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20 novembre 2025

La Cina spinge sulle maxi-fusioni nella finanza: nasce un colosso da un trilione di yuan

L’investment bank statale incorpora Dongxing e Cinda Securities, mentre Pechino accelera il consolidamento del settore.
La Cina spinge sulle maxi-fusioni nella finanza: nasce un colosso da un trilione di yuan

Eleonora Fraschini
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Eleonora Fraschini

China International Capital Corporation (CICC) annuncia l’acquisizione di due società di intermediazione più piccole: Dongxing Securities e Cinda Securities. Nasce così una nuova realtà da più di 1.000 miliardi di yuan di asset (circa 140 miliardi di dollari) che diventa il quarto più grande gruppo finanziario del Paese. Dopo l’annuncio positivo della trimestrale di Nvidia, le borse asiatiche registrano aperture diverse (Nikkei +2,65%, Hang Seng -0,25%, Shanghai -0,15%).

Fatti chiave

  • China International Capital Corporation, banca d’investimento statale cinese, ha effettuato un’operazione di scambio azionario per incorporare Dongxing e Cinda Securities.
  • Il totale combinato degli asset supera i 1.000 miliardi di yuan, rendendo la nuova entità il quarto gruppo del settore in Cina.
  • L’operazione rientra nella strategia di Pechino per creare istituzioni finanziarie di scala globale e rafforzare il sistema bancario nazionale.
  • Le istituzioni coinvolte potranno beneficiare di una base patrimoniale aumentata (oggi CICC ha 46 miliardi di yuan) e di un focus verso l’economia reale e le strategie nazionali.
  • Il consolidamento nel settore è già in corso da tempo: altri broker cinesi hanno unito le proprie attività, con un chiaro messaggi verso l’esterno.

M&A nel sistema finanziario cinese

Nel quadro di rallentamento della crescita economica e di crescente pressione competitiva internazionale, la Cina ha avviato un’importante ondata di fusioni e acquisizioni nel settore bancario e dei servizi finanziari. Con l’operazione di China International Capital Corporation, che incorpora Dongxing e Cinda Securities tramite scambio azionario, lo Stato punta a concentrare attività e capitali per dar vita a gruppi più grandi e resilienti. Il totale degli asset delle tre società coinvolte supera un trilione di yuan. CICC ha dichiarato che la fusione rafforzerà la propria base patrimoniale, attualmente pari a circa 46 miliardi di yuan, e consentirà di dedicarsi con maggiore efficacia al servizio delle strategie nazionali e all’economia reale.

Affermazioni che riflettono l’orientamento politico del governo cinese: già nel 2023, durante la Central Financial Work Conference, il presidente Xi Jinping aveva ribadito la priorità di costruire istituzioni finanziarie statali di primo livello. Del resto, il fondo sovrano cinese, attraverso Central Huijin, mantiene partecipazioni dirette e indirette nei tre gruppi al centro dell’operazione. Lo stesso Central Huijin ricopre un ruolo chiave nel “national team”, l’insieme di investitori pubblici che intervengono nei momenti di tensione sui mercati.

Il deal non è stato un caso isolato: nel 2024, Guotai Junan Securities e Haitong Securities si erano fuse per dar vita al più grande broker cinese, con asset per 230 miliardi di dollari.

Riflessi sul mercato

In questo contesto, il mercato azionario interno mostra segnali di recupero: l’indice CSI 300, che raggruppa i principali titoli di Shanghai e Shenzhen, è salito di circa il 20% da inizio anno, anche grazie a incentivi introdotti a settembre, con programmi di buy-back.

L’eco della mossa di CICC potrebbe varcare i confini nazionali: la creazione di un grande polo bancario cinese rappresenta un messaggio chiaro ai mercati internazionali sul ruolo della Cina come protagonista nel panorama finanziario globale. Il consolidamento del settore potrà migliorare la resilienza del sistema bancario cinese e ridurre la frammentazione domestica, ma allo stesso tempo pone sfide in termini di regolamentazione, trasparenza e competizione internazionale.