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Jimmy Ghione
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Jimmy Ghione, giornalista-imprenditore: continua la “Striscia” di successi e investe nel padel ecosostenibile

Bello, fisico prestante, nato ricco, una carriera da attore, figura iconica dell’inviato di “Striscia la notizia”. Bella la vita, eh? Fermi tutti. Per Jimmy (Gianluigi) Ghione non è stato proprio così. La sua vita bella, serena, ricca di soddisfazioni di oggi ha dovuto conquistarsela pezzo per pezzo. Nato ricco, davvero, in una famiglia di costruttori torinesi che hanno alzato palazzi e steso strade, ha avuto modo di frequentare la migliore borghesia sotto la Mole, di andare a scuola al San Giuseppe con Giovannino Agnelli, sfortunato erede prediletto dell’Avvocato, di studiare dinasticamente da geometra in Svizzera e poi recitazione negli Stati Uniti.

Però, a un certo punto, l’incantesimo si è rotto. Suo padre decise di scommettere tutto sull’Arabia Saudita e concentrò le sue attività alla corte degli emiri. Non ebbe fortuna, anzi proprio non funzionò anche perché a quei tempi, anni 80 del secolo scorso, gli arabi non erano così di casa come lo sono oggi. La famiglia Ghione perse tutta la sua fortuna e Jimmy dovette reinventarsi. Non poté contare nemmeno sull’eredità: alla sua morte il padre gli lasciò tre cravatte di Hermes e nulla più.

“Ho sempre fatto sport, dal calcio allo sci”, racconta Jimmy. “E ai raduni, agli incontri, alle feste, appena vedevo un microfono lo impugnavo e cominciavo a parlare. Ho scoperto così, naturalmente, di avere una vena artistica. Anche i miei, a dire il vero, ci hanno messo del loro: sia papà che mamma erano due tipi molto simpatici, socievoli, amavano ridere, stare con le persone. Io sono figlio loro”.

Il successo con Striscia

Il fisico lo ha aiutato, le capacità (innate) sono maturate cammin facendo, studiando recitazione in Florida, con i primi lavori, i primi fotoromanzi, un po’ di radio, una vita tra alti e bassi. Poi verso la fine degli anni 80 ha cominciato ad affacciarsi al cinema con ruoli secondari ma si capiva che ormai la strada era quella giusta anche se non proprio liscia. Nel 1997 è arrivata la svolta con l’incontro con Lorenzo Beccati, autore e stretto collaboratore di Antonio Ricci, il padre di Striscia la notizia e di tante trasmissioni di successo. Tra l’altro Beccati, proprio in quella trasmissione, doppiava la voce del Gabibbo. Jimmy buca lo schermo, funziona, tanto che è da 27 anni che continua a far parte del team. E chi se lo scorda a caccia di prodotti farlocchi del Made in Italy o a scoperchiare pentole di succulento malaffare e in grado contemporaneamente di denunciare e far fare un sorriso agli spettatori? O in campagna con servizi tv contro la caccia ai rinoceronti in Costa d’Avorio i cui corni vengono venduti a 100mila dollari al chilo perché si pensa che siano afrodisiaci?

Ma il colpo arriva con un servizio, sempre per Striscia, sul narcotraffico colombiano. Anzi, sull’anti-narcos. Volando sopra i campi coltivati di canapa con gli elicotteri dell’esercito colombiano che combattevano il cartello della droga, Jimmy è riuscito a realizzare un servizio che ha fatto il giro del mondo per dimostrare che la Colombia poteva essere un paese per turisti, dove passare una vacanza, un paese, per certi versi, “normale”. I colombiani sono entusiasti di lui tanto che il presidente della Repubblica colombiana, Alvaro Uribe, gli conferisce il titolo di Colombiano de Corazon con passaporto e cittadinanza colombiana. Tanto per avere un’idea dell’importanza, tra gli insigniti di questo premio c’è stato anche Bill Clinton.

L’investimento nel padel

E ora? Ora continua a fare l’inviato di Striscia, guai a chi lo tocca. Però nel frattempo ha messo in campo la sua vocazione ereditata dal padre per l’imprenditoria: così in questi anni, ha comprato e venduto immobili, ha messo insieme una collezione di orologi e riempito un garage di auto d’epoca. È convinto che una delle principali ricchezze nella vita di un uomo sia il tempo, e infatti appena può lo impiega a cavallo di una delle sue due Harley Davidson con cui ama percorrere tutta l’Italia. “È un paese fantastico e pieno di cose da scoprire. Ce ne sono così tante che in 40 anni che abito a Roma non sono riuscito nemmeno a vedere metà delle sue bellezze”, dice Jimmy scherzando, ma poi mica tanto.

Vive per i suoi due figli Gabriele e Federico di 19 e 13 anni. Tutti e due studiano in America e nel loro futuro è facile prevedere carriere ed esperienze internazionali. Le passioni innate di Jimmy per l’imprenditoria e per lo sport lo hanno portato a fare l’imprenditore sportivo. Era scritto nel destino. A Noale, vicino Venezia, ha comprato tre ettari di terreno e ha aperto un circolo di padel. Lo ha chiamato Oasj “perché è effettivamente un’oasi a cui ho aggiunto la J di Jimmy”, racconta con soddisfazione. Intorno ai campi, in un contesto assolutamente eco-compatibile e sostenibile, nascerà un grappolo di Bed & Breakfast. È follemente innamorato del posto e di questa impresa. Però chi lo conosce sa che il motore della sua Harley è sempre acceso per portarlo verso nuove avventure.

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