Tutti sanno chi sia Batman, ma quasi nessuno conosce il volto sotto la maschera. La vita di Terry Taylor si può quasi riassumere così. Le sue concessionarie d’auto sono in ampie zone degli Stati Uniti, eppure di lui, proprietario dell’intera catena, fino a pochi mesi fa si sapeva pochissimo. Nessuna intervista, pochissime apparizioni pubbliche, addirittura scarsa presenza a riunioni e incontri con i manager. Eppure il talento imprenditoriale di Taylor è lì da vedere, come una bella auto in vetrina.
Nei mesi scorsi l’edizione americana di Forbes ha rincorso fonti e inseguito informazioni sul nativo della Virginia, classe 1951, fino a quando, un giorno, ad alzare il telefono non è stato lo stesso Terry, che ha deciso di gestire la questione in prima persona. “So che avete contattato praticamente tutti quelli che conosco, quindi ho pensato che fosse giunto il momento che sentiste le cose direttamente da me”, ha detto. Ha ammesso, inoltre, che i suoi tentativi di mantenere una segretezza quasi assoluta sono intenzionali.
Automotive Management Services. È questo il nome di uno dei più grandi gruppi di concessionarie automobilistiche degli Stati Uniti da cui partire per cercare di riavvolgere il nastro della vita e della carriera di Terry Taylor, patrimonio stimato da Forbes in circa 1,9 miliardi di dollari.
La storia di Terry Taylor
L’inizio della storia è tutto in famiglia. Il padre decise di aprire un concessionario di Ford usate a Daytona Beach, in Florida, dopo essere tornato da un periodo di quattro anni nel corpo dei Marine. Terry lavorò in quella concessionaria durante l’adolescenza e i registri aziendali della Florida mostrano una precoce nomina a vicepresidente nel 1975, a 23 anni. Non molto tempo dopo, il padre decise di vendere. Usando i soldi raccolti lavorando per il padre, Taylor si mise in proprio e nel 1982 acquistò la prima concessionaria di automobili nuove, sempre per vendere Ford a Daytona Beach. Il primo di un lungo elenco, che oggi conta circa 120 concessionarie in tutti gli Stati Uniti.
L’espansione della rete di concessionarie oltre i confini della Florida avvenne tra la metà e la fine degli anni ’80. Trasformò il business e cambiò anche le strategie di gestione: mentre continuava ad acquistare concessionarie durante gli anni ’90, spesso manteneva in carica il direttore generale dell’attività appena comprata, offrendogli azioni per continuare a gestire il business sul campo, mentre lui manteneva la maggioranza della proprietà. “Gran parte del successo in questo campo è merito delle persone”, dice Taylor. “Quando hai le persone giuste, di solito hai successo”.
Il boom del nuovo millennio
Intorno al 2000 Taylor iniziò a spostarsi verso l’alto, con marchi di lusso come Mercedes, Lexus e Porsche a rappresentare una porzione crescente del suo impero e del suo profitto. I ricavi crescevano in proporzione al prestigio dei marchi in vendita. Negli anni della crisi economica, intorno al 2010, Taylor riuscì a rimanere a galla diversificando i servizi delle sue concessionarie, e anzi riuscendo ad acquistarne molte a basso prezzo tra quelle che non ce la facevano (si stima che il numero di concessionarie di Taylor in quegli anni sia cresciuto del 15%).
Sempre più visibilità come business, sempre meno intenzione di apparire in pubblico. “Mi piace mantenere un basso profilo”, ha spiegato Taylor. “Rende le cose molto più facili”. Ancora oggi Terry si trova molto spesso nel suo ufficio sul lungomare di West Palm Beach, in Florida, insieme a diverse centinaia di altri dipendenti. “Sto ancora facendo la stessa cosa che facevo 30, 20, 10 anni fa”, dice Taylor. “Sono ancora nella nostra sede centrale quasi tutti i giorni”. “È come Batman”, dice una fonte a Forbes. “Senti parlare di lui e ammiri il suo lavoro, ma nessuno lo ha mai visto dal vivo”.
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