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La carriera nel cinema, la filantropia e le campagne femministe: Salma Hayek si racconta a Forbes

Profondi occhi neri, passionali e forti, che rispecchiano la sua personalità e la voglia di amare con tutta se stessa, un carisma che lascia di certo il segno. E un talento selvaggio e disarmante. Salma Hayek, elegante, autentica e diretta, sa portare nei suoi personaggi tutta se stessa.

Al Toronto Film Festival ha di recente presentato Without Blood, diretto da Angelina Jolie, al momento anche al cinema nel ruolo di Maria Callas in Maria. Il film è ispirato dall’omonimo libro di Alessandro Baricco ed è stato girato a Roma, in Puglia e in Basilicata. Racconta di una donna forte, disposta ad aspettare lunghi anni, pur di trovare la sua vendetta e di scoprire la verità sulla morte del fratello e del padre.

Salma Hayek: storia e carriera

Salma non è nuova a ruoli di donne forti e resilienti. La sua interpretazione di Frida,  film che ha anche prodotto, diretta da Julie Taymor, che la considera sua musa (con lei ha realizzato anche Across the Universe, un musical con canzoni dei Beatles), rimarrà per sempre iconica, al punto che la famosa e ribelle pittrice messicana è ormai identificata con lei. Hanno molto in comune, ma anche sono diverse, nel senso che Salma non è di certo una donna che sopporta certi torti, come era accaduto a Frida con il famoso pittore Diego Rivera con cui aveva avuto una tormentata storia d’amore.

Salma, messicana naturalizzata statunitense, ha cominciato la sua carriera nel suo paese d’origine con le telenovele, per poi trasferirsi a Hollywood ed emergere quasi subito in ruoli di forte impatto come in Desperado, con Antonio Banderas e del regista Robert Rodriguez, di cui è diventata pure la musa, e con cui ha lavorato in altri quattro film, tra cui Missione 3D – Game Over e C’era una volta in Messico.

Salma è sempre stata attiva in campagne femministe e filantropiche, ancor prima di sposare Francois-Henri Pinault, conosciuto nella primavera del 2006 a un gala a Palazzo Grassi a Venezia. Pinault è ceo e presidente di Kering, proprietaria di vari brands di lusso come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga e Alexander McQueen. Nel 2024 lui e Salma hanno festeggiato il quindicesimo anniversario di matrimonio. Nel 2009 Pinault aveva lanciato la Kering Foundation, che è impegnata a combattere la violenza alle donne, focalizzando in particolare su Europa ed Asia.

“Sono molto fiera di mio marito, perché la sua azienda ha ottenuto il titolo Gender Equality European & International Standard e si è posizionata come una delle aziende più femministe in Europa,” aveva detto Salma. Del resto, già nel 2003, era stata tra le protagoniste di V-Day: Until the Violence Stops, insieme a Rosario Dawson e Jane Fonda, un documentario con lo scopo di diffondere una campagna globale per fermare la violenza sulle donne. Salma e suo marito condividono profondi valori, quindi, insieme, oltre a una grande passione per il calcio, l’imprenditoria sostenibile, le arti e il cinema. Nel 2023 la rivista Time l’ha nominata come una delle 100 persone più influenti al mondo. Di recente, a ottobre, ha anche ricevuto l’Altruism Award, un premio per il suo altruismo, ai premi WSJ Innovator Awards 2024.

L’intervista

Without Blood tratta un tema molto attuale, quello della violenza e della guerra.

È una storia di una famiglia devastata dalla guerra e dalla vendetta. Racconta le conseguenze di un trauma di una bambina che poi diventa donna e trova la sua via, ma che non riesce a dimenticare la violenza scioccante che è stata perpetrata sui suoi familiari come gli uomini che l’hanno attuata. E, ora, dopo anni di ricerca si trova davanti all’ultimo di questi o, forse, le cose non stanno proprio come sembrano. Angelina Jolie è veramente una delle migliori registe contemporanee per me e mette tutta la sua esperienza nel suo lavoro. Nel grande impegno umanitario che l’ha sempre contraddistinta, ha trascorso molto tempo in zone di conflitto e mi ha confessato di aver visto lì il meglio come il peggio assoluto dell’umanità. Per questo è stata colpita da questo libro e ci ha tenuto a portarlo al cinema. Ha ammesso che le persone che ammira di più sono proprio quelle che mantengono la loro grazia perfino dopo tutto il male che è stato loro arrecato.

Angelina Jolie ha detto anche di averla voluta a tutti i costi per questo film…

In principio non lo volevo fare, non perché non avessi fiducia in lei nel rappresentare al meglio questa storia che voleva mantenere il più possibile simile al libro, ma semplicemente, perché mi immedesimo totalmente nei miei personaggi. Si tratta di una donna che ha sofferto una vita intera. Avevo sofferto già tanto in passato per me stessa e i miei personaggi. E, non volevo soffrire ancora. Sono in un momento della mia esistenza in cui voglio essere felice e serena.

