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Perché le sanzioni non hanno davvero colpito i patrimoni degli oligarchi russi

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Il 24 febbraio 2022 le bombe iniziavano a cadere su Kiev in occasione dell’invasione russa in Ucraina. Nello stesso giorno, uno dei più importanti oligarchi miliardari russi, Roman Abramovich, trasferiva ai suoi sei figli una quota di maggioranza dei 10 trust presenti nei centri finanziari offshore di Cipro e Jersey.

Abramovich aggira le sanzioni

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Questi trust possedevano attività per almeno 4 miliardi di dollari, secondo i documenti trapelati da un fornitore di servizi aziendali di Cipro che furono condivisi con l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp) e i suoi partner, tra cui Forbes e The Guardian. Diciannove giorni dopo, Abramovich è stato sanzionato dall’Unione Europea, ma i suoi beni preziosi erano già stati trasferiti ai figli, evitando che venissero congelati o sequestrati.

Nelle settimane successive Abramovich ha fatto un ulteriore passo avanti, spostando fisicamente i suoi superyacht fuori dall’Europa e ormeggiandoli in lidi più favorevoli. Quattro dei suoi yacht, tra cui l’Eclipse di 162 metri e 429 milioni di dollari e il Solaris di 140 metri e 507 milioni di dollari, sono salpati per la Turchia, dove non potevano essere sequestrati dai Paesi occidentali. (La Turchia è rimasta neutrale nel conflitto russo in Ucraina).

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La vendita del Chelsea e il patrimonio di Abramovich

Alla fine Abramovich ha dovuto rinunciare alla sua amata squadra di calcio del Chelsea, che fa parte della Premier League inglese, in una vendita imposta dal governo britannico, ma è riuscito a cavarsela bene. Il suo patrimonio è sceso da una cifra stimata in 14,3 miliardi di dollari il 23 febbraio a 6,9 miliardi di dollari due settimane dopo, a seguito del crollo del rublo e della chiusura del mercato azionario russo. Ora, secondo le stime di Forbes, il suo patrimonio è risalito a 9,2 miliardi di dollari.

E Abramovich non è certo l’unico ad aver trasferito i propri beni ai suoi famigliari. Molti miliardari hanno aggirato le sanzioni trasferendo ai propri coniugi o collaboratori i trust e le società offshore che detengono le loro attività. Altri hanno scongiurato i tentativi di sequestrare i loro yacht o aerei privati navigando e volando verso destinazioni più favorevoli, come la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti, che non hanno mai imposto sanzioni alla Russia.

La vicenda Tinkoff Bank

È una storia che si è ripetuta in tutta la Russia e nel mondo, quando i miliardari russi sono stati colpiti per un breve periodo dalle sanzioni, ma poi hanno riguadagnato gran parte della loro ricchezza. Alcuni di loro, che sono stati costretti a rimanere in Russia, hanno colto l’opportunità di consolidare la propria posizione e di mettere le mani su beni che altri volevano dismettere. Nell’aprile dello scorso anno, il magnate del nichel e delle banche Vladimir Potanin ha riacquistato il gruppo bancario russo Rosbank dalla società francese Société Générale, che lo aveva originariamente acquistato da Potanin in una serie di operazioni dal 2006 al 2014.

Due settimane dopo Potanin ha rilevato dall’ex miliardario Oleg Tinkov la Tinkoff Bank, una delle maggiori banche private russe, per una cifra non resa pubblica. Le acquisizioni si sono perfezionate prima che Potanin venisse sanzionato dal Regno Unito a giugno e dagli Stati Uniti a dicembre. Oltre al tempismo, queste acquisizioni si sono dimostrare anche buoni affari: da marzo 2022 a marzo 2023 il patrimonio netto di Potanin è cresciuto di 6,4 miliardi di dollari grazie alle banche, abbastanza da consentirgli di mantenere il primato di seconda persona più ricca della Russia.

