Articolo apparso sul numero di aprile 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Proteggere una vasta gamma di eccellenze gastronomiche italiane, mettendo al centro qualità e benessere. È lo scopo del progetto portato avanti da Riccardo Illy e dal gruppo Polo del Gusto. Un lavoro che accomuna sotto la complementarità dei prodotti e l’unione d’impresa i propri valori. Dal rafforzamento delle posizioni sul mercato di piccoli produttori a una consapevolezza sempre più affinata della sostenibilità alimentare.
In questi ultimi anni il tema della salvaguardia dei prodotti simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana è più forte che mai. In che modo noi cittadini, le aziende e le organizzazioni mondiali possono contribuire a questo obiettivo nel lungo periodo?
La salvaguardia dei nostri prodotti è un tema forte e soprattutto complesso. La ricchezza dei nostri prodotti è un racconto della bellezza e diversità del territorio dell’Italia. Dietro questa straordinaria vetrina di cose buone, di tutti i tipi, che affascina il mondo, c’è un patrimonio agricolo – viti, olivi, cereali, solo per citarne alcuni – e di processi e saperi: molti sono andati perduti, altri sono stati recuperati con determinazione e innovazione dall’industria alimentare più genuinamente contemporanea.
Il nostro contributo di cittadini può essere senza dubbio un contributo di conoscenza: conoscere la bellezza del gusto e degli ingredienti di tutto il nostro Paese; educare le giovani generazioni a scoprire e amare le cose buone che produciamo e come le produciamo. Le grandi aziende possono dare il loro contributo nella trasparenza dei processi e della filiera, rispettando gli standard di qualità che ci hanno resi famosi. Le organizzazioni internazionali possono, infine, essere determinanti nel promuovere una cultura corretta delle identità dei prodotti, rendendo le relazioni internazionali in tema di food & beverage più efficaci, le normative meno interpretabili, facendo chiarezza tra la sovrabbondanza di denominazioni, certificazioni e relativi requisiti.
Qualità fa necessariamente rima con sostenibilità? Cosa vuole oggi il consumatore medio? E cosa significa per voi inseguire la sostenibilità alimentare?
Nella filosofia della ‘qualità dirompente’, che ispira il lavoro di tutto il gruppo, la sostenibilità è una delle quattro condizioni fondanti di una qualità superiore; non ci può essere qualità senza un percorso rigoroso e privo di compromessi, che parta dalle materie prime e arrivi ai processi. Il consumatore medio è sempre più attento ai dettagli di produzione, e soprattutto i consumatori più giovani che, giustamente, ci chiedono conto della programmazione futura e dell’impatto di oggi.
Le aziende del Polo del Gusto condividono una consapevolezza fondamentale verso la sostenibilità alimentare: la qualità ha un costo più alto, a partire dall’uso delle risorse. Lo sa bene Domori, che è sia coltivatore che produttore in un settore delicato e discusso come quello delle piantagioni di cacao: Domori si è sempre basata sul principio dell’equo compenso, riconoscendo ai coltivatori locali un margine equo rispetto al prezzo del mercato internazionale, coprendo così tutti i costi di produzione, lasciando un margine e compensando ulteriormente gli agricoltori per l’impegno aggiuntivo.
Quali sono i vantaggi ottenuti in termini di sensibilizzazione da questa importante unione di brand? E quali sono invece i punti di debolezza sui quali state lavorando?
La forza della famiglia del Polo del Gusto si esprime nella complementarità dei prodotti e nell’affinità dei valori d’impresa. Si tratta di aziende che hanno saputo interpretare al meglio, ciascuna nel proprio settore, il concetto di ‘qualità dirompente’, vale a dire di una qualità riconoscibile da tutti, anche da non esperti: un valore aggiunto che sa sorprendere i consumatori, senza bisogno di mediazione.
Per quanto riguarda i punti di debolezza, la nostra sfida più grande è riuscire a muoverci agevolmente, soprattutto all’estero, arrivando là dove un singolo marchio difficilmente sarebbe riuscito ad arrivare con le proprie forze, mantenendo sempre forte l’identità di ogni singolo brand. Inoltre, crescendo insieme, e trattandosi di realtà di piccole-medie dimensioni, la sfida del futuro resta quella dell’adeguamento di produzione: volumi crescenti, riuscendo a garantire la qualità di sempre.
Come si è concluso il 2022 in termini economici? E quali sono state le operazioni più significative per Polo del Gusto?
È stato un anno che ha portato a tanti nuovi passi in avanti. I fatturati sono stati in linea con le attese e così, nella media, i risultati economici delle società partecipate e del Polo. Il 2022 ha portato all’accordo per l’acquisizione di Achillea, marchio top premium del settore succhi di frutta e soft drinks, tutti realizzati da ingredienti rigorosamente biologici, e di Rococo Chocolates, acquisito da Prestat a giugno. Inoltre, Domori nel 2022 ha inaugurato il suo primo flagship store a Torino, in pieno centro, a piazza San Carlo. Un negozio dal concept polifunzionale, che accoglierà tantissime iniziative dedicate alla degustazione e alla cultura del cioccolato. Infine, penso al debutto sul mercato internazionale, da Dubai agli Stati Uniti, di una piccola azienda come Pintaudi.
Ci può raccontare dell’ultima partnership tra Domori e Champagne Barons de Rothschild ufficializzata a Torino?
Si tratta di un accordo di distribuzione in esclusiva per l’Italia: ne siamo orgogliosi, Champagne Barons de Rothschild è una maison di eccellenza e prestigio, che nasce dall’unione di tre rami di una famiglia unica di imprenditori che producono, ciascuna autonomamente, alcuni fra i migliori vini rossi mondiali: Château Lafite, Château Mouton e Château Clarke. Siamo onorati di rappresentare la maison in Italia dove contiamo di diffondere e di far conoscere questi champagne di qualità unica.
Quali sono le previsioni per il 2023 anche in termini di eventuali nuove acquisizioni?
Contiamo di perfezionare l’acquisizione di Achillea e stiamo esplorando il mondo delle caramelle, che si sposa bene con cioccolato e biscotti, andando a completare la gamma. Inoltre, il 2023 sarà certamente l’anno di apertura dei primi negozi plurimarca che accoglieranno tutti i prodotti Pdg: il primo negozio aprirà a Trieste, il secondo in un’altra città del Nordest. Una direzione commerciale che si concentra, quindi, su città di medie dimensioni e che si va a integrare con quella dei negozi monomarca nelle grandi città, come Domori Shop a Torino o la Boutique Dammann Frères di Milano.
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