Come l’ha convinta Angelina?

La storia era interessante di certo e poi io e Angelina siamo amiche da tempo. So quanto sia generosa ed empatica con i suoi attori, quanto ci tenga a far sentire tutti a loro agio e “a casa”, come si fosse una grande famiglia. Porta sul set come un senso materno, oltre che i suoi sentimenti ed emozioni. È costantemente gentile e attenta e dedica tutta se stessa ai progetti in cui crede. Ho lavorato con molti bravi registi, ma Angelina, forse essendo anche lei stessa attrice, ha veramente una sensibilità incredibile. Alla fine, ha trovato praticamente le parole giuste per farmi partecipare e per convincermi che lei sarebbe sempre stata presente, se io avessi avuto ansie da superare. Mi ha fatto sentire al sicuro e protetta.

Insieme avevate già lavorato, nel 2021, nel film della Marvel, Eternals.

Ci conosciamo bene, dal punto di vista professionale oltre che personale. Allora avevo l’impressione di avere io un ruolo più materno, stavolta, essendo lei regista, i ruoli si sono capovolti. Penso che nel film si noti la grande chimica che ha creato tra gli attori, come le potenti emozioni che è stata magistralmente in grado di evocare. Del resto, ha dimostrato di essere una regista di grande talento in altre pellicole prima di questa, come In the Land of Blood and Honey, Unbroken, By the Sea e First They Killed My Father. Angelina è anche una grande attivista come me e condividiamo molti valori insieme, tra cui il dare potere e valore alle donne, di renderle consapevoli, di non temere di far sentire la loro voce. Angelina si dedica, inoltre, al suo lavoro all’ossessione, per ottenere il risultato migliore, ma con grande rispetto per gli altri e senza cercare di ledere nessuno nel raggiungere i suoi obiettivi. In questo siamo pure molto simili.

Lei ha pure al momento un progetto a cui tiene moltissimo. È produttrice esecutiva della nuova serie Like Water for Chocolate, un adattamento basato sull’omonimo libro di Laura Esquivel.

Ho impiegato sei anni a realizzare questa serie. È una storia messicana, che ha luogo nel 1900, ed è meravigliosa. Era un progetto a cui tenevo di cuore. Volevo portare questo gioiello di letteratura messicana in tutto il mondo e mostrarla alla nuova generazione, oltre alla mia che lo conosceva. Tutto il libro è anche basato sul rapporto tra emozioni e cibo e sulla magia. Le sensazioni della protagonista vanno nei piatti che prepara e tutti quelli che li mangiano e ne restano, per sempre, coinvolti. La storia racconta, poi, di donne che lottano per essere le artefici del loro destino. Racconta del potere dei cambiamenti, delle differenti tradizioni e modi di pensare messicani e di un amore per cui si deve lottare fino alla fine. Ho sempre creduto nell’amore vero. In passato, le ragazze e le donne dovevano confrontarsi con la paura di non deludere i loro genitori con le loro scelte, anche se io sono sempre stata ribelle e con una personalità difficile da manipolare. Ma erano altri tempi, adesso le donne hanno raggiunto maggiore uguaglianza e diritti.

Anche lei ha combattuto per fare quello che voleva..

Dissi a mio padre, imprenditore messicano di origini libanesi, che questo sarebbe stato il mio destino e dovetti lottare per farmi prendere sul serio. Quando approdai a Hollywood, non fu da subito facile affermarmi, ebbi molti rifiuti e delusioni. Adesso, ho superato la cinquantina e mi pare di stare ancora lottando per quello in cui credo e per portare a termine i progetti che desidero nella direzione in cui voglio vadano. Ma sono cocciuta e determinata e, alla fine, so che ci riesco sempre.

Anche sua figlia Valentina vuole entrare nel suo settore professionale…

Vuole studiare scienze politiche, ma anche regia e questa sua decisione mi appassiona naturalmente. Di certo la sostengo in tutto quello che desidera. Ha come me una grande passione per la fotografia, la pittura e la moda vintage. Ma ci tengo prima di tutto sia forte e felice. Ho sempre desiderato avere una famiglia numerosa, come ho adesso. Mio marito aveva avuto altri tre figli prima e quindi ho realizzato un altro sogno.

Qual era il suo più grande sogno?

Volevo, prima di tutto, trovare la mia anima gemella e non mi sarei mai data per vinta nella ricerca. E, poi, volevo essere indipendente. Ho sempre sentito la pressione di guadagnare il mio denaro e di potermi mantenere da sola, fin da ragazza, per porter essere l’artefice del mio destino. Sono molto orgogliosa e anche adesso, che ho raggiunto una stabilità finanziaria, ci tengo sempre a continuare a lavorare e ad avere successo, anche economico, oltre che di pubblico.

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