
Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Quando si parla di espansione internazionale nel gioco online, l’Italia occupa un posto di rilievo nella storia di Betsson Group. “Siamo presenti sul mercato fin dai primi anni di liberalizzazione, quasi 15 anni fa, con un brand creato appositamente per il Paese: StarCasino.it”, racconta Corinne Valletta, general counsel del gruppo. “Le cose hanno iniziato a decollare dopo il 2020, quando StarCasino è stato esteso anche al mercato delle scommesse sportive, fino all’introduzione del nostro brand di punta, Betsson.it, nel 2024″.
Oggi l’Italia è uno dei pilastri della strategia di espansione del gruppo: con un fatturato lordo stimato di 45 miliardi di euro nel 2025, è tra i mercati più grandi e dinamici d’Europa. “Betsson è un operatore con una lunga storia di crescita in un settore attraente e redditizio. L’obiettivo è sempre stato crescere nei mercati che offrono buone prospettive e, una volta ottenuta una posizione solida, mantenerla nel tempo. L’Italia ne è un esempio”. Il successo, dice Valletta, deriva dalla capacità del gruppo di unire visione globale e radicamento locale. “Siamo in grado di adattarci rapidamente grazie al focus sulle competenze e sulle conoscenze di mercato. È un equilibrio costante che rappresenta la chiave della nostra crescita”.
La regolamentazione italiana rappresenta una delle sfide più complesse per gli operatori internazionali. “Il quadro normativo del gioco online in Italia è in una fase di transizione. Si potrebbe dire che la regolamentazione italiana sia famosa per essere una delle più articolate, soprattutto per l’elevato approccio tecnico, che impone la certificazione dei sistemi di gioco secondo requisiti molto rigorosi”. Il nuovo framework porta con sé ulteriori novità: obblighi legati agli standard Iso per ambiente, sostenibilità, innovazione tecnologica e cybersecurity, oltre all’adozione di una politica strutturata sul gioco responsabile. “Non è solo la complessità a rappresentare la difficoltà, ma anche la mancanza di chiarezza su ciò che è effettivamente richiesto in ogni caso”, spiega Valletta.
Un altro aspetto rilevante è la selettività economica. “Non posso non menzionare il filtro previsto dal legislatore: una tassa di concessione di 7 milioni di euro che garantisce l’accesso al mercato solo agli operatori più solidi e maturi, pronti a contribuire in modo responsabile a questa nuova fase del mercato italiano”. Sul tema della regolamentazione, Valletta è netta: “Tramite divieto non funziona. Il gioco d’azzardo è una costante sociale che non può essere ignorata. Se fosse vietato, finirebbe nell’ambito dell’illegalità e si perderebbe completamente il controllo. Il modo migliore per gestirlo è regolamentarlo bene, intervenendo solo dove serve davvero, proteggendo i consumatori, ma mantenendo il giusto equilibrio per restare competitivi”.
Per Valletta, una buona regolamentazione è quella che tutela il giocatore senza soffocare l’innovazione. “Le istituzioni devono saper bilanciare la protezione con la sostenibilità del settore. Solo così si costruisce un mercato sano e duraturo”. Questa filosofia rispecchia l’approccio regolamentare più ampio di Betsson Group, che dà priorità alla trasparenza, alla protezione dei giocatori e alla sostenibilità a lungo termine del settore.
In questo ambiente normativo in continua evoluzione, la struttura e la visione a lungo termine hanno permesso al gruppo di continuare a crescere in modo sostenibile. Oggi Betsson Group conta quasi tremila dipendenti di circa 75 nazionalità, distribuiti in Europa e Sud America. “La sede principale delle operazioni è a Malta, con due location, ma negli anni è diventato necessario aprire uffici in altri paesi per ampliare il bacino di talenti, soprattutto nei ruoli tecnologici e di sviluppo prodotto, o per essere più vicini al cuore di un determinato business, come nel caso degli uffici di Buenos Aires e San Paolo”.
Le origini del gruppo risalgono al 1963, quando le prime slot machine vennero installate dai fondatori nei ristoranti svedesi. Da allora l’azienda ha attraversato decenni di evoluzione, fino a ottenere la prima licenza per il gioco online a Malta nel 2004, seguita, sette anni più tardi, dall’Italia, tra le prime giurisdizioni europee a richiedere una regolamentazione locale. “È una storia costruita su resilienza e innovazione, elementi che continuano a guidare la nostra strategia anche oggi”, commenta Valletta. Betsson Group fa capo a Betsson Ab, società quotata al Nasdaq di Stoccolma, una delle realtà più solide e diversificate del settore.
Alla domanda su come definirebbe la propria leadership, Valletta risponde senza esitazioni: “Empowerment. È l’obiettivo principale a cui mi ispiro da sempre. Senza empowerment, un team prima o poi si scontra e fallisce: senza fiducia, nessuno prende decisioni o rischi, e tutti finiscono per dipendere da qualcun altro”. La sua carriera riflette un profondo legame con il settore: “Il mio amore per l’industria è nato quando mi fu affidato il compito di rappresentare Malta e il regolatore maltese a livello europeo. Quando sono passata al settore privato, è stata un’enorme sfida di apprendimento vedere il lato pratico di tutto ciò per cui avevo combattuto, ma poi è arrivato un amore immediato per il business: l’importanza di conoscere il prodotto, l’unità dei team, l’entusiasmo del successo e la delusione del fallimento”. Oggi guida un team di oltre 70 professionisti tra avvocati e tecnici, impegnati a gestire la complessità normativa in 24 paesi.



