Un’azienda vitivinicola toscana che dal 1967, suo anno di fondazione, ha saputo decuplicare la superficie dei vigneti (portandola da 20 a oltre 300 ettari), per oltre 500 chilometri lineari complessivi di filari articolati su cinque Tenute o Appodiati: Montepulciano, Montalcino, Gaville (Alto Valdarno), Dudda (Greve in Chianti) e Gavorrano.
La storia di Carpineto
Era la fine degli anni ‘60 quando le famiglie Sacchet e Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre il migliore Chianti Classico che il “terroir” potesse offrire, una rivoluzione vera per quei tempi. Le due famiglie videro nella Toscana un enorme potenziale, dove poter produrre grandi vini di tradizione applicando le tecniche più all’avanguardia nei processi produttivi e aumentando gli standard qualitativi dell’epoca. Innovatori per vocazione, Sacchet e Zaccheo, insieme alle nuove generazioni, Caterina Sacchet (enologa), Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo e Antonio Michael Zaccheo, hanno continuato a sperimentare, nel rispetto dei grandi valori storici della Toscana e di una qualità mantenuta su standard molto elevati, con l’obiettivo di tutelare non solo le caratteristiche dei vini ma anche l’ambiente.
La produzione
Una produzione rappresentata da circa 3 milioni di bottiglie distribuite su circa 30 diverse etichette ha permesso a Carpineto di ritagliarsi un ruolo importante nel panorama nazionale e internazionale, come testimoniato dai circa 70 paesi esteri che da tempo acquistano i vini dell’azienda toscana appena entrata a far parte del Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
Il Registro riunisce marchi d’impresa registrati da almeno cinquanta anni, che rappresentino una realtà produttiva nazionale di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale. La filosofia aziendale di Carpineto ha saputo unire da sempre qualità e sostenibilità, e se da un lato ci sono i riconoscimenti a certificarne l’approccio produttivo, dall’altro non mancano le continue iniziative volte rendere sempre più etica la realtà vitivinicola toscana, come accaduto di recente con l’inaugurazione della BEEdrome, una alcova a cielo aperto dedicata alle api, il cui prezioso contributo consente di asciugare infatti i succhi zuccherini che attaccati da microrganismi potrebbero danneggiare gli acini.
L’evoluzione
Il costante percorso evolutivo e di crescita dell’azienda è assicurato da una riuscita continuità generazionale. Antonio Mario Zaccheo, fondatore di Carpineto con Giovanni Carlo Sacchet, è la persona che continua ad avere una visione d’insieme su tutto, trasversale sia come ambiti e settori, sia come prospettive e scenario. Presente nel mondo dell’enologia da più di 60 anni, ha vissuto il periodo di maggiore fermento del vino italiano e di quello toscano, in particolare con il passaggio dalla mezzadria all’agricoltura moderna, e del passaggio da un vino d’uso e consumo quotidiano come alimento ad un vino che tanto più in Toscana per prima è divenuto iconico.
Suo figlio, Antonio Michael Zaccheo, ha invece portato grande valore aggiunto per quel che concerne il versante estero, e continua ad essere l’Export Manager di una azienda che ha nelle partnership internazionali il suo core business. Al tempo stesso, vivendo a Montepulciano è anche la preziosa figura aziendale che sta seguendo da vicino lo sviluppo dell’enoturismo, sviluppatosi in particolare in quella tenuta e a Montalcino. L’ultima generazione della famiglia Zaccheo è rappresentata da Anton Robert: nato a San Francisco ma tornato in Italia all’età di 4 anni, cresciuto nella campagna di Montepulciano, impegnato con gli studi universitari in Germania (Wine Business), attualmente segue gli eventi di promozione per l’estero, per consolidare il valore dei rapporti con i partner internazionali.
Filosofia e territorio
La ricerca della qualità in bottiglia è invece il principale obiettivo di Caterina Sacchet, figlia di Giovanni Carlo, nata a Firenze e cresciuta in un substrato ideale per acquisire la passione, la sensibilità e l’amore verso il mondo del vino e delle tradizioni toscane. Enologa dell’azienda, vuole interpretare, attraverso la sua filosofia di produzione, il territorio di provenienza cercando la migliore espressione del vino prodotto. Tra le sue “creature” si contano soprattutto vini espressione ed interpreti di uno splendido vitigno con il quale è cresciuta, il Sangiovese. Il suo approccio, meticoloso, appassionato e competente, ha permesso di ricevere grandi soddisfazioni anche con una denominazione che per l’azienda è la meno storica, quella del Brunello, grazie all’etichetta entrata tra i migliori 6 vini italiani del mondo per Decanter e nella Top 100 di Suckling.
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