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22 dicembre 2025

Tribuna Campitelli, eleganza e gusto nel nuovo salotto della ristorazione romana

Una proposta gastronomica che trae ispirazione dalla tradizione è l’elemento identitario del progetto voluto da tre giovani imprenditori
Tribuna Campitelli, eleganza e gusto nel nuovo salotto della ristorazione romana

Luca Sessa
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Luca Sessa

Un nuovo tassello che completa un progetto gastronomico d’ampio respiro, e che dopo le insegne di successo di Bottega Tredici e del Tartarughe Bar e Bottega, trova negli spazi di Tribuna Campitelli la miglior declinazione per proporre un ambizioso connubio tra eleganza e gusto.

Francesco Brandini e Roberto Bonifazi, chef entrambi classe 1992, e Daniele Gizzi, maître e sommelier del 1989, hanno donato nuova continuità al loro percorso imprenditoriale, fatto di programmazione e concretezza, per dar vita al nuovo salotto della ristorazione romana, con l’obiettivo di restituire al centro di Roma qualità autentica, cura artigianale e umanità. Per riuscirci hanno scelto di aprire un ristorante in un palazzo storico del 1585, nel quadrante più centrale della Capitale.

L’idea di accoglienza

Piazza di Campitelli prende il nome dal rione omonimo: situata a breve distanza dal Campidoglio, a sud est del colle, è da sempre caratterizzata da una sorprendete atmosfera pervasa di riservatezza. Sembra quasi d’essere al centro di un paesino, pur avendo a portata di mano il centro del mondo.

Qui Francesco, Roberto e Daniele hanno dato forma alla loro idea di accoglienza: dai circa 80 coperti tra il dehors sulla piazzetta e l’interno, all’ingresso dove la vista è subito catturata dal bancone con l’imponente bottigliera, passando per le piccole sale pensate per garantire intimità e un servizio sartoriale fino alla corte interna, che si apre nella sala Capitolina, un’oasi urbana con fontana originale recuperata e rimessa in funzione.

Non solo cucina

La cucina non è l’unica protagonista del format di Tribuna Campitelli: miscelazione e aperitivo si ritagliano infatti un ruolo importante, grazie alla drink list che intreccia i grandi classici eseguiti con rigore (dallo Spritz al Bellini, dal Garibaldi all’Americano e al Margarita) a una sezione Martini che spazia dal Dry al Dirty, dal Vodka Martini all’Espresso Martini, mantenendo uno stile pulito e misurato nella costruzione aromatica, senza tralasciare i percorsi “Martini Experience” e “Negroni Session”.

Ma è in tavola che la filosofia del ristorante trova piena espressione, nascendo dal dialogo tra classico e contemporanea per valorizzare la memoria del gusto romano e mediterraneo grazie al sapiente ricorso a tecniche attuali. “Abbiamo voluto strutturare una proposta che possa essere leggibile, appagante e divertente al tempo stesso, rileggendo sapori conosciuti ma senza stravolgerli. La tecnica è a supporto del sapore e miscelazione e cantina diventano complementari per arricchire e donare ecletticità all’esperienza” sottolinea Roberto Bonifazi.

La prova d’assaggio conferma buone intenzioni e capacità del team e della brigata di cucina. Il Negroni d’apertura è ben calibrato, i divertenti bocconi d’accompagnamento per l’aperitivo sono golosi e ben realizzati (verdure in pastella, pan brioche con acciuga e burro francese), la Calamarata con gamberi, lardo e basilico è un piatto che esalta la percezione palatale. Tutto il percorso mette in luce una visione chiara e lungimirante ma soprattutto coerenza tra idee e realizzazione delle stesse, e il pairing con i vini e un servizio professionale ed empatico al tempo stesso completano la piacevole esperienza.

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