dove investire nel 2023
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Ecco dove investire nella seconda metà del 2023, dopo un semestre da record per i mercati

Inflazione, aumento dei tassi di interessi e dei costi delle materie prime, incertezza macro-economica e geopolitica. Sono diversi i fattori che negli ultimi mesi stanno influenzando le decisioni politiche e monetarie dei governi e dei principali istituti bancari al mondo. Eppure i mercati non sembrano conoscere crisi. Anzi, continuano a correre a gran velocità, come dimostrano i diversi rally azionari messi a segno dalla stragrande maggioranza dei principali indici mondiali. Dall’Europa agli Usa, fino ad arrivare in Oriente.

In Europa spicca il nostro Ftse Mib

Nell’ultima seduta del semestre, quella del 30 giugno (chiusa in rialzo dell’1,08%), il Ftse Mib di Piazza Affari ha raggiunto i 28.230 punti, arrivando a guadagnare il 19% in più in sei mesi. Riuscendo così a ritoccare i livelli di settembre 2008, ai tempi della crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers. Molto bene anche il Dax di Francoforte, l’Eurostoxx e l’Ibex 35 di Madrid che hanno guadagnato più del 14%. In scia anche il Cac 40 di Parigi, che ha registrato un rally positivo di oltre il 12%.

Usa e Oriente

Al di fuori dell’Europa, più sensibile la crescita messa a segno dal Nasdaq a New York, che ha chiuso questi sei primi sei mesi del 2023 con un balzo di oltre il 31%. Si tratta del miglior primo semestre dal 1983. Bene anche l’S&P500 che, grazie a un rally di quasi il 16%, ha fatto registrare il suo miglior semestre dal 2018. Più contenuto il guadagno del Dow Jones (+3,8%). Il Nikkei di Tokyo, invece, ha guadagnato il 27,19%.

Crescono le ipo in Italia

Guardando alle nuove quotazioni in Borsa, l’Italia si è distinta a livello europeo per numero di operazioni di mercato primario, risultando come il paese con più Ipo (8 sopra ai 10 milioni di euro di raccolta), per un totale di oltre 1,3 miliardi di euro collocati. Decisivo, in questo senso, è stato il ruolo di Equita, che ha chiuso il primo semestre del 2023 come la banca d’affari con il maggior numero di ipo completate a livello europeo, portando a compimento 5 quotazioni sui mercati di Borsa Italiana-Euronext. Si tratta di Lottomatica Group, Ferretti Group, Italian Design Brands, Gentili Mosconi ed Ecomembrane.

Dove investire nella seconda parte del 2023

Guardando ai prossimi sei mesi sono diverse le insidie che dovranno affrontare i mercati. Una su tutte: i tassi di interesse. I quali “potrebbero ancora crescere per un periodo di tempo prolungato”, afferma Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management. “Vediamo infatti un margine limitato per il miglioramento delle valutazioni azionarie globali nella seconda metà dell’anno. Inoltre, anche i profitti sono a rischio, dato che la crescita economica rallenta”.

Interessanti, invece, le previsioni quando si guardano ai titoli di Stato, come dimostrano anche le offerte sottoscritte per i Btp e i Bot e i rendimenti dei tresuary americani. “Il rendimento dei titoli del tesoro statunitense a 2 anni è salito dal 4,06% dell’inizio del secondo trimestre al 4,90% alla fine. Quello dei tresuary a 10 anni, invece, è salito dal 3,66% all’inizio di giugno (3,49% all’inizio del trimestre) al 3,82% alla fine”, ha aggiunto Haefele.

“Per il secondo semestre 2023, considerando l’attuale situazione di mercato e un orizzonte temporale di medio termine, riteniamo che un portafoglio dovrebbe essere bilanciato tra azioni e obbligazioni”, rivela Davide Renzulli, head of advisory di Columbia Threadneedle Investments. “Lato obbligazionario, la nostra preferenza è per il credito corporate Investment Grade e High Yield. Per quanto riguarda l’azionario crediamo che attraverso un’attenta gestione attiva, che si focalizzi su società con elevati vantaggi competitivi e forte Pricing Power, ci possano essere diverse opportunità e trend in crescita da sfruttare. In questo caso, la nostra preferenza è per azioni Usa e Asia”, ha aggiunto Renzulli.

