Articolo tratto dal numero di luglio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Bruno Gattai, milanese, 59 anni, è il socio fondatore e il managing partner di PedersoliGattai, la nuova sigla nata quest’anno dall’aggregazione tra gli studi legali Gattai, Minoli, Partners e Pedersoli e un terzo gruppo di professionisti proveniente da uno dei principali studi italiani. L’operazione è stata definita da molti rivoluzionaria per le dimensioni e per l’accelerazione che può imprimere al mercato. Appena nato, il nuovo studio legale può contare su 400 professionisti, 118 milioni di euro di fatturato e sedi a Milano, Roma e Torino. A maggio la directory internazionale Chambers Europe lo ha premiato a Parigi con l’Outstanding Contribution Award, premio a oggi assegnato solo ad altri due avvocati italiani.
Legale di riferimento nel settore del private equity, Gattai è a tutti gli effetti un avvocato ‘rainmaker’, ossia in grado di fare la differenza a livello di clienti e di mandati che può generare e seguire. Il suo ruolo non è infatti solo gestionale, ma soprattutto operativo: è sempre in prima linea con il cliente e nelle diverse trattative ed è anche l’avvocato di fiducia di importanti famiglie imprenditoriali, come i Barilla.
Dalle piste alla legge
L’avvocatura non è stata l’unica passione di Gattai, che ha lasciato il segno e si è imposto anche nello sci agonistico e nel giornalismo sportivo. Da giovane è stato campione italiano di discesa libera nel 1978, con una carriera promettente interrotta da un grave incidente sulle piste. Dal 1984 al 2000 è stato telecronista sportivo e commentatore delle gare di sci, e in particolare del fenomeno Alberto Tomba. Sono memorabili le telecronache in cui ha cambiato le regole del gioco del commentatore sportivo: competenza tecnica unita a passione. Ancora oggi ci sono su Facebook gruppi di suoi fan. D’altra parte, lo sport è sempre stato nel suo dna, come sciatore e come figlio di Arrigo Gattai, che è stato presidente del Coni.
Dopo la prima esperienza, come partner prima e managing partner poi, nello studio legale inglese Simmons & Simmons, nel 2001 ha fondato la practice italiana di Dewey Ballantine, studio americano di cui è diventato membro del comitato esecutivo globale. L’avventura di Dewey, nel frattempo fuso con LeBoeuf, è finita nel 2012 per motivi legati alla crisi finanziaria che aveva colpito il colosso americano della consulenza, che, da un giorno all’altro, si trovò a chiudere le proprie sedi. Da quel momento difficile, però, è nata la grande avventura imprenditoriale di un gruppo di 25 avvocati, riuniti intorno ai fondatori, che hanno fatto nascere Gattai, Minoli, Partners, prima con una sede a Milano, in via Manzoni, e poi con la sede di Roma. Una sfida che si è rivelata subito vincente e che ha visto crescere lo studio a ritmi elevati, a livello sia di fatturato che di numero di professionisti.
La nascita di PedersoliGattai
In poco tempo questa realtà è diventata un riferimento del mercato della consulenza corporate m&a e si è trasformata in polo di attrazione per professionisti di esperienza, che progressivamente hanno ampliato il team aprendo nuovi dipartimenti. Una storia di successo che quest’anno ha trovato nuova linfa con l’aggregazione con lo studio Pedersoli e con l’ingresso di un terzo gruppo di professionisti, guidati dall’avvocato Carlo Montagna. L’avventura è appena iniziata, ma il mercato sta percependo la centralità di questa nuova sigla in tutte le principali operazioni che si stanno finalizzando.
Gattai pensa che l’opportunità di entrare in un grande studio legale non debba essere preclusa a nessun ragazzo che ne abbia le capacità, indipendentemente da dove parte. Sua l’idea del programma Diritto allo Studio, un progetto che ogni anno individua quattro ragazzi meritevoli provenienti da contesti socialmente ed economicamente vulnerabili, a cui viene erogata una borsa di studio perché possano studiare all’Università Statale e prendere la laurea in legge. Successivamente sarà loro assicurato l’inserimento lavorativo nello studio, con training sul campo post-laurea con un contratto e una retribuzione garantiti per due anni. Un progetto che Gattai definisce di ‘ascensore sociale’, che offre una chance a chi se lo meriterà. Il 2024 per Gattai è importante non solo per l’avvio di questa nuova avventura, ma anche per il ritorno allo scudetto della sua squadra calcistica, l’Inter, che segue sempre dalla tribuna di San Siro.
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