“Si è trattato di un vero e proprio affare per Potanin, e il suo vantaggio è stato quello di aver chiuso questa operazione prima di essere sanzionato”, dichiara Anders Åslund, economista svedese ed esperto di oligarchi russi, che descrive il modo in cui alcuni russi si sono riposizionati. “Quello che sta accadendo in generale è che le persone stanno emigrando o si stanno [concentrando solo sulla Russia]. Potanin ne è un esempio lampante”.

Il valore del rublo

I prezzi elevati delle materie prime come petrolio, metalli e minerali nel 2022 hanno contribuito a incrementare gli utili delle società russe e a portare miliardi di dollari nelle casse di Vladimir Putin. Così come il rimbalzo del mercato azionario russo e il valore del rublo. L’indice Moex Russia, che traccia le 50 maggiori società quotate alla Borsa di Mosca, è salito del 31% dal punto più basso del 26 settembre ed è sceso solo del 18% rispetto al giorno prima che i carri armati russi invadessero l’Ucraina.

Il rublo ha recuperato il suo valore precedente al conflitto rispetto al dollaro, con un aumento del 65% rispetto al suo punto più basso nel 10 marzo 2022.

Tutto ciò ha consentito alle persone più ricche della Russia di godere di un’annata piuttosto buona. Nella classifica di Forbes del 2023 sui miliardari del mondo sono presenti 105 miliardari russi con un patrimonio netto complessivo di 474 miliardi di dollari, in aumento rispetto agli 83 miliardari che nel marzo 2022 valevano complessivamente 320 miliardi di dollari. (Per contro, i 735 miliardari americani hanno perso 200 miliardi di dollari tra il marzo 2022 e il 2023, mentre i più ricchi della Cina sono scesi di 300 miliardi di dollari; i patrimoni netti di questo elenco sono stati misurati utilizzando i prezzi delle azioni e i tassi di cambio dal 10 marzo 2023).

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I miliardari nella classifica Forbes

Anche coloro che sono stati colpiti dalle sanzioni occidentali ne sono usciti relativamente indenni. Secondo i conteggi di Forbes, dal 2014 almeno 46 miliardari di cittadinanza russa o nati in Russia sono stati sanzionati da Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito. La maggior parte di costoro hanno subito ripercussioni nei mesi successivi all’invasione di Putin dello scorso anno. Solo 39 di loro compaiono sia nell’edizione del 2022 che in quella del 2023 dell’elenco dei miliardari del mondo di Forbes. Dal 23 febbraio 2022 – il giorno prima dell’invasione – questi 39 hanno perso 45 miliardi di dollari, pari a circa il 13% del loro patrimonio netto complessivo.

Se si guarda a come si sono posizionati rispetto allo scorso marzo, quando il rublo era in caduta libera e la Borsa di Mosca era stata chiusa, il quadro è molto diverso. Da marzo 2022 a marzo 2023, i 39 miliardari sanzionati hanno riguadagnato ben 104 miliardi di dollari. Solo tre di loro hanno visto diminuire la loro ricchezza in questo periodo. Altri sette miliardari sanzionati hanno accresciuto le loro ricchezze tanto da rientrare nella classifica delle persone più ricche del mondo del 2023, dopo esserne usciti nel marzo dello scorso anno.

“I loro patrimoni sono sopravvissuti piuttosto bene”, afferma Viktor Winkler, avvocato specializzato in sanzioni ed ex responsabile degli standard delle sanzioni globali presso la banca tedesca Commerzbank. “[Prima del 2022] una parte molto ampia e significativa del loro patrimonio era già stata parcheggiata in Paesi che non adottano le sanzioni dell’Occidente. Molti sono stati in grado di reagire alle sanzioni imposte dopo il 23 febbraio, poiché… sono stati sanzionati solo molto tempo dopo l’invasione di Putin”.

Il più ricco della Russia

Quello che ha guadagnato di più è stato il magnate dei fertilizzanti Andrey Melnichenko, ora la persona più ricca della Russia. Nell’ultimo anno il suo patrimonio netto è aumentato di 14,1 miliardi di dollari, raggiungendo i 25,2 miliardi di dollari, grazie all’impennata dei prezzi dei fertilizzanti e del carbone, che costituiscono le colonne portanti delle sue due società private, il produttore di fertilizzanti Eurochem e l’azienda energetica del carbone Suek.

