Articolo tratto dal numero di ottobre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Comunicazione e interazione sono ingredienti indispensabili per il successo delle imprese. Senza comunicazione interna, processi e outcome, le aziende rischiano di non poter esprimere il loro massimo potenziale. È in questo campo che opera Interacta, la piattaforma tecnologica ideata da Dinova, parte del gruppo Maggioli, progettata per migliorare la produttività e l’engagement dei dipendenti attraverso una comunicazione più efficace, una collaborazione ottimizzata, la condivisione della conoscenza e la gestione semplificata dei processi.
Interacta ha più di 150 clienti ed è presente direttamente e con una crescente rete di partner in Italia, Spagna e Grecia. Dinova fattura 80 milioni, ha 300 dipendenti e oltre 1.500 clienti. Forbes ha intervistato Cristiano Boscato, ceo e fondatore di Dinova, precedentemente Injenia, e creatore di Interacta. Boscato è anche direttore accademico e professore aggiunto alla Bologna Business School, è un esperto di intelligenza artificiale e trasformazione digitale. È autore del libro In una notte d’estate ho visto il futuro e ha conseguito una laurea in studi semiotici sotto la guida dello scrittore e semiologo Umberto Eco.
Come sta andando la crescita di Interacta in termini di espansione di mercato e clienti?
La crescita è stata significativa, registrando un aumento anno su anno del 70%. Per una piattaforma che genera diversi milioni di euro di fatturato, è un risultato importante. Credo che la chiave del successo risieda nell’aver anticipato il bisogno di strumenti di collaborazione che migliorano non solo la produttività, ma anche l’engagement delle persone. Abbiamo creato un ambiente in cui le persone trovano senso in ciò che fanno, crescono professionalmente e migliorano le loro competenze, soprattutto in un’epoca in cui il reskilling e l’upskilling sono essenziali. Questo è stato il motore della nostra crescita.
Quali sono i vostri piani di espansione internazionale?
L’esigenza di strumenti di collaborazione è universale. In molte parti del mondo è un tema già molto avanzato e l’espansione internazionale è per noi una conseguenza naturale. Prevediamo un’espansione ancora più ampia nel nostro piano industriale 2025-2027, che includerà tutto il territorio europeo, compreso il Regno Unito.
Parliamo del prodotto: quali saranno le novità?
Abbiamo in programma il lancio di una versione gratuita di Interacta, ispirata ai modelli di altri grandi player del settore. L’idea è rendere la piattaforma disponibile su marketplace in modalità freemium, seguendo esempi come quello di Slack, ampliando il nostro target di aziende. Stiamo iniziando a vedere un’adozione crescente anche tra le pmi italiane, che utilizzano Interacta per gestire i loro processi, dal commerciale al marketing, dall’after sales alla ricerca, rendendolo un digital workplace completo, non solo una semplice intranet. La nostra forza sta nella capacità di unire la comunicazione e i processi in un’unica piattaforma.
Il vostro approccio di ‘Umanesimo digitale’ si riflette nell’attenzione verso il benessere aziendale e la felicità. Quali iniziative avete intrapreso in questo ambito?
Abbiamo sviluppato un Manifesto dell’Interazione Naturale, la cui prima tesi è dedicata alla felicità. Il nostro concetto va oltre l’idea di ‘felicità al lavoro’; parliamo di ‘felicità nel posto di lavoro’, ovvero la capacità delle persone di autodeterminarsi e trovare soddisfazione nel loro ambiente lavorativo. Crediamo che una parte fondamentale della felicità derivi dall’uso degli strumenti giusti, ed è qui che entra in gioco Interacta. Il nostro obiettivo è creare una piattaforma che si adatti al modo in cui le persone comunicano e collaborano, permettendo loro di esprimere se stesse. È un cambiamento rispetto al vecchio paradigma, dove l’uomo si adattava alla tecnologia per migliorare la produttività. Ora, la produttività deve andare di pari passo con l’autoaffermazione delle persone. Abbiamo notato un incredibile impatto sui nostri clienti. I kpi di soddisfazione sono altissimi, con un’adozione della piattaforma che arriva fino all’80-85%, contro il 20-30% di una intranet tradizionale. Questo dimostra quanto Interacta sia efficace nel creare un ambiente di lavoro più felice e collaborativo.
Un tema centrale oggi è l’intelligenza artificiale. Come state investendo in questa tecnologia e qual è la sua opinione personale al riguardo? Cosa pensa che dovrebbero fare le istituzioni?
Credo che l’IA sia una tecnologia inevitabile e neutra di per sé, ma che avrà un impatto enorme sul mondo nei prossimi 10-15 anni, un cambiamento che oggi è difficile da immaginare. Un esempio? Un neonato potrebbe crescere con un’app che funge da medico e insegnante personale. Tuttavia ci sono questioni etiche, legali e sociali che le istituzioni dovrebbero affrontare. A oggi stanno facendo troppo poco, e rischiamo di vedere gravi squilibri nel mondo del lavoro e nella distribuzione della ricchezza. La sola regolamentazione non basta: serve una gestione attiva del suo impatto. In Dinova abbiamo integrato l’IA in Interacta, collaborando con alcune delle più grandi aziende italiane. L’IA, per noi, è uno strumento per migliorare la conoscenza e supportare i processi decisionali, come un ‘collega’ aggiuntivo. Tuttavia, il rischio è delegare troppo all’IA, che rimane uno strumento di analisi statistica. È l’intuito umano, infatti, a continuare a fare la differenza nel comprendere e applicare le buone pratiche.
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