Dello stesso avviso anche Marco Piersimoni, senior investment manager di Pictet Asset Management, che su un portafoglio con un orizzonte temporale di 3-5 anni, prevede una quota azionaria pari al 30%, che può essere articolata su tre assi: azioni Usa legate alla prossima rivoluzione tecnologica relativa all’intelligenza artificiale (10%), azioni internazionali, in cui sia inclusa una piccola parte di piccole capitalizzazioni (15%), e a azioni dei paesi emergenti diversificate (5%). 

“Visa e Mastercard, i due leader del settore delle carte di credito e tra le principali posizioni nei portafogli degli ETF di Investlinx, beneficiano di un trend strutturale di crescita legato alla digitalizzazione dei pagamenti e sono relativamente resilienti in uno scenario recessivo dato che non sono esposte al rischio di credito che rimane in capo all’emittente della carta di pagamento” rivela Matteo Solfanelli, ceo di Investlinx, che aggiunge: “Airbus è un altro esempio di società che riteniamo interessante in questo scenario. La società beneficia della domanda di voli turistici strutturalmente in crescita nei prossimi 5 anni, come dimostra il recente ordine di 500 aeromobili da parte della compagnia aerea indiana IndiGo, ma è anche diversificata e poco esposta al ciclo economico grazie alla presenza di commesse di lungo periodo e ad un portafoglio prodotti che include anche elicotteri, difesa e aerospazio”.

Il boom dell’intelligenza artificiale e il rally del lusso

Buone le prospettive anche guardando al trend dell’Intelligenza artificiale, che “conferma il trend positivo di sette titoli: i FAAMG (Facebook, Amazon, Apple, Microsoft, Google Alphabets) più Tesla e Nvidia, appartenenti ai settori della tecnologia, communication services e consumer discretionary”, afferma Simone Di Biase, Head of relationship management di BG Saxo che sottolinea: “Possiamo però confermare che ora sia il settore industriale, sia quello dei materiali stanno iniziando a rafforzarsi e potrebbero quindi essere l’ulteriore spinta al mercato nella seconda parte dell’anno”. Inoltre, “guardando ai dati azionari statunitensi degli ultimi 95 anni, per ben 28 volte le azioni sono cresciute di oltre 10% nei primi 6 mesi dell’anno. In aggiunta di questi 28 anni, per 22 volte si sono visti rendimenti positivi, nel secondo semestre, di circa il 6%”, ha aggiunto.

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“Continuiamo a vedere favorevolmente il settore tecnologico, fulcro di una nuova rivoluzione industriale. All’interno della tecnologia ci sembrano interessanti, anche a livello valutativo, Alphabet ed Accenture per i diversi ruoli svolti nella catena del valore dell’AI”, dichiara Massimiliano Schena, direttore Investimenti di Symphonia SGR. Che guarda con occhio attento anche al settore del lusso. “Nell’ambito della tendenza secolare di polarizzazione della ricchezza riteniamo opportuno focalizzarsi sui consumi di alta gamma e, per quanto Hermes sia uno dei principali protagonisti di questo segmento, al momento riteniamo più interessanti Richemont e Kering”.

E l’healthcare invece? “Da inizio anno, inoltre, la performance di settori tipicamente difensivi come quello dei consumi di base e dell’healthcare sono state estremamente contenute; in questi settori ci sembrano interessanti Unilever per l’esposizione ai mercati emergenti, Pfizer per i livelli valutativi raggiunti e Edwards Lifesciences per il profilo di crescita”, ha aggiunto Schena.

In Italia occhio ai titoli bancari

Passando all’azionario italiano, oltre a puntare su STM, “le prospettive positive sono per il comparto bancario che potrebbe essere favorito da ulteriori indiscrezioni su possibili nuove fusioni nel settore”, dichiara Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, si aspetta Nonostante un aumento dei costi di rifinanziamento e una riduzione della redditività (possibile aumento dei costi sui conti deposito) crediamo che il settore bancario abbia ancora spazio per evidenziare profitti nel nuovo scenario macroeconomico”.

Le preferenze, quindi, ricadono “sulle blue chip del comparto – in particolare Intesa Sanpaolo e Mediobanca -. Siamo invece neutral sulle banche di dimensioni medio-piccole, come Fineco, Illimity Bank, d Banca Profilo”. Infine, evidenzia, Diodovich “a nostro avviso invece il settore industriale in generale sarà quello che più risentirà delle nuove condizioni macroeconomiche. Consigliamo una diminuzione dell’esposizione verso i titoli più legati al comparto farmaceutico, come Diasorin e  Recordati.

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