Le complesse operazioni richieste dall’IA richiedono strumenti sempre più sofisticati e potenti. Processori dedicati, unità di elaborazione grafica (Gpu) ad alte prestazioni e piattaforme software all’avanguardia stanno lavorando in sinergia per consentire alle macchine di apprendere, ragionare e prendere decisioni in modo autonomo.
Uno studio di Bain & Company stima per il mercato globale dell’hardware e software legato all’IA una crescita compresa tra il 40% e il 55% all’anno, raggiungendo un valore compreso tra i 780 e i 990 miliardi di dollari entro il 2027.
I trend del futuro
Secondo il Global Technology Report 2024 di Bain, sono diversi i trend che potrebbero portare il mercato dell’AI a crescere fino a sfiorare il trilione di dollari nei prossimi tre anni: dall’espansione della domanda di computing, associata allo scalare dei modelli di AI, alla crescita accelerata delle infrastrutture dei data center e la ricerca di una maggiore sovranità delle piattaforme di AI.
“L’IA generativa sta guidando l’attuale ondata di innovazione,” spiega Mauro Colopi, partner di Bain & Company e responsabile italiano Tmt. “Tuttavia, per generare valore su vasta scala, le aziende dovranno trasformare profondamente i loro processi dove l’accento sull’evoluzione a scala diventa imperativo del prossimo triennio. Adottare una strategia pervasiva dell’AI nelle diverse aree di operatività aziendale sarà cruciale per rimanere competitivi in un contesto in continua evoluzione”.
L’evoluzione dei data center
Lo studio stima per i carichi computazionali una crescita del 25%-35% all’anno fino al 2027, con un conseguente incremento della domanda di potenza di calcolo, che spingerà i data center a evolvere verso dimensioni di oltre un gigawatt.
I costi di costruzione di questi grandi data center – attualmente compresi tra 1 e 4 miliardi di dollari – potrebbero raggiungere i 25 miliardi nei prossimi cinque anni. In parallelo, la crescente domanda di Gpu potrebbe far aumentare del 30% la richiesta di componenti critici entro il 2026, rischiando una nuova potenziale carenza di semiconduttori, simile a quella sperimentata durante la pandemia.
I benefici dell’IA generativa
Il ruolo sempre più centrale dell’IA ha portato governi come quelli di Canada, Francia, India e Giappone a investire miliardi di dollari in infrastrutture nazionali e modelli basati su dati locali. “Stabilire ecosistemi di AI sovrana di successo sarà un processo lungo e incredibilmente costoso chi riuscirà a cogliere questa sfida potrà ottenere vantaggi competitivi significativi”, prosegue Colopi.
L’espansione dell’IA generativa, rappresenta inoltre un motore evolutivo dell’intero mercato dell’information technology abilitando una migliore l’efficienza nello sviluppo software, con conseguenti evoluzioni nei modelli di offerta degli It Service Provider e un’opportunità di snellimento del R&D degli attori del software.
Bain stima che l’AI generativa potrebbe ridurre del 10%-15% i tempi di sviluppo, ma per ottenere i massimi benefici è necessaria una corretta implementazione: “Utilizzare l’AI generativa per ottenere miglioramenti significativi nello sviluppo software è possibile, ma richiede sforzi che vanno oltre l’introduzione di assistenti alla codifica. Per quanto riguarda l’implementazione dell’AI, i team di ingegneria dovrebbero guidare le efficienze end-to-end incorporando altre tecniche avanzate come l’analisi statica e coprendo l’intero ciclo di vita dello sviluppo software, inclusi gestione del prodotto, refactoring, revisione del codice, test e gestione della build/rilascio”, aggiunge Colopi.
E in Italia a che punto siamo con l’IA?
Nel nostro Paese, per il mercato dell’AI, attualmente valutato a 0,8 miliardi di euro, si prevede una crescita fino a 2,5 miliardi di euro entro il 2027, in linea con le tendenze globali. “Tuttavia l’adozione dell’AI nelle imprese italiane è ancora inferiore rispetto alla media europea: solo il 7% delle Pmi e il 24% delle grandi imprese italiane hanno implementato soluzioni di AI, contro una media UE rispettivamente del 9% e del 30%. Questo evidenzia la necessità di iniziative strategiche per accelerare l’adozione dell’AI, ma indica anche un significativo potenziale di crescita per le imprese italiane.
L’Italia ha un posizionamento solido in settori strategici come robotica industriale, manifattura e l’aerospazio, dove l’adozione dell’AI potrebbe incrementare il vantaggio competitivo. Tuttavia, un ritardo nella sua adozione potrebbe compromettere la competitività del Paese nei prossimi anni. Le aziende italiane devono quindi sviluppare una roadmap chiara per implementare l’AI, che includa la trasformazione dei processi aziendali e lo sviluppo di competenze specifiche”, dice Colopi.
“Inoltre, il settore dei data center rappresenta un’opportunità importante per l’Italia, che sta attirando l’interesse di investitori e operatori, con una prevista crescita del 18%-20% annuo della capacità dei data center entro il 2030. L’AI, offre un’opportunità unica al Paese per rafforzare la propria competitività, sfruttando tecnologie emergenti e costruendo un ecosistema di filiera innovativo e sostenibile”.
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