Moda sostenibile è un termine entrato nel lessico comune. Ma quanto, e soprattutto come, questo binomio diventa processo e quindi consumo? Alcuni grandi marchi dell’alta moda provano a fare sistema con Aura Blockchain Consortium puntando a creare standard in termini di innovazione, trasparenza, tecnologia blockchain e nel nome della sostenibilità.
Ne parliamo con Stefano Rosso, ceo di Bvx (Brave Virtual Xperience), la business unit del gruppo Otb dedicata allo sviluppo di prodotti, contenuti ed esperienze per il mondo virtuale, che siede nel Consiglio di Amministrazione di Otb e in questa veste lo rappresenta in Aura.
Quale struttura e quali obiettivi?
Fondato dai maggiori gruppi del lusso del mondo (Cartier, Lvmh, Prada, Otb e Mercedes Benz) il consorzio permette di sfruttare al meglio tutte le potenzialità della tecnologia blockchain. Uno degli ambiti di applicazione è proprio quello dei servizi destinati ai clienti per portare una maggiore trasparenza su tutto il processo di sviluppo dei capi d’alta moda che è uno dei pilastri del programma di sostenibilità del gruppo Otb.
Metaverso e sostenibilità un binomio vincente? Attraverso quali percorsi?
Le connessioni sono molteplici. Innanzitutto la possibilità di tracciare in blockchain il percorso di creazione dei capi: questo vuol dire di conseguenza maggiore attenzione ai processi di produzione e quindi alla loro sostenibilità. Ma non dimentichiamo che il metaverso – essendo un mondo virtuale che consente una vita legata ad avatar o comunque a impersonificazioni virtuali del proprio essere – permette di indossare capi virtuali che hanno un processo di sviluppo meno dispendioso rispetto a capi reali. Queste attività migliorano la sostenibilità e l’impatto sul pianeta. Transizione digitale. Si comincia con una business unit dedicata al mondo virtuale e al metaverso – Bvx-Brave virtual experience – si attraversa D Cave la piattaforma lifestyle della comunità dei gamer per arrivare a D: Verse. Il mondo virtuale lastricato di Rosso… In questi anni ho avuto la possibilità di intraprendere diverse iniziative in questo ambito. Come spesso succede nella vita le cose sono iniziate un po’ per gioco e un po’ per fortuna quando vivevo a New York. Ho incontrato il mio attuale socio in D-Cave che mi hanno aperto gli occhi su questo nuovo mondo, da lì è nato il mio interesse verso i mondi virtuali che ho portato anche in Otb.
Il segnale è forte e chiaro: il metaverso c’è e sta arrivando a mixare il mondo fisico con quello virtuale. Ma è così?
In realtà non ci rendiamo conto ma tutti i giorni viviamo nel metaverso: una videochiamata, una call su zoom o anche solo la condivisione di un videomessaggio via WhatsApp sono spazi virtuali in cui condividiamo momenti e facciamo attività. Più andremo avanti più il mondo digitale si unirà al mondo fisico. L’ultimo visore proposto da Apple è un grandissimo passo avanti in questa dimensione. La realtà aumentata sarà il vero gamechanger.
Integrare prodotti fisici e digitali, per la monda è possibile ma forse anche questione di sopravvivenza. A cominciare dall’abbigliamento e accessori per avatar legati agli Nft?
Stiamo parlando di strumenti ideali per associare un capo fisico a un capo virtuale e tenere traccia dell’uso che se ne fa. Un processo assolutamente rivoluzionario perché permette alle aziende di avere un dialogo costante e diretto con la propria fan base, cosa che non è così semplice nel mondo fisico attuale. Ed ecco D: Verse: Collezione in Nft (non-fungible token) che spazia tra la vita reale e il virtuale con tanto di prevendite, lotterie… una vera e propria community. Il segreto del metaverso è proprio attivare una community che – a differenza di quella dei social media – è più attenta e coinvolta dal brand. Si è più propensi a un dialogo costante, tanto è vero che su piattaforme come Discord esistono canali dedicati dove 24 ore su 24 il brand risponde alla propria fan base o semplicemente dedicati al buongiorno: si parte con il good Morning e poi si va avanti nel dialogo per tutta la giornata.
Device permettendo. O Apple ha già aperto il varco verso la realtà aumentata buono per tutti?
Sicuramente è un grosso passo avanti. Non ho ancora avuto modo di testarlo personalmente ma mi sembra un passo decisivo verso l’integrazione tra mondo fisico e mondo virtuale. Un salto quantico rispetto alla realtà aumentata gestibile attraverso l’utilizzo del nostro smartphone che in confronto sembra davvero banale.
Con il digitale il marchio si espande e diventa multidimensionale. Qual è la più grande lezione da tenere in mente per praticare i nuovi corridoi del marketing aumentato?
Il dinamismo e la velocità con cui si interagisce con il consumatore finale; questo è in assoluto l’elemento che cambierà le dinamiche tra i brand e la propria community. E non dimentichiamo i processi legati alla visibilità attraverso i portafogli digitali: per il brand c’è la grossa opportunità di avere per la prima volta una profilazione legata agli interessi dei clienti vedendo gli asset virtuali presenti nei loro wallet. Un nuovo mondo.
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