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Il New York Times fa causa a OpenAI e Microsoft per violazione di copyright: “Danni per miliardi di dollari”

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Il New York Times ha fatto causa a OpenAI e Microsoft per “l’uso illegale” di “milioni” di articoli protetti da copyright nell’allenamento dei modelli di intelligenza artificiale generativa. Il giornale parla di danni per “miliardi di dollari”.

I fatti principali

  • Secondo le accuse depositate alla corte distrettuale del Southern District di New York, la tecnologia di OpenAI e Microsoft alla base di ChatGPT e Bing Chat, ora chiamata Copilot, “può generare risultati che riportano alla lettera contenuti del Times, li riassumono fedelmente e ne imitano lo stile espressivo”.
  • Il Times afferma che gli strumenti di IA “danneggiano” il suo “rapporto con i lettori”, lo privano di “abbonamenti, licenze, pubblicità e ricavi da affiliazione” e sono stati “estremamente redditizi” per OpenAI e Microsoft.
  • Il Times dice di avere cercato di negoziare con OpenAI e Microsoft “per mesi” sull’uso dei suoi contenuti, anche per “contribuire a sviluppare tecnologie di IA generativa in modo responsabile, per permettere alla società di trarne beneficio e per favorire una buona informazione per il pubblico”.
  • Sebbene le carte non indichino l’esatto risarcimento monetario richiesto a OpenAI e Microsoft, il Times vuole “che [le due aziende] siano responsabili per i miliardi di dollari di danni legali e materiali” legati alla violazione del copyright.
  • OpenAI e Microsoft non hanno risposto subito a una richiesta di commento.

Le altre cause contro OpenAI e Microsoft

La causa intentata dal Times segue altre avviate da autori e creatori di contenuti contro OpenAI, Microsoft e altre aziende di intelligenza artificiale generativa. Tra queste c’è quella promossa a settembre dalla Authors Guild, che rappresenta scrittori come Jodi Picoult e George R.R. Martin, che ha accusato i creatori di ChatGPT di avere allenato illegalmente il chatbot con i loro lavori. Un portavoce di OpenAI, ha scritto la Reuters, aveva replicato dicendo che la compagnia stava “dialogando in modo produttivo con molti creatori di contenuti di tutto il mondo, inclusa Authors Guild”.

A novembre OpenAI e Microsoft sono state oggetto anche di una class action da parte di autori di saggistica, che affermavano che le aziende avevano usato indebitamente i loro lavori nell’allenamento dei modelli. Secondo l’accusa, OpenAI avrebbe copiato decine di migliaia di libri di saggistica senza il permesso degli autori per allenare i suoi bot a rispondere alle domande.

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