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13 novembre 2025

I giganti dell’energia in cima alla classifica delle aziende italiane che fatturano di più: sul podio Eni, Enel e Gse

Secondo Mediobanca, i colossi dell'energia dominano per fatturato. La manifattura arretra, settore bancario sempre più concentrato
I giganti dell’energia in cima alla classifica delle aziende italiane che fatturano di più: sul podio Eni, Enel e Gse

Eleonora Fraschini
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Eleonora Fraschini

Il nuovo rapporto Mediobanca Le principali società italiane, giunto alla 60esima edizione e basato sull’analisi di 2.828 bilanci relativi al 2024, fotografa un’economia sempre più dominata dai colossi energetici pubblici. Manifattura, servizi e banche mostrano invece dinamiche divergenti: aumento dei margini nelle utility, forte polarizzazione nei risultati aziendali, occupazione concentrata in pochi grandi gruppi e un sistema bancario stabile, ma segnato dalla riduzione degli sportelli e dalla concentrazione del mercato.

I fatti chiave

  • Eni, Enel e Gse guidano la classifica 2024 delle principali aziende italiane, confermando il ruolo dominante dei gruppi energetici pubblici.
  • Quanto alla manifattura, solo Stellantis, Leonardo e Prysmian resistono nella parte alta della classifica, con un peso ridotto rispetto al passato.
  • È forte la distanza pubblico-privato: le aziende pubbliche generano quasi l’80% delle vendite della top 10 e il 90% del margine operativo, con una produttività per addetto nettamente superiore.
  • Lusso automotive sugli scudi: Ferrari e Lamborghini registrano utili in forte crescita, mentre Maserati guida la classifica delle perdite.
  • Poste Italiane è il primo datore di lavoro: oltre 119mila dipendenti, seguita da Fs, Leonardo ed Enel. Oniverse e Almaviva svettano per presenza femminile e under 30.
  • Banche sempre più concentrate: Intesa Sanpaolo, UniCredit e Cdp restano i tre poli dominanti di un settore ad alta concentrazione. 

Il settore energetico pubblico guida la classifica

Eni si conferma leader con un fatturato di 88,8 miliardi di euro, seguita da Enel (73,9 miliardi) e Gse (51,9 miliardi). I dati del primo semestre 2025 mostrano un riavvicinamento tra Eni (41,3 miliardi) ed Enel (39,7 miliardi). Nonostante il calo generale dei ricavi, il comparto energetico mantiene quindi una posizione dominante.

Tra le aziende manifatturiere, Stellantis Europe si posiziona quarta con 21,3 miliardi, seguita da Leonardo (17,8 miliardi) e Prysmian (17 miliardi). In forte crescita Ferrovie dello Stato e Saipem, rispettivamente al settimo e all’ottavo posto. Telecom Italia è la prima azienda del comparto dei servizi (nona), mentre Edison chiude la Top 10.

Le aziende pubbliche rappresentano quasi l’80% delle vendite e circa il 90% del margine operativo netto della top 10, con un valore aggiunto per dipendente di 221mila euro, contro i 138mila euro delle imprese private. Nelle successive posizioni dalla top 20 si distinguono ancora aziende energetico-petrolifere, come Hera, A2A, Italiana Petroli, Saras e Kuwait Petroleum Italia, accanto a realtà come Poste Italiane, Webuild, Parmalat, Edizione e Superit (Esselunga). 

Utili e perdite

Enel domina la classifica degli utili nel 2024, con un risultato netto di 7 miliardi di euro, il doppio rispetto ai 3,4 miliardi del 2023. Eni si posiziona al secondo posto con 2,6 miliardi di utile, in calo rispetto ai 4,8 miliardi del 2023. Sul terzo gradino del podio Poste Italiane, che registra un utile di 2 miliardi (contro gli 1,9 miliardi dell’anno precedente). Seguono due aziende dell’automotive di fascia alta: Ferrari, con 1,6 miliardi di utile, e Lamborghini, che segna un record di 1,4 miliardi, quasi tre volte i 479 milioni dell’anno precedente. 

Sempre nel comparto delle auto di lusso, Maserati si distingue in senso opposto, guidando la classifica delle perdite con un rosso di 701 milioni di euro, pari all’87% delle vendite, a causa del crollo delle immatricolazioni. Seguono Telecom Italia con una perdita di 610 milioni (4,3% del fatturato), Beko Europe Management con 492 milioni (21,6%), Vodafone Italia con 374 milioni (7,7%) e Open Fiber con 364 milioni di perdita, pari al 59,5% del fatturato.

L’occupazione

Dal punto di vista occupazionale, tra le imprese industriali e di servizi con una forza lavoro superiore alle 40mila unità, si distingue Poste Italiane, con 119.117 dipendenti, in lieve calo (-0,2%) rispetto al 2023. Seguono Ferrovie dello Stato con 96.335 (+4,2%), Leonardo con 60.468 (+12,9%) ed Enel con 60.359 (-1,1%). Quindi Oniverse Holding (45.886, +1,8%), Webuild (41.719, +9,8%) e Almaviva – The Italian Innovation Company (41.512, -7%).

Poste Italiane si distingue anche per l’elevata presenza femminile, con il 53% della forza lavoro. Ancora più marcata è l’incidenza in Oniverse Holding (89%), che include marchi come Calzedonia, Intimissimi, Tezenis e Signorvino, e in Almaviva (58%). Queste ultime aziende si caratterizzano anche per una significativa quota di personale under 30, pari rispettivamente al 54% e 57% del totale.

Le grandi banche

L’analisi del comparto bancario condotta dall’Area Studi Mediobanca racconta un settore che, dal 1965 a oggi, continua a ruotare attorno a pochi grandi protagonisti. Dopo decenni di dominio della Bnl, oggi la leadership è saldamente nelle mani di Intesa Sanpaolo, UniCredit e Cdp, che guidano un mercato altamente concentrato.

Nell’edizione 2024 sono stati esaminati 359 bilanci: l’attivo tangibile complessivo delle banche italiane raggiunge 2.695 miliardi di euro, in lieve calo (-1,8%) per effetto della riduzione degli impieghi e della liquidità. Le prime due banche hanno un attivo tangibile pari al 77% del Pil italiano. Nonostante la normalizzazione dei tassi Bce nella seconda parte dell’anno, la redditività resta elevata: il margine di interesse sale a 47,4 miliardi (+4,7%), le commissioni crescono del 7,4%. Scendono a 26 miliardi i crediti deteriorati netti, ai minimi dal 2008, mentre il coefficiente patrimoniale del sistema resta solido, al 20,1%. L’utile aggregato si attesta a 31,7 miliardi, di cui 23 attribuiti alle grandi commerciali (8,1 miliardi UniCredit e 5,6 Intesa). 

Intesa Sanpaolo guida la top 20 con 922,7 miliardi di attivo, seguita da UniCredit (781,8) e Cdp (391,3). Completano la classifica Banco Bpm, Iccrea, Bper, Mps, Mediobanca e Bnl.

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