(in foto John Elkann)
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Gli Elkann-Agnelli scendono in Ferrari. Cosa faranno con i soldi ricavati dalla vendita del 4% del Cavallino

L’estate porterà il nuovo ceo (confermato l’arrivo del sostituito di Carlos Tavares per giugno) che dovrà rilanciare Stellantis soprattutto in America dove secondo Goldman Sachs ha registrato una perdita di 2,95 miliardi nel secondo trimestre. Non è la miglior stagione per l’azienda automobilistica del gruppo Exor tanto che è stato annunciato un dividendo più che dimezzato (da 1,55 euro per azione a 0,68) dopo il crollo degli utili del 70% a 5,5 miliardi nel 2024.

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Ferrari, i motivi della vendita del 4%

Ma l’annuncio della vendita a investitori istituzionali del 4% della Ferrari non ha niente a che fare con le delusioni delle quattro ruote piuttosto è un modo per far cassa, così dicono le fonti di casa Elkann, per nuovi importanti investimenti, sicuramente non nell’auto ma in altri settori da parte della holding Exor. La strategia è chiara e disegnata nel tempo: John Elkann ha riorientato il portafoglio di Exor negli ultimi anni attraverso disinvestimenti e riduzione del debito. Ora sta puntando alla diversificazione del gruppo.

La vendita di circa 7 milioni di azioni Ferrari, pari appunto al 4% delle azioni ordinarie circolanti della casa di Maranello. L’offerta, destinata a investitori istituzionali, avrà un valore di circa 3 miliardi di euro. Tra l’altro 666.666 azioni messe in vendita da Exor saranno acquistate proprio da Ferrari per un controvalore di circa 300 milioni.

Ferrari stava diventando troppo pesante nel portafoglio di Exor. “Negli ultimi dieci anni la performance della Ferrari è stata un fattore determinante per la triplicazione del valore patrimoniale netto di Exor e il suo successo ha portato la sua quota nel nostro portafoglio da circa il 15 percento al 50 percento. L’operazione ci consentirà di ridurre la concentrazione”, ha affermato Elkann. Il valore patrimoniale netto di Exor ha raggiunto il picco di circa 42 miliardi di euro l’anno scorso, scrive il Financial Times, con Ferrari che ha contribuito per circa la metà dell’importo. Il gruppo di investimento con sede nei Paesi Bassi è anche il singolo maggiore azionista della casa automobilistica Stellantis, della squadra di calcio Juventus e del gruppo olandese di dispositivi medici Philips.

Exor, 3 miliardi di euro a disposizione

Pur riducendo la propria partecipazione, Exor non ha nessuna intenzione di mollare Ferrari. Anzi, ha confermato il suo impegno a lungo termine come principale azionista. Una volta completata la transazione, la holding degli Elkann continuerà a detenere circa il 20% dei diritti economici e il 30% dei diritti di voto nel capitale del Cavallino, mantenendo il controllo di fatto sulla società insieme al figlio del fondatore della società, Piero Ferrari.

Ma cosa farà Exor con i 3 miliardi che le arriveranno in cassa dalla vendita del 4% di Ferrari? L’operazione è un segnale importante nel processo di diversificazione di Exor e parte del ricavato verrà impiegato “per finanziare una nuova significativa operazione”. D’altra parte i grandi costruttori di auto stanno tutti cercando di diversificare viste le difficoltà del mercato. Non a caso l’annuncio Exor arriva poco dopo che la famiglia Porsche-Piech, che controlla Volkswagen e Porsche, ha dichiarato che intende diversificare ulteriormente il proprio business, allontanandosi dal settore automobilistico.

Ma gli Agnelli-Elkann hanno sempre un pensiero per la famiglia: infatti hanno annunciato anche un buyback di Exor da 1 miliardo di euro finalizzato a migliorare il ritorno per gli azionisti esistenti e a rafforzare ulteriormente il capitale della holding.

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