Operare per generare un impatto positivo sulla società e sul suo capitale umano. È attorno a questo fondamento che si sviluppa l’attività di Mercer Italia. La società è presente nel nostro Paese da oltre 30 anni e, con oltre 200 professionisti, oggi serve il 95% delle aziende del Ftse Mib, come racconta Marco Valerio Morelli, ad di Mercer Italia e senior partner di Mercer.
Quali sono state le tappe chiave dello sviluppo di Mercer Italia?
Oltre all’apertura dell’ufficio di Milano, nel marzo del 1991, un anno chiave è stato il 2006, quando sono stato chiamato per avviare un progetto di sviluppo ambizioso che ha vissuto diverse fasi: una crescita organica, l’acquisizione di una storica società di consulenza del nostro Paese, la ristrutturazione dopo la crisi del 2011 e il rilancio con un piano di crescita multi-business che ha condotto ai risultati attuali, con l’apertura delle sedi di Roma e Bologna e la recente costituzione della Mercer Italia Sim, controllata al 100% da Mercer Italia.
Come riassumerebbe la vostra attività?
La nostra visione è quella di operare per generare un impatto positivo sulla società e sul suo capitale umano. Per il business dei servizi nell’ambito delle risorse umane, affianchiamo i clienti nelle fasi di trasformazione organizzativa e digitale e nelle fasi di valorizzazione e sviluppo del personale. Aiutiamo poi nella gestione della governance e nell’allineamento degli interessi tra azionisti e management, attraverso la gestione del ciclo della remunerazione e della verifica della performance. Per ciò che riguarda la consulenza di investimento agli investitori istituzionali, aiutiamo nella governance e nella costruzione dei propri portafogli, con logiche di totale indipendenza e trasparenza, per creare valore sostenibile nel lungo periodo, anche in chiave esg.
Uno dei vostri claim è: ‘Un mondo in cui l’economia e l’empatia permettono a persone e aziende di vivere in una condizione di prosperità’.
Il modello di leadership che ho costruito in Italia prevede di avere empatia e voglia di costruire insieme. Anche perché è finita l’era dei leader autoritari e autoreferenziali. Il cambiamento, l’ingaggio e il rispetto dei dipendenti si ottengono generando fiducia e ascolto, anche accettando l’errore, come elemento da cui apprendere per migliorarsi.
Avete anche ottenuto la certificazione per diversity & inclusion.
Sì, ma la certificazione è solo un tassello di un lungo lavoro strategico condotto dal nostro team, che si basa sulla promozione della crescita professionale, sulla diversità nelle assunzioni, sull’inclusione delle idee di tutti e sul rifiuto di discriminazioni e di ogni forma di abuso. La nostra linea dirigenziale è composta da donne per il 59% e da uomini per il 41%, anche nelle posizioni di leadership. Diamo spazio alle nuove leve: organizzo personalmente dei caffè in cui le persone più giovani in Mercer hanno la possibilità di esprimere le proprie idee e raccontare le loro esigenze.
Per quanto riguarda welfare, servizi e benefit aziendali, che cosa garantite ai vostri dipendenti?
Per noi i benefit sono una cosa seria: non basta distribuire a tutti lo stesso pacchetto, ma occorre ascoltare le esigenze individuali. Abbiamo sia un’offerta strutturata per livello, sia pacchetti personalizzati e integrativi, che si collegano alle diverse esigenze della vita personale e professionale.
Che cosa fate per l’ambiente e il territorio?
Il programma social impact di Mercer, dentro il più ampio programma del nostro azionista Mmc, coinvolge i dipendenti in iniziative benefiche e di volontariato strutturate e misurabili. Inoltre, tramite la piattaforma Benevity, Mercer è in grado di raddoppiare le donazioni dei dipendenti. Il volontariato fa bene a chi lo pratica: non solo le ore vengono rimborsate a cedolino paga, ma al raggiungimento di dieci ore l’azienda riconosce 100 dollari al dipendente, da erogare, sempre tramite piattaforma, all’associazione preferita.
Che risultati avete ottenuto?
La maggioranza dei nostri clienti lavora insieme a noi da oltre dieci anni. Serviamo oltre 700 operatori economici privati e pubblici, nazionali e internazionali, quotati e non quotati. Quest’anno, poi, abbiamo anche ottenuto un’ottima posizione nella scorecard Ecovadis, leader mondiale per le valutazioni nel campo della responsabilità sociale d’impresa e della gestione della sostenibilità.
Qual è stata la crescita, in termini di persone e di business, negli ultimi anni, e in particolare nel 2023?
Abbiamo chiuso il 2023 con una crescita del 12% dei ricavi e del 18% dei profitti. La forza lavoro è cresciuto di circa il 10% e, soprattutto, abbiamo riscontrato un alto tasso di soddisfazione da parte dei clienti.
Esiste una correlazione tra clima aziendale positivo e business?
Certamente. L’azienda empatica e sostenibile, come abbiamo evidenziato nello studio Global Talent Trends del 2022, si dimostra più efficace sul mercato e più produttiva. E l’ingaggio è frutto dello stile di leadership e della capacità di ascolto e di risposta dei bisogni della popolazione aziendale. Conoscere le motivazioni dei lavoratori, tramite strumenti analitici adatti, aiuta a capire quali leve gestionali usare in azienda e quali elementi di ingaggio mettere in piedi per rispondere a tali bisogni.
E il futuro?
Partendo dal presupposto che il 2024 sarà un altro anno positivo, stiamo anche valutando di aggiungere competenze ed esperienze al nostro team, anche attraverso acquisizioni. Ma non è tutto. Perché le sfide sono diverse, soprattutto considerando che siamo alle soglie di un cambiamento epocale, in cui uomo e macchina collaboreranno sempre più, mettendo a disposizione le proprie forze: per la macchina, l’elaborazione generativa, per l’uomo la scelta e la comprensione del contesto. Le aziende dovranno essere agili e innovative e mettere al centro valori e competenze.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .