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Un anno di Small Giants: le 10 più belle storie di Pmi del 2023

Sono oltre 200mila, producono un giro di affari di oltre mille miliardi di euro, generano quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegano 5,4 milioni di persone, pari a un terzo di tutti gli occupati. Le Pmi, in Italia, sono la spina dorsale dell’economia: perché sono al centro delle catene del valore, sono fondamentali per la diffusione e affermazione del made in Italy. In poche parole, perché offrono un contributo fondamentale per lo sviluppo economico, tecnologico e sociale del Paese.

Forbes Small Giants le racconta dall’inizio del 2022, quando ha deciso di dedicargli un sito, un giornale e un roadshow, un tour alla scoperta dei distretti industriali italiani. Per celebrare il suo secondo anno di vita, la redazione ha scelto 10 tra le più belle storie di successo imprenditoriale raccontate durante il 2023. Storie di Pmi raccolte da tutta Italia – da Bernalda, provincia di Matera, dove Francis Ford Coppola ha acquistato un palazzo storico trasformandolo in una struttura ricettiva di lusso, fino al comprensorio di Sassuolo, in Emilia-Romagna, dove abbiamo incontrato il fondatore di InCeramica, una delle eccellenze del territorio. Ciascuna con le proprie peculiarità, ma tutte accomunate da un elemento: la capacità di compiere, nonostante le dimensioni modeste, dei passi da giganti, vincendo le sfide con resilienza e con una buona dose di coraggio. Quegli ingredienti necessari per trasformare un’azienda qualunque in una Small Giant.

Francis Ford Coppola

L’Oscar dell’ospitalità 

Palazzo Margherita, dimora risalente alla metà del XIX secolo, fu costruito dalla famiglia omonima a Bernalda, in provincia di Matera. Francis Ford Coppola (sei premi Oscar, 14 nomination, sei Golden Globe, tre David di Donatello, due Palme d’Oro a Cannes, un premio Bafta e il Leone d’Oro alla carriera) è sempre stato affascinato, sin da bambino, dai racconti del nonno Agostino, emigrato da Bernalda all’inizio del ‘900. Per questo, appena ventenne, volle visitare il paese natio di suo nonno. Il regista era certo che “Bernalda bella”, come affettuosamente la chiamava il nonno, rappresentasse un legame fondamentale con le sue origini e la sua famiglia.

Nel 2005 Coppola ha acquistato Palazzo Margherita proprio con la speranza di riconnettersi al suo passato. Oggi il palazzo rappresenta a pieno l’eleganza delle residenze italiane di un tempo: ampie camere da letto, un raffinato salone decorato con stucchi, un cortile interno che apre le porte al giardino storico e, oltre le vecchie mura, una piscina. Tutto è in linea con il desiderio del regista di creare un ambiente in cui i clienti potessero vivere una vacanza da sogno: “Il miglior riconoscimento è l’aumento dei cosiddetti repeat guests, quegli ospiti che decidono di tornare a Palazzo Margherita di anno in anno”, afferma Rossella De Filippo, general manager del Palazzo. “Non c’è miglior soddisfazione”.

Traslocare emozioni

Hans Selye, medico attivo nella prima metà del ‘900 ricordato per le ricerche effettuate sullo stress, identificava nel trasloco la terza causa di affaticamento psicologico tra i cosiddetti life event traumatici per la persona. “Il nostro compito è quello di sollevare la famiglia da qualsiasi pensiero o ansia relativa al suo trasferimento all’estero”, afferma Francesco Argirò, presidente di Bliss Corporation. Un gruppo attivo nel settore della global mobility che ha compreso come, per differenziarsi sul mercato, avrebbe dovuto puntare su qualcosa di più della semplice logistica del trasloco.

Ci sono tre linee di business: Moving & Logistics, Pet Services, che si occupa del trasferimento di animali domestici, e Relocation, dedita a servizi che vanno dalla ricerca della casa a quella della scuola per i bambini, dalle pratiche di immigrazione alle utenze varie. Viaggiano in maniera verticale, quindi un cliente può acquistarne anche soltanto una, soprattutto se si tratta di una famiglia privata. E il portafoglio di questa Pmi è molto diversificato: “Abbiamo clienti retail, corporate ma anche partner mondiali, che pesano almeno il 50% sul nostro volume di affari”. Il fattore comune nei servizi Bliss? Accompagnare il cliente in tutte le fasi del servizio, facendogli vivere una esperienza unica in termini di cura, attenzione, efficienza e presenza comunicativa.

