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27 ottobre 2025

Renzo Rosso: Il successo di chi sa disubbidire

Renzo Rosso , il presidente del colosso OTB (Only The Brave) e investitore con Red Circle, occupa il venticinquesimo posto nella classifica dei miliardari italiani.
Renzo Rosso: Il successo di chi sa disubbidire

Matteo Calzaretta
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Matteo Calzaretta

 

Non ama i numeri ma è uno degli uomini più ricchi in Italia, Renzo Rosso parla come pensa: diretto a tratti disarmante. Il presidente del colosso OTB (Only The Brave) e investitore con Red Circle, occupa il venticinquesimo posto nella classifica dei miliardari italiani. 

Visionario per natura, con quella filosofia “fuori dagli schemi” che lo ha reso uno degli imprenditori più influenti; Rosso ci parla di una realtà che oggi grida autenticità e voglia di fare impresa restando però fedeli ai propri valori. “Il vero successo è svegliarsi felici di andare a lavoro” racconta. Oggi a settant’anni il fondatore di Diesel guida un Gruppo il cui fatturato si aggira intorno ai 2 miliardi.

Presidente lei a 70 anni ha un patrimonio familiare stimato in 3,6 miliardi. Che effetto le fanno questi numeri?

Non guardo i numeri. Mi importa molto di più essere una persona influente nel mondo della moda, mi interessa la creatività, essere amato per le cose che ho fatto. Lavoro con tanta passione, con tanta dedizione. 

OTB ha consolidato un portfolio che punta alla diversificazione. È una strategia di protezione o più una visione di lungo periodo?

È una strategia pensata per avere un consumatore globale. I nostri brand sono tutti diversi proprio per entrare in sintonia con pubblici differenti. È una scelta strategica: non vogliamo marchi simili, perché sarebbe un doppione. La nostra missione è portare avanti creatività e autenticità, valorizzare brand che abbiano un DNA unico, forte, speciale. È su questi valori e su questa visione che abbiamo costruito OTB.

Il Gruppo ha sede in Italia ma lavora molto su scala globale. Cosa significa oggi essere un “italiano” nel settore?

Io penso di non essere mai stato solo italiano, mi sono sempre sentito globale. Fin dall’inizio, nel mio lavoro, ho collaborato con persone provenienti da tutto il mondo. In Italia spesso era difficile trovare le competenze che cercavo, quindi ho aperto da subito i miei orizzonti. Ma allo stesso tempo sono profondamente orgoglioso delle mie radici: la nostra cultura è incredibile. Dalla creatività al cibo, dal modo di vivere ai beni culturali, che rappresentano il 70% del patrimonio mondiale, l’Italia è un paese straordinario. E anche la manifattura, l’artigianalità del lusso, è un’eccellenza: oltre l’80% della produzione del lusso mondiale è fatta qui. 

Parliamo di un mercato particolare: la Cina. Quanto pesa oggi per OTB?

La Cina è un paese meraviglioso. Amo la Cina, il suo sviluppo, i suoi giovani. È probabilmente il paese dove abbiamo più clienti della generazione Z, ragazzi che comprano i nostri brand e condividono i nostri valori. Mi dispiace solo essere arrivati un po’ in ritardo, perché ad oggi potremmo essere ancora più grandi lì. Ma è anche un segnale positivo: significa che abbiamo ancora molto da fare. Con la qualità e la creatività che ci contraddistinguono, e con una base di consumatori così giovani, sono certo che nei prossimi anni avremo grandi risultati anche in Cina.

Quali sono oggi gli altri mercati strategici per voi?

L’Asia nel suo complesso è fondamentale. Penso alla Thailandia, che sta crescendo rapidamente, alla Corea che ormai è il nuovo Giappone, e al Vietnam, un mercato emergente molto interessante. Poi c’è il Messico, dove abbiamo investito molto e aperto di recente una filiale. Si stanno muovendo anche Sud America e Stati Uniti.

Lei ha sempre parlato della disobbedienza come un valore. Lo è anche nel mondo della finanza o solo nella creatività?

La finanza è un mondo serio, dove bisogna conoscere le regole e rispettarle. I numeri sono fondamentali per la gestione di un’azienda: il conto economico va tenuto sotto controllo, voce per voce. Se hai costi troppo alti non puoi investire, e senza investimenti non cresci. Quindi la disobbedienza è importante nella creatività, ma nella gestione aziendale serve disciplina.

Red Circle, la sua società di investimenti, vede partecipazioni in ambiti molto diversi. C’è un settore del mercato che oggi guarda con più attenzione?

Con Red Circle investiamo in tutto ciò che non riguarda l’abbigliamento. Abbiamo iniziato con il vino, l’agricoltura, l’hotellerie. Ultimamente mi appassiona molto il settore delle cliniche estetiche: non solo beauty, ma anche longevità. È un campo in forte espansione, con grandi prospettive. In realtà se ne occupa soprattutto mia moglie, ma mi dà molta gioia vedere come questo progetto stia crescendo.

A proposito di sua moglie, che ruolo copre nella sua vita?

Mia moglie è unica. La amo alla follia, è la donna che mi tiene sveglio, che mi stimola a fare di più. È intraprendente, una brava mamma, una grande compagna. Siamo una famiglia unita, facciamo tante cose: sport, viaggi, lavoro; nonostante passiamo molto tempo insieme, ci divertiamo sempre.

In un’intervista ha dichiarato: “Mentre studiavo ho fatto un colloquio di lavoro nel quale dissi di saper fare tutto, in realtà non sapevo fare nulla. Mi presero”. Se oggi avesse davanti un ragazzo per un colloquio, cosa gli chiederebbe?

Oggi ho un bagaglio di esperienza che mi permette di capire le persone in profondità. Nei colloqui cerco di scoprire non solo se qualcuno è adatto a lavorare con me, ma anche cosa io posso imparare da lui. Spesso emergono idee utili anche alle mie aziende. Al tempo mi ero “venduto” un po’ troppo, ma sapevo di avere la capacità per rimettermi in carreggiata. E così è stato.

Tra i suoi colleghi chi stima di più?

Sicuramente stimo molto Pietro Beccari, Nagel, Nerio Alessandri e Remo Ruffini, penso che Ruffini sia uno dei più bravi in Italia. In generale ammiro chi riesce a fare meglio di me, perché da chi è più bravo c’è sempre qualcosa da imparare.

Lei sui social condivide spesso il suo lato privato. Crede che oggi sia utile per un imprenditore esporsi così tanto?

Io racconto la mia vita per quella che è. Mi piace mostrarmi autentico, non costruito. Non voglio vendermi per ciò che non sono, come fanno alcuni colleghi. Sono così nel privato, nel lavoro, nello sport. Penso di essere un uomo trasparente, e credo che tutti dovremmo esserlo di più.

Se oggi avesse 25 anni e 100 mila euro, in cosa li investirebbe?

Sicuramente nel mondo del benessere, della cura estetica e fisica. È un settore in grande crescita: potrebbe essere una spa, un ristorante di qualità, o qualsiasi attività che si prenda cura della persona.

Cos’è per lei il successo?

Il successo è essere soddisfatti di ciò che si fa. Alzarsi la mattina felici di andare a lavorare significa che stai facendo qualcosa che ti piace davvero. E quando sei felice, hai già raggiunto il tuo obiettivo più grande.

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