Articolo tratto dal numero di ottobre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
In un’azienda diventata celebre per i suoi sistemi riconfigurabili all’infinito, il concetto di circolarità non è nuovo. Usm Modular Furniture, realtà svizzera produttrice di arredi modulari, ha da poco presentato l’ultimo Sustainability Report: The Road to Circularity, un manifesto della visione dell’azienda e una presa di impegno nei confronti dell’ambiente e delle persone. Pubblicato a settembre, analizza l’approccio alla sostenibilità dell’azienda nel biennio 2021-2022, fissando gli obiettivi per il futuro, approvati ufficialmente dall’organizzazione internazionale Science Based Targets Initiative (Sbti).
“Molti aspetti del design circolare fanno parte dell’etica della nostra azienda da quando abbiamo iniziato a progettare e a produrre mobili modulari. Questi principi di progettazione, come l’adattabilità e la durabilità, sono alla base dell’approccio di Usm alla sostenibilità dei prodotti”, spiegano nel report Alexander Schärer e Judith Stuber-Schärer, co-titolari di Usm e figli di Paul Schärer, fondatore dell’azienda.
La filosofia dell’azienda
Simbolo della filosofia di Usm Modular Furniture è infatti il sistema di scaffalatura modulare Usm Haller, formato da elementi componibili realizzati in lamiera di acciaio inseriti in una struttura fatta di tubi e giunti sferici cromati. Un arredo eternamente contemporaneo, pensato per essere riconfigurato a seconda dei bisogni. Progettato nel 1965 da Paul Schärer in collaborazione con l’architetto Fritz Haller, è rimasto il prodotto di punta dell’azienda, diventando l’emblema dei valori e degli obiettivi di Usm, ovvero la volontà di dare forma ad arredi resilienti e sostenibili perché ideati per durare una vita e oltre.
Diventare un’azienda completamente circolare
In questo contesto si inseriscono gli intenti e le azioni concrete per la riduzione dell’impronta ambientale in programma per gli anni a venire: entro il 2030, Usm si è impegnata a ridurre del 42% le emissioni assolute di gas serra di ambito 1 e 2, ovvero direttamente controllabili, come il riscaldamento, l’elettricità e la combustione del parco veicoli. Per quanto riguarda le emissioni di ambito 3, legate a materiali di produzione, acquisto di attrezzature di produzione, logistica e pendolarismo, il target è una riduzione del 25% entro il 2030 rispetto al 2021.
“Aspiriamo a diventare un’azienda completamente circolare, i cui prodotti rimangano in uso per tutta la loro potenziale durata di vita e vengano realizzati in modo efficiente dal punto di vista energetico, idrico e delle risorse, generando emissioni minime di gas a effetto serra”, proseguono Alexander Schärer e Judith Stuber-Schärer. Per monitorare questo aspetto in modo responsabile, Usm ha aderito all’iniziativa Science Based Targets per ridurre le emissioni in linea con le direttive dell’Accordo di Parigi. Inoltre l’azienda continua a certificare le sue linee di prodotti con il Cradle to Cradle Institute per garantire l’aderenza ai principi circolari in tutto il processo produttivo.
La road map di Usm
In linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 delle Nazioni Unite, Usm ha definito una road map per concretizzare i suoi propositi. Nella prima fase (entro il 2025), orientata alla riduzione delle emissioni a breve termine, si impegna all’acquisto di acciaio prodotto con minori diffusioni di CO2, all’esplorazione delle alternative all’uso del trasporto aereo, all’introduzione di veicoli a combustibili non fossili, alla revisione degli imballaggi e degli scarti di produzione e all’introduzione di modelli di business circolari per i clienti.
Per la seconda fase (2026–2029), diretta alla riduzione delle emissioni su larga scala, Usm prevede l’approvvigionamento di acciaio prodotto senza l’uso di combustibili fossili, la realizzazione di modelli produttivi con un minor uso di materiale e la modernizzazione dell’impianto di verniciatura a polvere perché utilizzi alternative al gas propano. Per la terza fase (2029 – 2030), l’azienda si impegna a raggiungere una circolarità completa dei processi produttivi, dal design all’incentivo alla restituzione degli arredi dopo l’uso e al loro ricondizionamento. “Ridurre le nostre emissioni a un ritmo così impegnativo è una sfida stimolante per un’azienda con un patrimonio così ricco di design e ingegneria”, ha spiegato Thomas Dienes, direttore della sostenibilità di Usm. “Una delle soluzioni che più ci attraggono è l’economia circolare. La flessibilità e la longevità di un sistema modulare come quello di Usm offrono enormi opportunità di riutilizzo e riconfigurazione. Stiamo esplorando diversi modelli di business e il modo in cui possono funzionare per i nostri clienti, per massimizzare la durata di vita dei nostri prodotti”.
L’importanza di coinvolgere tutti i dipendenti
Sul fronte umano invece, Usm si è posta l’obiettivo di “attirare, coinvolgere, motivare e trattenere i talenti per guidare e realizzare gli scopi e gli obiettivi dell’azienda”. Il tempo medio di impiego in Usm a livello internazionale è di 11,1 anni, mentre nella sede svizzera è di 15,2. Per diffondere una cultura del rispetto ambientale, nel 2021 Usm ha creato un Knowledge Hub interno che include informazioni sui concetti chiave della sostenibilità e sull’economia circolare. Il Knowledge Hub fornisce un canale di feedback diretto dove comunicare idee, domande e preoccupazioni. “Nello sviluppo della nostra visione e della nostra road map, è stato molto utile coinvolgere tutti i dipendenti e i partner dell’azienda. È bello vedere che è iniziato un movimento comune per aiutare l’azienda a diventare davvero circolare”, conclude Dienes.
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