Alle 11:05 italiane di venerdì 14 luglio, il vettore indiano Lvm3-M4 è partito puntando alla Luna. L’obbiettivo della missione, ribattezzata Chandrayaan-3, è portare nei pressi del polo sud del nostro satellite il lander Vikram e il piccolo rover Pragyan.
La missione
La terza missione dell’Indian Space Research Organisation (Isro) ricalca la precedente, Chandrayaan-2, in cui l’orbiter si è inserito correttamente in orbita lunare, ma che, a causa di un problema del software, nel settembre del 2019 aveva visto il lander schiantarsi al suolo. L’orbiter tuttavia è rimasto in funzione fino a oggi, e verrà utilizzato per comunicare con il nuovo veicolo lunare al momento in viaggio.
Al posto dell’orbiter sarà un più semplice modulo di propulsione a spingere lander e rover e a inserirli in un’orbita lunare a una quota di 100 chilometri. Qui Vikram comincerà la sua discesa autonoma al suolo. Per conoscere l’esito dell’allunaggio dovremo aspettare il 23 agosto. Se avrà successo, Vikram libererà sulla superficie selenica Pragyan e i due avranno meno di una giornata lunare (14 giorni terrestri) per raccogliere dati scientifici prima che il Sole tramonti rendendo inutili i loro pannelli solari.
L’india nello spazio
Il costo di Chandrayaan-3 è di circa 73 milioni di dollari, una cifra contenuta considerando che potrebbe rendere l’India la quarta nazione dopo Stati Uniti, Russia e Cina ad approdare sulla Luna. Un pensiero entusiasmante per molti indiani, di cui almeno due milioni si sono connessi per seguire in diretta il lancio sui canali ufficiali dell’Isro. Un costo simile è stato sostenuto per costruire il razzo che ha lanciato la missione, cioè il Launch Vehicle Mark-III (Lvm3), il più potente mai realizzato dall’agenzia spaziale del gigante sud asiatico. Le sue spese di sviluppo ammontano a 560 milioni di dollari e, nel 2018, l’India ha stanziato 720 milioni per costruirne dieci esemplari. Da allora Lvm3 ha registrato quattro successi su quattro lanci operativi: due per le missioni Chandrayaan e due per portare in orbita la costellazione di OneWeb per l’internet satellitare.
Agli investimenti si aggiungono le manovre politiche. L’India infatti si è recentemente dotata di una nuova policy sul settore, deputata a regolamentare e stimolare l’imprenditoria spaziale privata. Nel frattempo, il 21 giugno, firmava gli Artemis Accords per schierarsi col blocco occidentale nella nuova corsa alla Luna. Fornire informazioni su depositi d’acqua e di minerali sulla superficie selenica, che si stima abbondino nella zona del polo sud, ai nuovi partner internazionali non potrà che aumentare il prestigio della nazione.
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