È uscita la nona puntata del podcast Talent Stories, progetto curato da Forbes Italia che racconta, in collaborazione con Talent Garden, importante realtà dell’Edutech in Europa, il talento insieme a tutti quei professionisti che il talento lo sanno riconoscere, promuovere e coltivare.
Ospite della puntata è il giornalista Fabio Caressa, che ripercorre le tappe più importanti della sua carriera e l’evoluzione della professione. Un viaggio alla scoperta del talento, partendo da alcuni momenti della carriera del giornalista: “Ho iniziato nel 1986 al Corriere Laziale per poi approdare a Teleroma 56 da dove sono usciti colleghi come Massimo Marianella e Sandro Piccinini. Per me è stata una scuola importantissima che mi ha insegnato il mestiere da tutti i punti di vista”.
Ma quali consigli per i giovani che sognano di fare i giornalisti? “Oggi è sempre più difficile guadagnare facendo questo mestiere, ma allo stesso tempo c’è un accesso più democratico grazie alle piattaforme digitali. Chi lavora sui social è un operatore della comunicazione con tutte le responsabilità di questo ruolo e dovrebbe essere riconosciuto come tale”, dice Caressa.
“Se una persona riesce a far crescere il suo talento con grande professionalità e studio l’occasione arriva sempre. Il treno passa per tutti, la cosa importante è essere sicuri di avere il biglietto giusto in mano. Per fare questo bisogna essere ogni giorno più preparati di quello prima”.
Oggi per stare un passo avanti è importante riuscire anche a intuire quelle che sono le nuove tecnologie: “Viviamo in un mondo dominato dagli algoritmi e dall’AI. Il professionista deve intuire le potenzialità di questi strumenti di analisi. Bisogna adeguarsi e non resistere al cambiamento. All’inizio ero diffidente al digitale, poi ho deciso di affidarmi a una società che mi ha permesso di capire questo mondo. Un mondo che va affrontato dall’interno per capire lo sviluppo e le sue dinamiche. Un flusso che per tempi e linguaggi è differente dal flusso a cui ero abituato”.
E a proposito di talento, non può mancare un pensiero sulla situazione del calcio italiano confrontato con i successi raggiunti da campionati come la Premier League: “In Premier sono stati bravi nello sviluppo internazionale del prodotto. Noi invece abbiamo preferito continuare a pensare che il nostro calcio fosse il più bello di tutti. La differenza è soprattutto sui diritti internazionali, non solo quanto vengono pagati ma anche quanto il calcio inglese viene visto nel mondo. Questo ha allargato il loro mercato, mentre il nostro è rimasto rintanato nel suo recinto. Per crescere dobbiamo muoverci come sistema. Uscire dalle individualità e dagli interessi personali per abbracciare una nuova visione internazionale”.
Il progetto Talent Stories coinvolge diversi speaker e professionisti provenienti dal mondo dello sport, dell’arte, della letteratura, del business e del management creativo e digitale, che intervengono per dare la loro personale visione del concetto di talento. Per la prima stagione sono previste 14 puntate con cadenza quindicinale. Il podcast sarà trasmesso sulle piattaforme Spreaker, Google Podcast, Apple Podcast e Spotify.
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