Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia
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ROI, dati e fattore umano: le sfide per accelerare l’adozione dell’AI

PAID PROGRAM – a cura di Carla Masperi, amministratore delegato di SAP Italia

L’AI non sta solo cambiando le regole del gioco, ma anche fornendo alle aziende insight basati sui dati che supportano decisioni più rapide e formate. Stiamo assistendo a un’impennata senza precedenti nell’adozione dell’AI. Secondo una ricerca di McKinsey, l’utilizzo della Gen AI è quasi raddoppiato nel 2024, ora impiegata regolarmente dal 65% delle aziende.

Le sfide per accelerare l’adozione

L’equazione finanziaria dell’adozione dell’AI può essere complessa. Potrebbero essere necessari investimenti importanti, non solo nella tecnologia, ma anche nella preparazione dei dati, nell’integrazione nei sistemi e nei cambiamenti organizzativi. Il ritorno di questi investimenti può essere difficile da quantificare, soprattutto quando si tratta di vantaggi indiretti come una migliore qualità del processo decisionale o una migliore customer experience.

Un’adozione efficace dell’AI dipende dal trattamento dei dati come asset strategico che richiede investimenti continui e una governance attenta. Le aziende vivono di dati e ne dispongono in grande quantità, ma spesso problemi di consistenza e qualità come incoerenze, errori e mancanza di contesto ostacolano i progetti di AI.

Infine, il divario nell’alfabetizzazione dell’AI ne influenza la percezione. Secondo i dati di una recente ricerca che abbiamo svolto intervistando oltre 4000 dipendenti, il fattore che condiziona maggiormente le opinioni sull’AI è il livello di conoscenza, ovvero la capacità di comprendere e valutare questa tecnologia. Le persone con un basso livello di conoscenza dell’AI hanno oltre 6 volte più probabilità di essere apprensive e 7 volte più probabilità di essere spaventate dal suo uso rispetto ai colleghi con un’elevata conoscenza. La formazione diventa quindi cruciale per assicurare che un’organizzazione sia pronta a cogliere appieno i benefici dell’AI.

Il rischio dell’inerzia

Forse la minaccia più significativa però è il rischio di inazione. Le organizzazioni che ritardano l’adozione dell’AI devono far fronte a crescenti svantaggi competitivi mentre i concorrenti abilitati dall’AI accelerano. Più un’organizzazione aspetta, più difficile e costoso diventa recuperare terreno. I concorrenti costruiscono non solo capacità tecniche, ma anche la memoria muscolare organizzativa per lavorare con le tecnologie AI, ampliando il divario. Affrontando queste sfide in modo proattivo, le imprese possono posizionarsi per raccogliere i frutti dell’AI riducendo al minimo i rischi e le resistenze. Il percorso può essere complesso, ma il potenziale di trasformazione e i vantaggi lo rendono uno sforzo necessario e non procrastinabile.

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