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Cosa fa Physical Intelligence, la startup dei robot sostenuta anche da Amazon e OpenAI

La nuova età dell’oro americana, promessa da un Donald Trump spalleggiato da Elon Musk, potrebbe avere come protagonisti non gli esseri umani, ma i robot. “Entro il 2040” ha detto l’uomo più ricco del mondo “Almeno 10 miliardi di robot umanoidi con un prezzo tra 20 mila e 25 mila dollari saranno tra noi per aiutarci nelle aziende e nelle case”.

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Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa rende i robot umanoidi sempre più capaci di svolgere compiti. La prova concreta di questa effervescenza nel mercato arriva da una startup come Physical Intelligence, che ha attirato capitali da Amazon, OpenAI, Thrive Capital e Lux Capital. Secondo una stima di Cnbc, i 400 milioni di dollari appena entrati nella startup portano la sua valutazione a 2,4 miliardi di dollari.

“Nell’età dell’oro”, fa notare un analista della Silicon Valley, “si arricchirono coloro che vendevano i setacci per la ricerca del prezioso metallo giallo”. Oggi, potrebbero essere proprio i costruttori di robot i nuovi venditori di setacci, vale a dire di hardware capace di ospitare modelli di AI in grado di risolvere compiti noiosi o pesanti o addirittura pericolosi per gli uomini.

Una delle idee vincenti di Physical Intelligence è mettere a punto un software (nome in codice pi-zero) che funzioni con qualsiasi robot eliminando i vari passaggi evitando di creare, di volta in volta, un software adatto a quel tipo di robot: “Così come oggi chiediamo ad un modello di Llm tipo ChatGpt di fornirci dei contenuti, potremo chiedere a dei robot di eseguire qualsiasi compito” spiegano dalla startup di San Francisco.

Video diffusi sulla rete mostrano robot della startup che riescono a fare il bucato, piegare la biancheria, trasportare dei tavoli in un ristorante, assemblare una scatola per le spedizioni della merce ordinata online, imbustare la spesa, togliere i toast da un tostapane. Physical Intelligence non è sola nello sviluppo di robot umanoidi potenziati da AI. Tra le più promettenti troviamo Intrinsic, comprata da Alphabet due anni fa, Universal Robots, Covariant e Seegrid tra le più interessanti.

Il mercato dell’AI abbinata ai robot ha proiezioni molto appetibili per gli investitori. Accel, una società di venture capital, ha stimato che Stati Uniti, Europa e Israele creeranno un giro di affari di 79 miliardi di dollari entro la fine di quest’anno. Questa cifra non comprende però gli investimenti in mercati come Sud Corea, Giappone, Cina, India dove l’industria dei robot è molto forte sia nella ricerca che nella produzione.

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