WeWork, società di spazi di coworking, ha presentato istanza di fallimento in base al capitolo 11, la principale norma fallimentare statunitense. È il coronamento del drammatico collasso di un’azienda che era arrivata a valere anche 47 miliardi di dollari.
I fatti chiave
- WeWork ha fatto sapere con un comunicato stampa che il 92% dei detentori di debiti garantiti ha accettato un piano di ristrutturazione che cancellerà circa 3 miliardi di pendenze.
- All’interno della riorganizzazione, la società ridurrà le locazioni di uffici commerciali.
- Nei documenti depositati al tribunale fallimentare del New Jersey, WeWork ha rivelato di avere asset per circa 15 miliardi di dollari e debiti per 18,6 miliardi.
- Nell’istanza si legge anche che la società deve circa 100 milioni di dollari per le spese di risoluzione di contratti di locazione e per affitti non pagati, anche se intende contestare alcune di queste pendenze.
Quanto valeva WeWork
44,5 milioni di dollari. Era questa la valutazione di WeWork alla chiusura della Borsa di venerdì. Il prezzo delle azioni era di 83 centesimi. Il titolo ha perso il 98,5% dall’inizio dell’anno e più del 99% da quando la società si era quotata nel 2021 tramite Spac.
Adam Neumann: “Una delusione”
In una dichiarazione rilasciata lunedì, il cofondatore di WeWork Adam Neumann ha definito l’istanza di bancarotta della società “una delusione”. Ha aggiunto: “È stato difficile per me osservare dall’esterno, dal 2019, come WeWork non sia riuscita a trarre profitto da un prodotto che oggi è più rilevante che mai. Sono convinto che, con la giusta strategia e la giusta squadra, una riorganizzazione permetterà a WeWork di riemergere e raggiungere il successo”.
La storia del fallimento
WeWork, che è finanziata dal Vision Fund di SoftBank, è arrivata a valere 47 miliardi di dollari, cifra che ne ha fatto una delle startup di maggiore valore al mondo. La sua caduta è iniziata nel 2019, mentre si preparava a sbarcare in Borsa. Nei documenti depositati in vista della quotazione, rivelò di avere perso 1,9 miliardi di dollari nei 12 mesi precedenti.
A quella notizia seguì un’inchiesta del Wall Street Journal sul discutibile stile di gestione dell’amministratore delegato dell’epoca, Adam Neumann. Neumann lasciò la società in quello stesso anno e WeWork fu salvata dal suo principale finanziatore, SoftBank. Dopo l’operazione, SoftBank ha via via tagliato la valutazione della società, specie dopo che la situazione finanziaria è peggiorata con l’avvento del Covid-19, che ha costretto tutti a lavorare da casa. Alla fine la società si è quotata tramite Spac nel 2021.
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