates, che vale più di 1.700 miliardi di dollari, conta oltre 220.000 lavoratori. L’annuncio dei licenziamenti è arrivato, come previsto, poco prima che Satya Nadella, presidente e amministratore delegato di Microsoft, renda noti gli utili del secondo trimestre e aggiorni gli investitori sulla performance finanziaria dell’azienda, il 24 gennaio.
Contestualmente Microsoft è in trattative per investire 10 miliardi di dollari in OpenAI, la società proprietaria di ChatGPT, il software applicativo progettato per imitare le conversazioni umane in base alle richieste degli utenti
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I tagli delle Big Tech
La notizia arriva in un momento critico per le big tech. Dopo i circa 152mila licenziamenti registrati nel mondo del tech nel 2022, Amazon dà il via oggi alla prima grande ondata di licenziamenti del 2023 che, secondo Forbes, dovrebbero attanagliare l’intero settore almeno fino alla prima parte dell’anno.
In una nota ufficiale, Andy Jassy, ceo di Amazon, ha infatti rivelato che a partire da oggi, 18 gennaio la società licenzierà poco più di 18mila lavoratori. “Siamo profondamente consapevoli che questi allontanamenti sono difficili per le persone. Di conseguenza, non prendiamo queste decisioni alla leggera, né sottovalutiamo quanto potrebbero influenzare la vita di coloro che ne sono colpiti”, ha dichiarato il successore di Jeff Bezos. “Stiamo lavorando – assicura – per supportare coloro che ne sono colpiti e stiamo fornendo pacchetti che includono un’indennità di separazione, prestazioni di assicurazione sanitaria transitoria e supporto per l’inserimento lavorativo esterno”.
I tagli hanno riguardato anche altri giganti della tecnologia. A novembre Zuckerberg ha tagliato il 13% della forza lavoro della società Meta, licenziando 11mila persone. Anche Musk, dopo avere preso il controllo di Twitter in ottobre, ha tagliato circa la metà della sua forza lavoro, eliminando 3.700 dipendenti (molti altri se ne sono andati volontariamente).
Le grandi aziende tecnologiche sono state costrette a reagire ai segnali di rallentamento dell’economia globale e molte hanno dovuto fare i conti con le assunzioni fatte durante la pandemia per rispondere al boom della tecnologia a causa delle restrizioni che hanno costretto gran parte della popolazione a cambiare abitudini.
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