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Claudio Boso, fondatore di Care is Gold

Il bene rifugio che resiste

Dal 2000 a oggi la quotazione dell’oro è cresciuta costantemente e ha quintuplicato il suo valore registrando un incremento del 540%, solo negli ultimi cinque anni è aumentata del 60%. Il metallo più famoso e apprezzato è da sempre metafora di ricchezza e di valore. In periodi di incertezza economica e instabilità sui mercati finanziari è considerato un ottimo asset di investimento per mettere al sicuro il patrimonio nelle tempeste finanziarie. Da questa intuizione, nel 2009, Claudio Boso ha fondato Care Holding. “Ho analizzato il mondo bancario e quello dei diamanti, ma non ho trovato un mercato che facesse al caso nostro. Poi mia madre mi ha lasciato in eredità dei lingotti e con loro una grande intuizione. Ho preso questo gesto come un segnale ed è nato così l’interesse imprenditoriale nei confronti dell’oro”.

Secondo Boso, in futuro ogni persona si creerà la propria riserva aurea al fine di mettere da parte un risparmio che possa garantire a se stesso un futuro sereno. Il suo business funziona attraverso tre divisioni: prime, private e corporate. La prima consiste in una rete di vendita di professionisti in cui anche i neofiti possono imparare a crearsi una professione per promuovere l’oro. La sezione private e corporate è orientata invece ai professionisti del settore, promotori finanziari, agenti, banche, e broker che hanno voglia di aggiungere un nuovo asset per i loro clienti, puntando a democratizzare il metallo prezioso.

Cristian Specogna
Cristian Specogna

Tre generazioni di vino Docg

Salde radici locali ma un respiro internazionale. Un’azienda a gestione familiare che può contare su tre generazioni di impegno e passione ma che allo stesso tempo ha una mentalità e una visione giovane senza dimenticare il proprio passato. Sono le ‘due facce della stessa bottiglia’, quella targata Specogna: una realtà friulana che partendo dai Colli Orientali – territorio che comprende l’intera formazione collinare della porzione orientale della provincia di Udine – esporta prodotti in tutto il mondo.

Nasce da terreni straordinariamente vocati alla viticoltura per composizione ed esposizione al sole. Tutti elementi che consentono di definire un prodotto unico, oggi amato in ogni angolo del pianeta. Perché c’è un’altra parola d’ordine in casa Specogna: la qualità. È la base da cui partire per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, come conferma l’inserimento di Cristian Specogna nel gruppo dei 50 migliori vignaioli al mondo. “Una bella sorpresa che mi ha emozionato”, commenta. “Il segreto? Darci dentro senza mai fermarsi, sviluppare i propri progetti aprendo la visuale, confrontandosi e dialogando con tutti. È fondamentale comprendere quale sia il livello rispetto a chi lavora nel nostro campo, cercando di capire dove è necessario migliorare. E poi puntare a farci conoscere sempre di più”. I numeri sottolineano una condizione di eccellenza: 25 ettari coltivati a vigneti e 130mila bottiglie vendute in oltre 40 paesi.

Carolyn Smith

Riacquistare fiducia con il ballo

Un programma per sole donne concepito per aiutarle a ritrovare la propria sensualità e femminilità attraverso semplici passi di ballo e movimenti di fitness. Sensual Dance Fit nasce dall’idea di Carolyn Smith, nota dance coach internazionale e presidente di giuria dello show televisivo Ballando con le stelle del sabato sera, in onda su Rai Uno dal 2007.

Il progetto era partito per rispondere alle fatiche del suo percorso oncologico, per ritrovare se stessa, la sua femminilità, la coordinazione e la grazia che spettano ad ogni donna. Oggi Sensual Dance Fit è un’impresa con oltre 150 scuole, 10mila allieve in tutta Italia, un tasso di crescita dal 2019 ad oggi del 44% e nuove aperture previste nel mercato europeo. Dal progetto pilota lanciato nel 2016 assieme ai soci fondatori Tino Michielotto (imprenditore e ballerino, marito di Carolyn) e all’esperto di marketing Pietro Marchetti, il gruppo Sdf si è affermato in pochi anni in Italia e si è guadagnato lo status di “eccellenza” nel settore della danza.