Nel 2006 Melnichenko ha trasferito le sue partecipazioni in Eurochem e Suek a un trust e l’8 marzo 2022 ha cessato di essere beneficiario di tale trust, venendo sostituito dalla moglie Aleksandra (Aleksandra è stata poi sanzionata nel mese di giugno). I suoi rappresentanti hanno sostenuto che egli non avrebbe dovuto essere incluso nell’elenco dei miliardari per questo motivo. Ma Forbes ha attribuito tale patrimonio sia a Melnichenko che alla sua famiglia, compresa la moglie. In realtà, per tutti i miliardari russi, Forbes ha calcolato i loro patrimoni del 2023 utilizzando gli asset proprietari del febbraio 2022, prima dell’invasione russa dell’Ucraina. E quindi include ancora Eurochem e SUEK nella stima del patrimonio netto di Melnichenko.

Il vantaggio di avere asset in Russia e non all’estero

Secondo Anders Åslund, è anche importante distinguere tra l’effetto che le sanzioni hanno avuto sugli oligarchi con patrimoni significativi all’estero e l’effetto che tali sanzioni hanno avuto su coloro che hanno sede principalmente in Russia.

“La mia sensazione è che a perderci di più siano state le persone che si trovano a metà tra [l’Occidente e la Russia]”, racconta, indicando la diminuzione del valore di aziende come il gruppo bancario lussemburghese Alfa Bank, di cui sono comproprietari i miliardari sanzionati Mikhail Fridman, Pyotr Aven, German Khan e Alexei Kuzmichev. (Un quinto comproprietario, Andrei Kosogov, non è stato sanzionato). Questo aspetto li distingue da coloro che detengono partecipazioni concentrate in Russia e che godono di legami molto più stretti con Putin, come Arkady e Boris Rotenberg.

Infatti, secondo le stime di Forbes, Arkady Rotenberg, suo fratello Boris e suo figlio Igor sono oggi più ricchi di quanto non lo fossero prima della guerra, con un guadagno complessivo compreso tra 500 milioni e 6,2 miliardi di dollari. Avendo pochissimi possedimenti noti al di fuori della Russia, non sono stati colpiti così duramente dalle sanzioni occidentali. Queste hanno infatti preso di mira le partecipazioni in società straniere o gli investimenti finanziari detenuti all’estero.

L’economia russa

Tuttavia, le prospettive per l’economia russa sono più complesse di quanto possano suggerire i patrimoni dei suoi cittadini più facoltosi. Secondo le statistiche governative, l’anno scorso l’economia del paese è scesa di circa il 2,5%, molto meno rispetto alle previsioni che prevedevano un crollo del 12% o superiore. Ma si tratta comunque di un forte calo rispetto alla crescita del PIL del 3,5% registrata nell’UE e del 2,1% negli Stati Uniti.

Ci sono anche segnali che le sanzioni occidentali – in particolare il tetto ai prezzi del petrolio russo imposto a dicembre e l’embargo dell’UE sui prodotti petroliferi russi entrato in vigore due mesi fa – stanno finalmente pesando sull’economia russa: Il Ministero delle Finanze russo ha annunciato un deficit di bilancio di 29,5 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023, in gran parte dovuto al calo dei ricavi da petrolio e gas.

In termini di impatto sulle persone più ricche della Russia, solo una persona sanzionata, Oleg Tinkov, è uscito nell’ultimo anno dalle classifiche dei miliardari. Questo è avvenuto quando Tinkov è stato presumibilmente costretto a svendere i propri beni dopo aver criticato l’intervento militare di Putin.

Secondo Tinkov, le sanzioni non hanno nemmeno centrato le persone giuste. “Se fossi al posto dei governi occidentali, mirerei in modo più preciso”, ha raccontato a Forbes lo scorso maggio. “Ci sono persone, che sono i portaborse di Putin, che non sono state incluse, mentre io compaio nell’elenco”.

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