È uscita la nuova puntata del podcast Talent Stories, progetto curato da Forbes Italia che racconta, in collaborazione con Talent Garden, importante realtà dell’Edutech in Europa, il talento insieme a tutti quei professionisti che il talento lo sanno riconoscere, promuovere e coltivare.
Protagonista della decima puntata della prima stagione è lo scultore romano Jacopo Cardillo, in arte Jago, che ha raccontato la sua concezione di arte nella società contemporanea, soffermandosi sulle sue esperienze e sulla sinergia tra AI e creatività.
“Ognuno deve seguire la propria strada ed essere convinto delle proprie scelte, sta agli altri fare le associazioni”, esordisce l’artista a proposito del paragone con Michelangelo fatto dal The Guardian. Ma qual è oggi il ruolo dell’arte e come può l’artista catturare un pubblico sempre più distratto? Jago rivolge il suo sguardo alle prossime generazioni: “Credo che il ruolo dell’arte non sia solo quello di generare attenzione nell’immediato. Sarebbe invece interessante recuperare il senso del fare arte, il cui significato sia affidato a chi verrà dopo di noi”, dice l’artista.
Povertà, emarginazione, discriminazione, sono solo alcuni dei temi ricorrenti nelle opere di Jago, che racconta l’influenza che ha avuto la città di Napoli nel suo modo di concepire l’arte: “Napoli fa scultura di essere umani. Quando sono arrivato in città ho frequentato il Rione Sanità ed è lì che ho scoperto realtà come la Fondazione di Comunità San Gennaro, la Cooperativa sociale La Paranza, e persone come padre Antonio Loffredo. Loro sono i veri scultori dell’umanità. Lì ho scoperto che fare scultura vuol dire anche togliere il superfluo. Napoli è un moltiplicatore di creatività, ti mette davanti alle tue capacità e ti costringe a capire di che pasta sei fatto. Il luogo è molto più potente delle nostre volontà”.
Ma qual è il futuro dell’arte e come si può conciliare lo sviluppo di tecnologie come l’AI con la creatività dell’uomo? “Io spero che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale possa essere accompagnato da una presa di coscienza da parte dell’uomo. Occorre fare una riflessione su cosa vuol dire essere indipendenti. Riuscire a trovare un equilibrio tra il contributo umano e la tecnologia, trasformando entrambi in un contenuto di valore, credo possa aiutare a intraprendere un percorso sano e più libero per l’artista”.
Il progetto Talent Stories coinvolge diversi speaker e professionisti provenienti dal mondo dello sport, dell’arte, della letteratura, del business e del management creativo e digitale, che intervengono per dare la loro personale visione del concetto di talento. Per la prima stagione sono previste 14 puntate con cadenza quindicinale. Il podcast sarà trasmesso sulle piattaforme Spreaker, Google Podcast, Apple Podcast e Spotify.
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