Amazon avrebbe usato un algoritmo segreto, chiamato Project Nessie, per determinare quanto alzare i prezzi in modo da farsi seguire dai concorrenti. Lo sostiene la Federal Trade Commission (Ftc, l’antitrust statunitense) in una causa intentata contro l’azienda di Jeff Bezos.
I fatti chiave
- La Ftc definisce Project Nessie “un metodo di concorrenza sleale”, che “non ha alcuna giustificazione valida e riconoscibile” e costituisce una violazione del Ftc Act.
- Gran parte dei documenti della causa, comprese le parti che descrivono che cosa sia esattamente Project Nessie, è segreta.
- Tuttavia il Wall Street Journal, che ha potuto visionare una versione non censurata, scrive che l’algoritmo è stato usato per verificare quanto l’azienda potesse alzare i prezzi ed essere seguita dai concorrenti.
- Secondo il Journal, l’algoritmo era in grado di rilevare quanto l’influenza di Amazon sull’e-commerce avrebbe spinto i concorrenti ad alzare i prezzi. Nei casi in cui i concorrenti non li modificavano, l’algoritmo riportava i prezzi di Amazon al livello iniziale.
- Secondo fonti che hanno parlato con il Wsj, l’algoritmo, che non è più in uso, avrebbe portato all’azienda ricavi per 1 miliardo di dollari.
La posizione di Amazon
Amazon non ha ancora risposto alla richiesta di un commento avanzata da Forbes. L’avvocato di punta della società, in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana al Wsj, ha detto: “Se la causa intentata dalla Ftc avesse successo, il risultato sarebbe anti-competitivo e anti-consumatori, perché dovremmo smettere di fare molte delle cose che facciamo per offrire prezzi bassi e metterli in evidenza. Un esito perverso, che sarebbe tutto il contrario delle finalità delle leggi antitrust”.
Il contesto
La scorsa settimana la Ftc, assieme a 17 stati americani, ha presentato una causa a lungo attesa contro Amazon, in cui la accusa di proteggere illegalmente un monopolio nelle vendite online. Descrive l’azienda come una “monopolista” che usa “un insieme di strategie anti-competitive e scorrette legate fra loro” per “mantenere illegalmente il suo potere monopolistico” sulle vendite in rete. Queste strategie includerebbero misure contro gli sconti, che puniscono i rivenditori che offrono prezzi più bassi su piattaforme diverse da Amazon, strutture di incentivi che costringono i rivenditori a usare anche i servizi di pubblicità e logistica di Amazon, la sostituzione di risultati di ricerca rilevanti con avvisi pubblicitari che promuovono i prodotti Amazon e prodotti di aziende che pagano apposta Amazon.
Quella contro l’azienda di Bezos è una delle più grandi iniziative antitrust degli ultimi decenni. Era attesa da anni, cioè sin da quando la Ftc aveva aperto un’indagine, nel 2019. L’inchiesta si è allargata quando, dopo l’insediamento del presidente Joe Biden, Lina Khan ha assunto il ruolo di presidente della Ftc.
Un fatto correlato
Khan, 34 anni, ha visto crescere rapidamente la sua popolarità dopo avere promesso di spezzare i monopoli, e in particolare quello di Amazon. Nel 2017, quando era ancora una studentessa di legge dell’Università di Yale, pubblicò Amazon’s Antitrust Paradox (‘Il paradosso antitrust di Amazon’), un saggio molto citato che forniva una nuova prospettiva sulle leggi antitrust e, nello specifico, indicava Amazon quale massimo esempio di come le grandi aziende tecnologiche siano diventate monopoliste e debbano essere tenute a freno.
Dopo la laurea e qualche anno come consulente legale dell’House Judiciary Committee (la commissione giustizia della Camera dei rappresentanti), è stata scelta da Biden come presidente della Ftc nel 2021. In quel ruolo ha faticato a ottenere successi con la sua aggressiva agenda antitrust. Una causa che ha avviato contro Microsoft, per bloccare l’acquisto del produttore di videogiochi Activision Blizzard per 69 miliardi di dollari, è fallita. Lo stesso è accaduto con quella con cui ha tentato di impedire a Meta di comprare l’app di realtà virtuale Within Unlimited.
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