Il desiderio di rientrare in patria da parte degli italiani che hanno fatto esperienze di lavoro all’estero. Gli incentivi fiscali che alleggeriscono la fiscalità nei primi anni. Il clima mite e le bellezze naturali e paesaggistiche della Penisola. Sono varie, e spesso combinate tra loro, le ragioni che spiegano il trasferimento in Italia dei cervelli e dei detentori di grandi patrimoni.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Cortona, dottore commercialista esperto in agevolazioni fiscali, partner dello studio tributario Cortona con sede a Milano, che ha lanciato In Patriam, una piattaforma digitale per verificare l’accesso al regime fiscale agevolato dei lavoratori impatriati, tramite lo svolgimento di un test. La soluzione permette di verificare le condizioni di accesso al regime fiscale e di quantificare il risparmio fiscale.
Quanti sono all’incirca coloro che ogni anno trasferiscono la residenza in Italia sfruttando la normativa di favore?
Negli ultimi anni il numero dei soggetti che si trasferiscono in Italia per lavorare e godere del regime del rientro dei cervelli è costantemente aumentato; i dati statistici del Ministero delle Finanze dimostrano che il regime attrattivo ha un notevole appeal: nel 2016 ne hanno goduto solo 1200 contribuenti, fino ad arrivare a circa 30 mila contribuenti nel 2022. Non sono ancora stati pubblicati i dati per l’anno 2023: si era evidenziato di nuovo un trend in crescita nei primi mesi, in seguito invece una flessione conseguente al cambiamento della normativa che ha comportato una riduzione, seppur non gravosa, dell’agevolazione dall’anno 2024. Rispetto al precedente regime, l’intervento promosso dall’Unione Europea ha tentato di allineare i regimi fiscali agevolati in Europa. I soggetti sono rientrati soprattutto dal Regno Unito, spinti sicuramente dall’effetto della Brexit e poi dalla Germania, in numero minore anche dalla Svizzera, dalla Francia, dagli Usa e dalla Spagna (ci si riferisce sempre a contribuenti con uno stipendio medio di oltre 120mila euro).
Al di là della fiscalità, cosa li spinge?
La fiscalità è certamente un fattore determinante nella scelta. Secondo la mia esperienza, fondata su un sempre più consistente numero di rientri, distinguo due categorie di soggetti: gli italiani sono mossi dal desiderio di tornare a casa; l’esperienza professionale e poi di vita condotta all’estero dà l’opportunità di riscoprire le proprie radici e il forte legame con esse. In media si consideri che si tratta di un periodo dai 5 agli 8 anni trascorso all’estero. Altresì gli stranieri continuano a essere molto affascinati dall’Italia e dalla decantata bellezza del nostro Paese, sia sul piano culturale, sia umano sia sullo stile/conduzione di vita. Possono sembrare i soliti stereotipi, ma si confermano un caposaldo: la decisione di chi si trasferisce in Italia non è imputabile solo e unicamente a un’esperienza professionale, ma a un’esperienza di vita. Si riconfermano settori di attività più attrattivi per gli stranieri le eccellenze italiane, come la moda, il design, il mondo dell’hotellerie e infine la finanza.
Quali servizi offrite a questa categoria di clienti?
La normativa dei lavoratori impatriati e rientro dei cervelli è molto complessa (soggetta negli ultimi anni a continue modifiche) e la scarsità di riferimenti a riguardo rendono molto difficile il rientro in Italia, soprattutto la possibilità di godere del vantaggio fiscale. In mancanza di una procedura chiara per l’applicazione del regime, abbiamo deciso di implementarla noi. L’attività di consulenza riguarda più aree al fine di garantire un “pacchetto completo” per il rientro: test di idoneità, analisi documentale, simulazione del risparmio fiscale, pianificazione fiscale, predisposizione della domanda di agevolazione, gestione rapporti con l’Agenzia delle Entrate e le Pubbliche Amministrazioni competenti, contenzioso tributario. Senza dimenticare ovviamente l’attività ordinaria di contabilità e di tutti i servizi di consulenza fiscale di cui chi si trasferisce ha necessità. La corretta pianificazione fiscale è la base per strutturare una consulenza tailor made e dedicata, al fine di giungere a soluzioni ottimali, adatte ad ogni cliente, ottimizzando tempi e risorse. Il servizio di consulenza si rivolge a chiunque voglia rientrare in Italia: liberi professionisti, lavoratori dipendenti e HNWI.
In cosa consiste la piattaforma?
In Patriam è una piattaforma digitale per verificare l’accesso al regime fiscale agevolato dei lavoratori impatriati, tramite lo svolgimento di un test. La piattaforma permette di verificare le condizioni di accesso al regime fiscale e di quantificare il risparmio fiscale. L’obbiettivo primo è stato quello di semplificare in maniera pratica, veloce e sicura ciò che in Italia è difficile: il sistema burocratico, l’incertezza fiscale e i costi iniziali per avviare un’attività (sia in termini sia economici sia di tempo). Questi aspetti costituiscono, ahinoi, una vera e propria barriera all’ingresso che non solo ostacola, ma scoraggia profondamente il rientro di coloro che porterebbero oltretutto un vero valore aggiunto nel tessuto sociale e professionale italiano, nonché ingenti capitali (vedi gli Hnwi).
Possiamo sintetizzare dicendo che questo strumento punta a favorire una scelta consapevole?
Dall’esperienza di consulenza maturata, è sempre più evidente che la scelta del rientro viene fatta in maniera non pienamente consapevole, senza avere purtroppo un quadro chiaro e esaustivo di tutte le variabili in gioco: si contratta la r.a.l., il bonus, la casa ecc. ma poi non sanno nemmeno se possono godere dell’agevolazione, da quando, a quanto ammonta il netto in busta paga. In Patriam fornisce una consulenza volta a garantire una scelta consapevole, frutto di una pianificazione fiscale ottimale, di una valutazione delle agevolazioni fiscali di cui poter godere e per quanto tempo, infine del calcolo del risparmio fiscale.
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