
di Manuela De Pretto
Nella giornata internazionale degli studenti, il 17 novembre, Forbes Italia ha celebrato la prima edizione di Top Graduate, l’iniziativa che ha selezionato 100 tesi di laurea su oltre 300 autocandidature per raccontare i trend che stanno ridisegnando l’economia e la società: Space Economy, Blue Economy, Nutrition, Intelligenza Artificiale, Life Science. Top Graduate gode del patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ed è organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e il contributo di partner (Enav, Canon Medical, Veolia Italia, Amplifon, Fondazione Cotarella) che presidiano le frontiere più calde dell’innovazione. Il progetto è coordinato da Enzo Argante mentre la selezione delle tesi è stata curata da Next Leaders powered by Forbes Italia che ha valutato le candidature e, grazie con la conduzione di Giorgio Midulla, ha accompagnato sul palco una selezioni delle tesi per settore.
Ad aprire la giornata Nicola Formichella, CEO di Forbes Italia, che ha spiegato l’origine del progetto con una frase decisamente in sintonia con l’evento a restare: «Forbes celebra il successo, ma deve accompagnare anche chi il successo lo vuole costruire. Top Graduate nasce l’obiettivo di affiancare ai “classici” ranking di top CEO e top manager una lista di giovani laureati, scelti per la qualità delle loro ricerche e per la capacità di trasformare l’università in officina di soluzioni per il Paese”. Non a caso la presidente della CRUI, Laura Ramaciotti, ha inserito Top Graduate in una prospettiva di sistema: “Le cento tesi – ha ricordato – sono un segnale alla comunità accademica e alle imprese sul ruolo dell’università come infrastruttura di innovazione, luogo in cui il sapere si traduce in soluzioni per il Paese e per l’Europa”.
Nel quadro tracciato da Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo, la giornata ha assunto con chiarezza i contorni di un laboratorio di politiche per il talento. “Da un lato, i dati: il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, le difficoltà delle imprese nel coprire posizioni qualificate, la disoccupazione giovanile, la fuga di laureati all’estero – ha sostenuto Elisa Zambito Marsala – Dall’altro, la geografia degli investimenti globali: i trends trasformativi crescono a ritmi che ridisegnano sia le filiere produttive sia le mappe del potere economico. In questo contesto, l’education non appare più come un comparto separato, ma come una vera infrastruttura strategica: ciò che tiene insieme imprese, territori, istituzioni.
Top Graduate viene così letto come uno dei tasselli di un ecosistema più ampio, in cui Intesa Sanpaolo si posiziona come soggetto che non si limita a sostenere economicamente il merito, ma partecipa alla costruzione di una comunità di futuri leader, rendendo visibile il valore formativo delle esperienze “campus-to-world”. Top Graduate ha poi dato il via ad una sorta di carosello delle competenze: ogni partner ha raccontato il proprio fronte di innovazione, per lasciare poi la parola ad alcuni fra i tesisti Top Graduate che hanno rappresentato il proprio lavoro.
Per le Life Science, Francesca Costa (Amplifon) ha ricordato che il settore è trainante per l’economia italiana e sempre più ibrido, tra biotecnologia, dispositivi medici e AI. Sulla Blue Economy, Jan Pachner (One Ocean Foundation) ha mostrato come l’80% dei problemi dell’oceano nasca da attività sulla terraferma e come proprio da qui si aprano le opportunità più interessanti: l’oceano come “alleato” capace di coniugare crescita e tutela ambientale. Mentre, Silvia Cecamore (Siram Veolia) ha portato la prospettiva dell’ecologia industriale: metà della popolazione mondiale vive in stress idrico, la siccità pesa fino al 6% del Pil e, per il 75% degli italiani, il costo del “non fare nulla” supererà quello degli investimenti green.
Con Enrica Cotarella (Fondazione Cotarella) il discorso si è incentrato sulla Nutrition: dalla tradizione del vino alla nascita di una fondazione che lavora su nutrizione e disturbi del comportamento alimentare, ricordando che il cibo non è solo nutrimento, ma anche salute fisica, salute psicologica e relazione sociale. Quindi la Space Economy è stata letta da Felice Catapano (Gruppo Enav) come una nuova infrastruttura strategica in cui Enav passa dalle torri di controllo fisiche alle Digital Tower e a una forte spinta sull’export tecnologico e sulla formazione, con academy e factory universitarie sul territorio.
Infine Alex Dell’Era (Canon Medical) ha portato la discussione nel cuore dell’intelligenza artificiale applicata alla sanità: filosofia “Made for life”, 14 centri di R&D nel mondo di cui 6 dedicati all’intelligenza artificiale. L’AI, ha detto, non sostituirà i radiologi, ma i radiologi che sapranno usarla sostituiranno quelli che non la usano – e lo stesso varrà per ogni professione.
Accanto alle voci dei partner, Next Leaders ha proposto sul palco una rappresentanza delle tesi selezionate. La scelta è stata volutamente “didascalica”: quattro tesi per ciascun trend, a comporre un mosaico dei linguaggi e delle competenze che l’università italiana sta mettendo in campo. Per Life Science sul palco i tesisti: Roberta Marrocco, Vincenzo Lavorgna, Giovanni Pellegrino, Paolo Peruzzi. Per Blue Economy: Mattia Di Girolamo, Giulio Cavina, Matteo Faltracco, Giovanni Valente. Per Nutrition: Emanuel Mariean, Caterina Piccino, Ester De Ruvo, Elena Silecchia. Per Space Economy: Manuel Carlucci, Greta Di Cicco, Luigi Renzulli, Sara Castagna. Per Intelligenza artificiale: Leonardo Ruzzante, Gaia Topputo, Massimiliano Ferrini, Jeremie Tshimanga.
Quindi Victoria Donati, Matteo Panzeri, Giulio Falorsi, Caterina Carmillo sono stati premiati nell’ambito dei programmi di sostegno al talento e al merito dell’Ecosistema Education di Intesa Sanpaolo. Interventi brevi, rigorosi, concreti: chirurgia minimamente invasiva e sensori ottici, economia del mare e supply chain marittima, modelli di educazione alimentare, rischi asteroidali e infrastrutture spaziali, festival del cinema e AI generativa. La tesi, qui, smette davvero di essere un esercizio accademico e diventa un documento di politica industriale in miniatura.
La prima edizione in eredità una sorta di piattaforma “campus-to-world”: la sensazione è che Top Graduate non sia soltanto una premiazione, ma l’inizio di un lessico condiviso. Il talento c’è, è già allineato alle sfide globali e parla un linguaggio naturale di cooperazione tra ricerca, impresa e istituzioni. A questo punto la vera sfida non è “scoprirlo”, ma trattenerlo, metterlo nelle condizioni di crescere, permettergli di tornare nei campus – da docente, da manager, da imprenditore – portando con sé l’esperienza acquisita nel mondo. Le cento tesi premiate al Duomo Space nel 2025 verranno ricordate, quindi, non solo come un traguardo personale, ma come il primo capitolo di una diplomazia del talento che l’Italia ha tutto l’interesse a coltivare.
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