Nino Belladonna, presidente ViaRoma Ceramiche Group

Alla conquista del settore ceramico

Dopo aver acquisito esperienze internazionali, Nino Belladonna nel 2022 ha deciso di rientrare in Italia per creare un’azienda che, in un settore come la ceramica in cui l’Italia ha una lunga tradizione, sapesse applicare il know-how dei nostri artigiani trasmesso di generazione in generazione con la voglia di sperimentazione che da sempre lo contraddistingue, per guardare al futuro attraverso un mondo dell’arredo e dell’architettura in costante cambiamento.

Dopo varie esperienze in Europa, India e Cina, dove nasce la sua prima azienda produttrice di superfici ceramiche, Belladonna fonda InCeramica, una Pmi italiana nel comprensorio di Sassuolo che in breve tempo si posiziona tra le eccellenze del distretto produttivo emiliano. I suoi rapporti stretti con il mondo dell’arredo lo portano a pensare a un salto di qualità, per fare della ceramica un elemento al passo con i tempi, capace di guardare oltre, interpretando le nuove tendenze. Nasce così Lovelight+39, collezione che guarda alle esigenze di una clientela di lusso attraverso l’unicità del prodotto, la qualità della lavorazione, l’originalità dei formati e del disegno.

Nei progetti del fondatore di InCeramica non c’è però solo l’Italia, che resta il cuore produttivo: “Il mio sogno è quello di aprire diversi store e altre gallery di Lovelight+39 a livello mondiale, nelle principali città simbolo del lusso, come Londra, Parigi, Singapore, Dubai. La prima in ordine di tempo dovrebbe proprio essere Parigi, dove ci prepariamo a sbarcare entro il 2024.

Un nome, una garanzia

Non è semplicemente il nome di un prodotto. Perché dietro quel piccolo, geniale, robusto articolo, c’è una storia che ha quasi un secolo. Una parola così diffusa e utilizzats – come del resto l’oggetto che identifica – che coincide con un cognome: Brugola. Anche il vocabolario infatti rende merito al capostipite della dinastia imprtenditoriale, quell’ìEgidio che nel 1926 fonda l’azienda Oeb (Officine Egidio Brugola, appunto), cominciando la produzione in serie di viti, ottenendo poi il brevetto della vite cava esagonale con gambo a torciglione, conosciuta ormai in Italia come ‘brugola’.

Un prodotto vincente, lasciato in eredità alla famiglia che ne capisce il potenziale e si orienta, dopo la sua scomparsa, nella produzione di viti critiche per il settore automobilistico. Oeb diventa così fornitore unico delle viti testata motore per il gruppo Volkswagen. A dare l’impulso vincente e sfruttare l’onda del boom economico è Giannantonio Brugola, figlio di Egidio, che nel 1964 prende le redini dell’azienda e la guida da presidente in una forte espansione. Il segreto? Competenze e qualità. Oggi questa Pmi produce oltre 800 tipi di viti diverse ed è stata la prima a introdurre il concetto di ‘qualità totale’ per fornire ai propri clienti solo componenti testati, geometricamente perfetti e altamente performanti.

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Cristina Brizzolari, alla guida di Riso Buono

Qualità fino all’ultimo chicco

Dieci anni fa Cristina Brizzolari aveva una società immobiliare di compravendita a Roma e a Londra, si divideva tra le sponde del Tevere e del Tamigi e soprattutto era un’amante della pastasciutta. Quando poteva concedersi un break scappava al mare, non essendo un’amante della campagna. Facile immaginare lo stato d’animo quando il suocero Luigi Guidobono Cavalchini le chiese di occuparsi della ristrutturazione dell’antico casale di famiglia a Casalbeltrame, vicino Novara, tra distese di risaie a perdita d’occhio. Ebbene, l’impossibile avvenne. Giunta alla meta, l’imprenditrice si innamorò di questi luoghi.

Decise di puntare sul riso: una tradizione secolare che risaliva addirittura al Settecento e aveva visto nel corso dei secoli avvicendarsi diversi proprietari e significativi interventi nei metodi d’irrigazione e nelle forme di coltivazione. A secoli di duro lavoro e di tradizione agricola, si è aggiunta la sfida di puntare sul re dei risi, il Carnaroli. Così è cominciata l’avventura di Riso Buono, il più amato dagli chef stellati di tutto il mondo nel suo inconfondibile contenitore in vetro. Brizzolari si è calata perfettamente nel ruolo, al punto che ormai sembra di casa in queste terre del Novarese.

