Il quadro sarà presto definitivo: il 2 giugno si saprà il nome dell’ultima neopromossa in Serie A. Lo sarà una tra Venezia, Palermo, Catanzaro e Cremonese. Le semifinaliste dei playoff di Serie B hanno una proprietà rispettivamente americana, araba e italiana (sia Catanzaro che Cremonese). Tra questi proprietari c’è anche un miliardario: si tratta di Giovanni Arvedi, patron della Cremonese, che, secondo Forbes, ha un patrimonio di 1,7 miliardi di dollari.
Ma chi sono i più ricchi del calcio italiano? Come abbiamo già raccontato, è sbarcata in Serie A una famiglia con un patrimonio in grado di competere con quello dei top team europei. Si tratta dei fratelli Hartono, proprietari del Como, neopromossa nella massima serie dopo il secondo posto ottenuto nel campionato di Serie B 2023/24. Robert (83 anni) e Michael (84 anni) Hartono – Budi e Bambang i loro nomi indonesiani – sono i due miliardari indonesiani (i più ricchi del Paese) e secondo Forbes il loro patrimonio vale complessivamente quasi 48 miliardi di dollari e che li porta rispettivamente al 71° e 76° posto della classifica dei più ricchi al mondo. Gli Hartono sono i proprietari più ricchi del calcio italiano.
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I proprietari miliardari in Italia
Tra le famiglie miliardarie del calcio mondiale, 11 di queste hanno investito nel calcio italiano. Tra questi super ricchi, 7 sono italiani. Complessivamente, i loro patrimoni valgono 84,2 miliardi di dollari.
Robert e Michael Hartono, Como (Italia): 47,3 miliardi di dollari
Rocco Commisso, Fiorentina (Italia): 8 miliardi di dollari
Dan Friedkin, Roma (Italia): 6,4 miliardi di dollari
Famiglia Saputo, Bologna (Italia): 4,3 miliardi di dollari
Renzo Rosso, Vicenza (Italia): 3,7 miliardi di dollari
John Elkann, Juventus (Italia): 2,6 miliardi di dollari
Pier Silvio e Marina Berlusconi, Monza (Italia): 2,1 miliardi di dollari ciascuno
Giovanni Arvedi, Cremonese (Italia): 1,8 miliardi di dollari
Famiglia Percassi (azionista), Atalanta (Italia): 1,6 miliardi di dollari
Marco e Veronica Squinzi e Simona Giorgetta, Sassuolo (Italia): 1,1 miliardi di dollari ciascuno
Danilo Iervolino, Salernitana (Italia): 1 miliardo di dollari
Le proprietà in Serie A
Nella stagione 2024/25, il Sassuolo, la Salernitana, il Vicenza – che si sta giocando la promozione in Serie B – e la Cremonese – se non dovesse vincere i playoff -, non saranno in Serie A. Ma come sono distribuite geograficamente le proprietà del nostro massimo campionato? Con l’ufficialità del passaggio delle quote dell’Inter da Steven Zhang al fondo Oaktree, adesso sono 7 i club della Serie A a battere bandiera americana, ossia più di un terzo (il 35%).
Ma vediamo nel dettaglio – per le 17 squadre sicure di partecipare alla prossima Serie A (ci sono in ballo una retrocessione e una promozione) – le nazionalità delle proprietà dei club. Sono escluse dalla lista le squadre ancora incerte sulla partecipazione alla prossima Serie A – Frosinone (Maurizio Stirpe – Italia); Empoli (Fabrizio Corsi – Italia); Udinese (Giampaolo Pozzo – Italia) – e le sicure retrocesse in Serie B – Salernitana (Danilo Iervolino – Italia) e Sassuolo (Famiglia Squinzi – Italia).
Atalanta – Bain Capital – Stati Uniti
Bologna – Famiglia Saputo – Canada
Cagliari – Tommaso Giulini – Italia
Como – Fratelli Hartono – Indonesia
Fiorentina – Rocco Commisso – Stati Uniti
Genoa – 777 Partners – Stati Uniti
Inter – (dal 22 maggio) Oaktree – Stati Uniti
Juventus – Famiglia Agnelli – Italia
Lazio – Claudio Lotito – Italia
Lecce – Saverio Sticchi Damiani – Italia
Milan – RedBird Capital Partners – Stati Uniti
Monza – Famiglia Berlusconi – Italia
Napoli – Aurelio De Laurentiis
Parma – Krause Group – Stati Uniti
Roma – Dan Friedkin – Stati Uniti
Torino – Urbano Cairo – Italia
Verona – Maurizio Setti – Italia
Le altre categorie
Le proprietà americane sono numericamente rilevanti quanto quelle italiane e sono presenti anche nelle categorie inferiori: anche Spezia, Venezia (che si sta giocando la promozione in A) e Spal hanno proprietà a stelle e strisce. In Serie B ci sono anche “l’inglese” Pisa e “l’araba” Palermo, acquisita dal City Football Group di proprietà al 77% dell’Abu Dhabi United Group, il veicolo di investimento dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan.
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