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Chi è Luigi Lovaglio, l’uomo dietro la rinascita del Monte dei Paschi di Siena

In una favola tradizionale europea, la cui più nota elaborazione fu quella dei fratelli Grimm, un principe trasformato in ranocchio torna alle sue sembianze umane grazie al bacio di una principessa. Qualcosa di simile è avvenuto per il Monte dei Paschi di Siena, che, sotto la guida di Luigi Lovaglio, da poco confermato amministratore delegato, è tornato a essere un istituto di credito appetibile e ha addirittura l’ambizione di essere al centro delle manovre del terzo polo bancario italiano, in fase di costituzione.

Il tutto dopo che, negli ultimi 20 anni, il Monte ha bruciato miliardi di euro per colpa di cattive gestioni, tanto da dover essere salvato dallo Stato, che oggi controlla circa il 65% del capitale. E proprio la ‘principessa’ Giorgia Meloni, da capo del governo, ha ‘baciato’ il ranocchio quando, a fine 2022, ha staccato un assegno da 1,6 miliardi di euro per ricapitalizzare Mps, all’interno di un maxi aumento di capitale da 2,5 miliardi. Risorse usate, in primo luogo, per spesare l’uscita di oltre quattromila addetti.

La carriera

Aggiustata la situazione patrimoniale e tagliata una buona fetta di dipendenti, Lovaglio ha tutte le carte in regola per far tornare il Monte a giocare in Serie A, perché ha dalla sua un lungo curriculum di successo nel mondo del credito. Prima di approdare a Siena, a febbraio del 2022, da febbraio 2019 a giugno 2021 è stato amministratore delegato e direttore generale del Credito Valtellinese, dopo esserne stato presidente dal 15 ottobre 2018 al 25 febbraio 2019.

Durante la sua gestione, Creval ha avviato un processo di profonda trasformazione, migliorando la sua efficienza e il profilo di rischio, raddoppiando la profittabilità, tornando a distribuire dividendi e posizionandosi tra le prime banche in termini di solidità patrimoniale. Di conseguenza, ha pressoché raddoppiato la sua capitalizzazione ed è stata oggetto di un’opa cash da parte di Crédit Agricole Italia, lanciata nel novembre 2020 e conclusasi ad aprile 2021 per circa 1 miliardo di euro.

Lovaglio opera nel settore bancario da 50 anni, la maggior parte dei quali spesi nel gruppo Unicredit, dove è entrato nel 1973. Nei 20 anni successivi ha ricoperto posizioni manageriali di crescente responsabilità, guidando a lungo il business commerciale in varie aree d’Italia. Nel 1997 ha assunto la carica di capo del dipartimento strategia e pianificazione del Credito Italiano, partecipando alle fusioni delle banche appena acquisite che hanno dato origine all’attuale gruppo Unicredit. Due anni più tardi, proprio per la sua esperienza nelle fusioni, è stato nominato capo della pianificazione di gruppo banche estere, divenendo uno dei fondatori della divisione Nuova Europa, mirata allo sviluppo in Europa centrale e orientale.

L’esperienza internazionale

Tra il 2000 e il 2003 Lovaglio è stato vice presidente del management board e direttore esecutivo di Bulbank, la più grande banca bulgara. Nel settembre 2003 ha assunto il ruolo di direttore generale e vice presidente di Bank Pekao Polonia. Negli anni 2006-2007 si è occupato della fusione e dello scorporo di Bph (terza banca polacca, appartenente al gruppo tedesco Hvb), un’operazione unica nel mondo finanziario. Nel 2011 è stato eletto presidente del management board e ceo della banca. Ha mantenuto la posizione sino a giugno 2017, quando Unicredit ha venduto la partecipazione di controllo della banca a entità controllate dallo stato polacco.

I risultati a Siena

Sotto la sua guida e il suo piano 2022-2026 (A clear and simple commercial bank, ‘una banca commerciale chiara e semplice’), nel primo trimestre di quest’anno il Monte ha realizzato ricavi complessivi per 879 milioni, in aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 4,8% rispetto al trimestre precedente, trainati dal margine di interesse (+1,2%) e, soprattutto, dalle commissioni nette (+7,3%). Il margine di interesse è stato di 505 milioni, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 (+56,6%). Così il risultato operativo netto del gruppo è stato positivo per 309 milioni, a fronte dei 136 milioni dello stesso periodo del 2022 e dei 233 milioni del trimestre precedente. E le spese per il personale, che ammontano a 288 milioni, sono calate del 19,2% in un anno, per via dei tagli all’organico.

Non a caso, all’inizio di giugno l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato l’outlook su long-term deposit e senior unsecured debt rating di Mps: da stabile a positivo. La modifica si basa sull’attesa che il miglioramento del profilo creditizio, riflesso soprattutto in una maggiore e sostenibile redditività e nella capacità di accesso al mercato obbligazionario, se confermato nei prossimi 12-18 mesi, potrebbe portare a un upgrade del rating. Il principe-ranocchio si è davvero destato. E chissà che sia in grado di convolare alle nozze creatrici del terzo polo bancario italiano, così nel cuore del governo.

In cima al Monte

Nicola Maione, presidente del Monte dei Paschi di Siena.

Nicola Maione, calabrese, classe 1971, dal 20 aprile 2023 è presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena, di cui è membro dal 2017, e dell’istituto di Rocca Salimbeni è stato componente del comitato remunerazione e del comitato per le operazioni con parti correlate. Inoltre dal 2020 ad aprile 2023 è stato presidente del cominato nomine, nonché componente dell’Organismo di vigilanza (Odv) 231 e lead independent director.

Dal 2018 ricopre la carica di consigliere dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e dal maggio 2023 è membro del comitato esecutivo e vicepresidente di Abi. È avvocato titolare dello Studio legale Maione in Roma, che si occupa principalmente di diritto civile e commerciale. Ha ricoperto l’incarico di legale in importanti operazioni di ristrutturazione aziendale, procedure concorsuali e gruppi societari in amministrazione straordinaria. È stato nominato in diverse procedure dal Tribunale fallimentare di Roma, come curatore, liquidatore giudiziale e commissario giudiziale, e dal ministero dello Sviluppo economico, come commissario governativo, giudiziale e liquidatore di imprese cooperative.

Ha maturato un’intensa attività accademica in materia di diritto civile e commerciale ed è autore di varie pubblicazioni. È stato premiato nel 2012 per l’attività prestata a favore della professione forense da parte del Consiglio nazionale forense. Già presidente dell’Odv 231 di importanti società, è attualmente presidente dell’Odv in una società nell’ambito del management, dell’ingegneria e della sicurezza. Già consigliere di amministrazione della Milano Assicurazioni e di Prelios Credit Servicing, è stato presidente del comitato controllo, rischi e parti correlate e presidente di Enav.

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