L’Italia si è distinta negli anni per la ricerca dello stile, la qualità dei materiali e per l’artigianato di eccellenza. Secondo il rapporto Ice 2021-2022 l’export del made in Italy ha registrato un aumento del 20% rispetto all’anno precedente, superando la soglia dei 600 miliardi di euro.
Anche nel 2021, si era già raggiunta la cifra di 516 miliardi di euro, con un incremento del 7,5% rispetto al periodo pre-pandemico.
Tuttavia, non è sufficiente solo la qualità del made in Italy per essere riconoscibili a livello globale, soprattutto in alcuni paesi. E’ caso degli Stati Uniti, dove per avere successo è opportuno conoscere la sofisticatezza di chi acquista, come sostiene Alfio Martire, direttore di Concepto Nyc – dipartimento di branding di ExportUsa.
Conoscere il consumatore
Negli Stai Uniti ci sono acquirenti con una certa esperienza, attenti ai dettagli, provenienti da un elevato contesto sociale. “Il consumatore americano che ricerca l’autenticità nei prodotti italiani è estremamente competente, attento ed esigente. È in grado di cogliere la differenza tra un manufatto di prestigio, unico nel suo genere, e un pezzo d’arte o di arredamento che può soddisfare nella forma, ma che è prodotto altrove”, dichiara Martire.
“Chi acquista il nostro design é un vero intenditore che riconosce immediatamente quando un oggetto non è interamente italiano e, di conseguenza, non possiede quelle peculiari caratteristiche che rendono giustizia a tutta la storia e all’impegno che si celano dietro al lavoro del nostro artigianato”.
Unicità, impatto ed esperienza
E’ opportuno curare anche la comunicazione, che deve essere veicolata in maniera sofisticata quanto la forma degli oggetti, nel rispetto di un acquirente che investe – prima di tutto – con gli occhi. Ma non solo. Risulta fondamentale dotarsi di una squadra di esperti strutturata, concentrando gli sforzi sulla ricerca, lo sviluppo creativo e la sostenibilità.
“Quando negli States un oggetto diviene iconico e di uso comune è perché si è investito in ricerca e innovazione, arrivando così a consolidarne la presenza. In quel caso il valore economico può aumentare di oltre 50 volte rispetto all’Italia”.
Oggi, per raggiungere il successo nel mercato statunitense è fondamentale trasmettere l’identità del marchio. Unicità, impatto, ed esperienza diventano le parole chiave per esportare un oggetto di design negli Stati Uniti: un prodotto che deve essere irriproducibile, dalle forme impattanti, oltre a consentire un’esperienza visiva che ne racconti la storia in maniera inequivocabile.
“Un consiglio che ci sentiamo di dare alle nuove generazioni di artisti è di riprendere la filosofia del movimento Radical Design degli anni Sessanta – che raccolse l’insegnamento del futurismo, della pop-art e del surrealismo – per dare vita a oggetti e pezzi d’arredamento unici nel loro genere, come ad esempio il celebre divano ‘Superonda’ che spopolò negli States”, prosegue Martire.
Comunicare agli occhi delle persone
Sono questi gli ingredienti indispensabili per crescere in uno dei mercati più competitivi al mondo, dove l’immagine coordinata, dal logo al sito internet sino al packaging, deve portare a una comunicazione visiva efficace.
In America diventa dunque fondamentale comunicare agli occhi delle persone. Ma non solo. “Per essere competitivi bisogna cogliere la costante evoluzione di trend, dinamiche e aspettative insite nella cultura degli Stati Uniti. In questo momento gli Usa ci stanno offrendo un’ottima opportunità che dobbiamo essere pronti a cogliere in maniera strategica: l’impatto economico sarà un effetto immediatamente tangibile”.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .