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Esperienze enogastronomiche e accoglienza: le nuove frontiere del turismo di campagna in Italia

Articolo tratto dal numero di dicembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Le città d’arte, certo. Ma anche il mare, la montagna, la campagna, l’enoturismo. Nello scenario mondiale del turismo l’Italia ha un ruolo da protagonista. Ma l’offerta ha successo proprio perché propone tante variegate formule di accoglienza ed esperienze che alla fine fanno riferimento al mondo agricolo. Una tappa agli Uffizi, senza poi una sosta a tavola per una buona ribollita fatta con pane sciapo e le prelibatezze dell’orto, fa perdere sapore a una visita a Firenze. In tutti i territori italiani l’agricoltura si è fortemente orientata verso la diversificazione e la multifunzionalità, dialogando con il turismo e contribuendo a differenziarne le proposte.

Oggi, proprio grazie alle attività turistiche connesse all’agricoltura, siamo il primo paese in Europa per valore prodotto da attività agricole multifunzionali, con una quota del 30% del valore dell’intera Europa, davanti a Francia, Olanda, Grecia e Germania. Siamo il primo paese in Europa per numero di strutture ricettive in aree rurali, più di 90mila, precedendo Croazia, Spagna, Germania, Francia e Grecia.

L’agricoltura multifunzionale

“L’agricoltura multifunzionale ha permesso alle imprese agricole italiane di sviluppare attività economiche floride, che si intrecciano con altri settori, facendo dell’Italia un’esperienza unica a livello internazionale”, afferma Dominga Cotarella, presidente di Terranostra, l’associazione nazionale per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio. “È il caso del turismo legato alle imprese agricole. Negli anni ‘70 è nato in Italia, consolidandosi negli anni ‘80, il fenomeno dell’agriturismo, la prima esperienza di fattorie aperte al pubblico. L’accoglienza e la ristorazione, che per molti anni si sono caratterizzate come esperienze uniche, oggi si sono ampliate. I fenomeni dell’ittiturismo, dell’enoturismo e dell’oleoturismo sono diventati esempi importantissimi dell’integrazione tra agricoltura e turismo. A questo si aggiungono il turismo brassicolo legato ai birrifici agricoli e molte altre esperienze, a partire da quelle dei formaggi, possono crescere. Cantine, frantoi e caseifici diventano luoghi di grandi esperienze enogastronomiche che attraggono turisti da tutto il mondo nelle nostre campagne, ridando vitalità all’intero settore”.

Insomma, la connessione tra agricoltura e turismo ha trovato terreno fertile in Italia. A rafforzare questo connubio si aggiungono altri due primati: le campagne italiane detengono anche la leadership europea nel biologico per numero di aziende, oltre 82mila operatori; e ancora, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (328), 528 vini Dop/Igp, davanti a Francia, Spagna e Grecia, e 5.547 prodotti alimentari tradizionali. Il 93% dei quali viene prodotto nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo cinquemila abitanti.

Gli agriturismi italiani

In Italia è nata nel 2008 la più grande grande rete mondiale di vendita diretta a km zero, con la Fondazione Campagna Amica, di cui fanno parte oltre 20mila punti tra fattorie, mercati, agriturismi, fattorie didattiche, fattorie sociali e orti urbani. “Il cibo è fondamentale per il turismo del nostro Paese ed è per questo che, con il progetto dei farmers market della Fondazione Campagna Amica, abbiamo ritenuto necessario portare la campagna anche nelle città italiane”, dice Carmelo Troccoli, direttore di Fondazione Campagna Amica. “Abbiamo dato vita alla più grande rete di mercati contadini esistente in Europa, che rappresenta un’ulteriore esperienza enogastronomica, a diretto contatto con i contadini italiani, in tutte le più belle città del nostro Paese”.

L’Italia inoltre detiene inoltre un primato normativo: è stata il primo paese al mondo a pubblicare una legge sul fenomeno del turismo nelle aziende agricole, già nel 1985, con la Disciplina dell’Agriturismo. Un comparto, quello dell’agriturismo, che vede l’Italia, oltre che pioniera, anche leader mondiale. Oggi in Italia ci sono circa 26mila aziende agricole con attività agrituristiche, di cui oltre 20mila con camere, appartamenti e aree di sosta all’aria aperta, più di 15mila aziende con attività di degustazioni e cucina contadina, con la vendita diretta dei prodotti a km zero, con proposte di attività culturali ed esperienziali legate all’orientamento produttivo agricolo, di cui oltre duemila fattorie didattiche. Nel 2023 oltre 4,5 milioni di ospiti hanno utilizzato gli agriturismi generando circa 17 milioni di pernottamenti nelle campagne italiane, producendo un valore economico di circa 2 miliardi di euro.  

Assume una valenza particolare la capillare distribuzione territoriale delle aziende agrituristiche che sono presenti in oltre cinquemila comuni italiani (64% del totale dei comuni). Circa 14mila aziende (53% del totale) sono situate in collina e ottomila in montagna (31%), assicurando il presidio e la cura. Con una presenza così diffusa anche nei centri più piccoli e nei territori marginali, l’agriturismo contribuisce al primato dell’Italia in Europa per ricettività turistica nelle aree rurali. Tra il 2019 e il 2020 il numero di strutture ricettive in aree rurali è addirittura cresciuto del 3%.

L’enoturismo e l’oleoturismo

Tra i segmenti emergenti del turismo nelle campagne, l’oleoturismo, il turismo dell’olio, con esperienze ecologiche e rurali. I dati della ricerca di Compare the Market Au classificano l’Italia come il secondo miglior Paese al mondo nel comparto dell’olio (con 2.194.110 tonnellate di olio d’oliva prodotto), dietro la Spagna (5.965.080 tonnellate) e davanti a Grecia, Turchia e Albania, ma prima per numero di esperienze e degustazioni dedicate (con ben 147 eventi degustazione, contro 65 della Grecia e 18 della Spagna).

Continua a crescere il valore dell’enoturismo in Italia, che oggi vale 2,9 miliardi di euro, contro i 2,5 del 2023 (+16%). Il 41% delle cantine sono piccole con accoglienza familiare, spesso in piccoli centri, in quattro casi su dieci in aree lontane dai grandi flussi turistici, il 12% sono cantine di rilevanza storica, architettonica e artistica. Il 71% delle cantine offre accoglienza turistica. A spingere l’enoturismo l’evoluzione delle offerte delle cantine, e nel periodo 2021-2024 sono cresciute le formule proposte: il 37% delle cantine organizza pranzi e cene in vigna (+27%); l’80% visite guidate della cantina più degustazione (+22%); il 60% degustazione tematiche (+24%); il 46% esperienze didattiche in vigna (+18%). In aumento anche le proposte di esperienze: laboratori di cucina e abbinamento vini (17% delle cantine); il 15% propone la vendemmia turistica (+10%); passeggiate (21%); tour in bici (17%) e jogging in vigna (10%); visita a luoghi di interesse (33%) o musei (18%).

Cresce pure il turismo brassicolo, spinto dalla birra artigianale 100% made in Italy, generando un fatturato che vale 9,5 miliardi di euro. Così come crescono esponenzialmente i settori turistici legati al formaggio e al tartufo. 

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