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Chi è Nelson Chang, il magnate taiwanese che sta comprando mezza Firenze

Pezzo dopo pezzo, sta comprando mezza Firenze. Come in una sorta di Monopoli, il tycoon Nelson Chang – tra gli industriali più rinomati in Asia e principale investitore taiwanese in Italia, soprattutto nel settore dell’ospitalità – ha appena acquistato lo storico Palazzo Vivarelli Colonna, nel cuore del capoluogo toscano, per un esborso complessivo nella città di quasi 200 milioni di euro. Nel 2017 Forbes stimava avesse un patrimonio di 2,5 miliardi di dollari.

Con la sua LDC Hotels and Resorts (dove LDC è acronimo di Luxury, Dreams & Culture) prima ha acquisito Palazzo Portinari Salviati, antico edificio che fu dimora della musa dantesca Beatrice, per trasformarlo dopo circa un anno in una struttura ricettiva con suite di lusso in parte alberghiere e in parte residenziali (a 16mila euro/mq, il doppio del valore massimo immobiliare di Firenze, ndr) e il ristorante stellato guidato da Vito Mollica.

Poi è toccato allo scenografico Palazzo Serristori sull’omonimo lungarno, dove sono in corso i lavori per realizzare 14 appartamenti di altissimo target quasi tutti già venduti a facoltosi stranieri a cifre fino a 20mila euro/mq. Adesso nel carnet del magnate Nelson Chang arriva un altro immobile luxury in centro a Firenze, un edificio di circa 4.800 mq cui si aggiungono 1.700 mq di giardino.

Una delle stanze di Palazzo Vivarelli Colonna

L’amore per il patrimonio fiorentino

Palazzo Vivarelli Colonna vedrà – come i precedenti – appartamenti di pregio ai piani superiori e piano terra con destinazione d’uso direzionale e commerciale con ristorazione, di modo da valorizzare il giardino all’italiana fiore all’occhiello dell’edificio di via Ghibellina. L’atto è stato sottoscritto dal presidente di LDC Hotels & Residences Italia, Marco Casarola, con il delegato di CDP Real Asset (Gruppo Cdp), proprietaria dell’immobile appartenuto fino al 2014 al Comune di Firenze, che a sua volta l’acquistò nel 1979 dalla casata Vivarelli Colonna.

“L’acquisizione di questi palazzi storici, di cui non ci sentiamo proprietari ma custodi per le generazioni future, è motivata dalla ferma volontà di prenderci cura di un patrimonio che esprime i valori di quella grande cultura per cui ancora oggi Firenze è amata in tutto il mondo”, ha sottolineato Marco Casarola. “Per questo siamo impegnati in restauri attenti, pazienti e certamente onerosi, nel rispetto di coloro che questi edifici li hanno costruiti e vi hanno vissuto nei secoli scorsi. Come ama ricordare Nelson Chang, a Firenze dobbiamo molto: è la culla di quel Rinascimento che ha cambiato, in positivo, le sorti del mondo”.

Non solo Firenze

Firenze, tuttavia, non è che una delle città italiane nel mirino di Nelson Chang: la LDC Hotels and Resorts, che a Taiwan possiede dieci hotel tra cui il Palais de Chine, dal 2013 è fortemente attiva anche nel resto d’Italia, con investimenti a Roma, Venezia, in Piemonte e in Umbria, dove ha acquistato e restaurato immobili di grande valore trasformandoli in alberghi unici.

Tra questi il Relais Sant’Uffizio, ricavato in un monastero del XVI secolo in provincia di Asti, che fu il suo primo investimento italiano, nel 2013: all’epoca un mediatore contattò la famiglia proprietaria della dimora storica dove l’Avvocato Agnelli andava a mangiare il tartufo, dicendo che un signore venuto dall’Oriente era interessato a comprarla ma prima voleva visitare l’ex monastero cinquecentesco tra le vigne del Monferrato. Scettici, i proprietari pensarono a un bluff e mandarono ad aprire la struttura il portiere di notte. Questi si trovò di fronte Nelson Chang e signora che – si scoprì in seguito – è parte della famiglia Koo, una delle fondatrici della repubblica taiwanese. La coppia esaminò tutto con attenzione e un’ora dopo fece la sua proposta d’acquisto per il Relais.

A seguire arrivarono il Relais Villa Monte Solare sul lago Trasimeno, immerso in 80 ettari di ulivi, l’A.Roma Lifestyle Hotel, importante urban resort e centro congressi nella capitale che simboleggia l’integrazione della cultura orientale e occidentale, e Palazzo Venart, del XV secolo, sul Canal Grande a Venezia, che è stato recentemente nominato miglior hotel della città lagunare dalla rivista americana Condé Nast Traveller. Negli ultimi anni il magnate ha investito diverse centinaia di milioni nel nostro Paese e assunto oltre 500 italiani per gestire le proprietà acquistate nel nostro Paese.

Gli altri affari del magnate

E dire che nonostante numerosi hotel tra Taiwan e la Cina, quella alberghiera è solo la parte più piccola del business di Nelson Chang. Il resto è nel cemento – di cui il magnate è tra i primi sei produttori al mondo – e nella chimica. Eppure, ogni villa e palazzo in Italia lui l’ha scelto personalmente e con la moglie ne ha seguito restauro e arredamento. Due lauree (in Fisica e Ingegneria) una passione per la storia, l’arte e la letteratura, il tycoon orientale ha scommesso sull’Italia e sui suoi tesori d’arte. “È il mio modo – ripete spesso Chang – per ringraziare l’Italia, da cui si è sviluppata la civiltà moderna”.

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