Con passione e competenza gestisce la Pmi agricola La Mondina di proprietà della famiglia Luigi Guidobono Cavalchini. “La scommessa è stata coltivare il riso carnaroli classico dove non era stato mai fatto. È una pianta molto difficile e io sono stata la prima a farlo in zona. Poi in tanti hanno seguito il mio esempio. Oggi produciamo e vendiamo in tutto il mondo: da Dubai agli Stati Uniti”, dice Cristina Brizzolari. “I nostri clienti sono gli chef stellati, tanti ristoranti e pochissime gastronomie”. Ben 200 gli ettari coltivati a rotazione: 100 a riso e i restanti 100 a mais, a erba da destinare agli animali oppure a risi con tecnologia Clearfield per pulire i campi.

Sergio Momo, ceo e direttore creativo di Xerjoff Group
Sergio Momo, ceo e direttore creativo di Xerjoff Group

Il profumo del successo

Dai contrasti caravaggeschi alla riproduzione seriale di Andy Warhol, Sergio Momo, ceo e direttore creativo di Xerjoff Group, fa dell’esperienza estetica il centro delle sue creazioni. Dalla pop art di Roy Lichtenstein al sarcasmo e alla protesta della street art di Banksy e Shepard Fairey, passando per il mondo classico, Momo vive il profumo come una forma d’arte. Nelle sue essenze c’è una ricerca culturale, storica e creativa da approfondire. “Il profumo non è mai fine a se stesso, aiuta a raccontare storie”, spiega. Interpretazione multisensoriale che il fondatore ha tradotto in collezioni evocatrici dagli accenti olfattivi legati all’arte e alla musica. La collezione con Brian May, chitarrista dei Queen, è un esempio. O ancora, quella dedicata all’heavy metal, una miscela rock dedicata a Tony Iommi, chitarrista dei Black Sabbath. C’è poi Groove Xcape, essenze che si ispirano alla musica elettronica di Max Casacci, attraverso i suoni della natura, della città e della metropolitana.

Xerjoff è una Pmi nata nel 2007 a Torino. L’azienda, anche grazie allo sviluppo della piattaforma online, è cresciuta molto negli ultimi anni, registrando un +15% sul fatturato durante la pandemia. Con l’acquisizione di Casamorati, storica maison bolognese, arriva anche la svolta green del packaging ecocompatibile al 100%. Non ci sono plastificazioni, tutte le riserve sono a base di acqua, non ci sono colorazioni dannose per l’ambiente, la carta stessa è certificata. “Piccoli passi, ma per noi importanti, che hanno stravolto il modello produttivo del lusso”, afferma Sergio Momo.

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La sede di Guglielmi Serramenti

Era una piccola falegnameria

Una lavorazione che mantiene ancora il sapore della tradizione, ma viene svolta utilizzando le più moderne tecnologie, che consentono di garantire elevatissimi standard di qualità nella gestione del processo e quindi del prodotto finale. La storia di Guglielmi Serramenti nasce nel 1980 con il suo fondatore Antonio Guglielmi, ora presidente del gruppo omonimo, accompagnato poi nell’attività dai suoi figli, per quello che oggi si presenta come un punto di riferimento nel mercato dei serramenti in legno, legno/alluminio Pvc e non solo in tutta Italia.

Questo grazie alla grande attenzione posta alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente, che si accompagna a una forte propensione all’innovazione e quindi alla capacità di interpretare le esigenze del mercato attraverso un costante aggiornamento nel lavoro di progettazione, di ricerca di materiali, scelta di fornitori qualificati e uso di supporti tecnologici e informatici. Nella consapevolezza che un cliente soddisfatto resta comunque la migliore pubblicità.

Sono questi i pilastri che hanno portato il gruppo Guglielmi Serramenti ad offrire oggi ai propri clienti una vasta gamma di articoli: dagli infissi in legno, ai serramenti in legno/alluminio, in alluminio e Pvc, conservando la vocazione per l’artigianato di pregio. Il futuro? “Abbiamo già previsto un investimento da dieci milioni di euro inserito nel piano industriale 2023/2025 per sostenere lo sviluppo tecnologico e puntare all’apertura di un quarto stabilimento attraverso il quale arrivare a un incremento della produzione del 40%, con l’obiettivo di giungere a fine 2025 e raddoppiare il fatturato rispetto agli anni precedenti” afferma Antonio Guglielmi

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