Trash Italiano
Under 30

Chi è l’under 30 che ha fondato Trash Italiano, il fenomeno social che intrattiene oltre 6,5 milioni di follower

Dai meme su Twitter al mondo dell’intrattenimento nella sua totalità: tv, musica, attualità e web. Il fenomeno-web Trash Italiano è nato dalla mente di Marco D’Annolfi, classe 1993, che un giorno ha deciso di aprire un account su Twitter “per commentare in chiave ironica gli show televisivi”. In poco tempo l’account ha raggiunto migliaia di persone e D’Annolfi ha deciso di aprire altri canali social e un sito web. “Inizialmente Trash Italiano era un account personale”, racconta il fondatore, “Non c’era nulla di pianificato: nessuna strategia, nessun piano editoriale, nessuna idea di ciò che sarebbe potuto diventare”. Poi la svolta.

“Dopo circa 3 anni”, continua D’Annolfi, “sia per il modo di comunicare che per il pubblico in crescita, sono arrivate le prime collaborazioni, i primi inviti agli eventi legati al mondo dello spettacolo e il supporto di molti personaggi pubblici che hanno iniziato a seguire Trash Italiano”. La pagina è definitivamente esplosa nel 2020 quando è arrivata al grande pubblico iniziando a trattare anche altri argomenti, sempre con lo stesso stile. Il segreto? “La spontaneità”, svela D’Annolfi. Ora Trash Italiano ha un pubblico di circa 6 milioni e mezzo di utenti tra Instagram e Twitter.

Com’è nata l’idea?

Trash Italiano è nato nel 2013 per puro caso. In Italia non erano ancora diffusi contenuti multimediali come gif e meme legati al mondo della televisione italiana. Ho creato dunque un account Twitter per commentare in chiave ironica gli show televisivi e pubblicare i relativi contenuti. In poco tempo l’account ha raggiunto migliaia di persone. Da lì l’apertura degli altri canali social e del sito web.

Ci racconti la crescita del progetto negli anni?

Inizialmente Trash Italiano era un account personale, utilizzato per commentare in modo ironico i programmi televisivi. Non c’era nulla di pianificato: nessuna strategia, nessun piano editoriale, nessuna idea di ciò che sarebbe potuto diventare. Dopo circa 3 anni, sia per il modo di comunicare che per il pubblico in crescita, diverse aziende hanno iniziato a comprendere il potenziale della pagina. Sono arrivate quindi le prime collaborazioni, i primi inviti agli eventi legati al mondo dello spettacolo e il supporto di molti personaggi pubblici che hanno iniziato a seguire Trash Italiano. Da lì ho capito che questo sarebbe diventato il mio nuovo lavoro. Attualmente Trash Italiano si occupa del mondo dell’intrattenimento in generale, spaziando tra tv, musica, attualità e web.

Quando è definitivamente “esploso”?

Tra il 2017 e il 2018 Trash Italiano è diventato molto conosciuto tra i protagonisti, i produttori e i fan del mondo televisivo. Nel 2020 invece la pagina è arrivata al grande pubblico: iniziando a trattare anche altri argomenti, sempre con lo stesso stile, la platea si è inevitabilmente ampliata.

Quale credi sia il segreto del tuo successo?

La cosa che forse ha permesso a Trash Italiano di crescere così tanto è la totale spontaneità, sia nella creazione dei contenuti che nella pubblicazione. Per esempio io non ho orari, pubblico semplicemente quando sento il bisogno di farlo. Per quanto riguarda gli argomenti, non mi focalizzo solo su un tema, ma parlo di ciò che incuriosisce me e che credo possa incuriosire anche gli altri. Tv, musica, attualità, calcio: non mi sono mai posto limiti. La community ha reagito molto bene a questo mio modo di comunicare, e ne sono felice.

Da quante persone e quali ruoli è composto il team che ti supporta?

La community è ormai abituata al mio modo di comunicare, e molti dei followers, soprattutto quelli che mi seguono da più tempo, sanno che ci sono io dietro al progetto. Per questo motivo continuo a seguire personalmente la linea editoriale e la comunicazione di Trash Italiano, così che gli utenti non debbano rinunciare allo stile a cui sono affezionati da anni. Vengo però supportato da un’agenzia, che si occupa di tutta la parte commerciale, e da collaboratori che mi aiutano in diversi periodi dell’anno, quando c’è necessità di produrre di più e di creare contenuti specifici.

La gestione di Trash Italiano è il tuo lavoro principale? 

Circa 10 anni fa ho aperto un’attività, nel settore sanitario, insieme alla mia famiglia. Poi è arrivato Trash Italiano, che solo negli ultimi anni è diventato un lavoro a tempo pieno e di conseguenza il mio lavoro principale. Passo le giornate alla ricerca di contenuti ideali da pubblicare, inoltre le collaborazioni con aziende e brand mi hanno permesso di diventare indipendente economicamente. Non ho smesso però di aiutare la mia famiglia con l’attività principale: continuo a svolgere a distanza tutta la parte burocratica.

Hai progetti per il futuro?

Grazie ai numeri (ad esempio è stato l’account più influente e seguito durante l’ultimo Festival di Sanremo con oltre 300 milioni di views), al know how e alla riconoscibilità acquisita nel tempo, vorrei Trash Italiano si affermasse stabilmente come una realtà tra i media italiani legati all’intrattenimento e all’informazione.

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