Exor e Tether consolidano la loro presenza e sostengono il piano di rilancio, ma il mercato reagisce male
La Juventus ha completato un aumento di capitale da 97,8 milioni di euro tramite il collocamento istituzionale di 37,912,181 nuove azioni (pari a circa il 9,1% del capitale post-operazione), al prezzo di 2,58 euro per azione, con Exor (65,4% del capitale) e Tether (11,5%) che hanno sottoscritto pro quota. I fondi serviranno a sostenere il Piano Strategico 2024/25-2026/27 con particolare focus su rafforzamento patrimoniale, riduzione dell’indebitamento e sviluppo internazionale. Le borse non hanno accolto bene la notizia e oggi il titolo Juventus è in rosso.
Fatti chiave
- L’aumento di capitale è stato chiuso tramite un “accelerated bookbuild” riservato a investitori istituzionali.
- Con l’emissione di circa 38 milioni di nuove azioni, il capitale sociale della Juventus salirà a circa 16,73 milioni di euro.
- Exor e Tether hanno mantenuto le loro quote di controllo, partecipando pro quota all’operazione: ciò segnala fiducia dei maggiori azionisti nel progetto societario.
- In seguito all’annuncio dell’operazione, il titolo Juventus ha registrato una flessione a Piazza Affari, segnalando una reazione poco favorevole del mercato.
Il ruolo di Exor e Tether
Le 37,9 milioni di nuove azioni emesse a 2,58 euro saranno ammesse a quotazione su Euronext Milan alla data di emissione, portando il capitale sociale del club a 16,731 milioni di euro per un totale di 417.033.996 azioni ordinarie. Exor e Tether hanno sottoscritto pro quota le nuove azioni, confermando il loro ruolo centrale nella governance bianconera: la holding della famiglia Agnelli mantiene così il suo controllo, mentre Tether, che ha superato l’11,5% del capitale, con circa il 7% dei diritti di voto, consolida la sua posizione come secondo azionista. La notizia dell’operazione non è stata accolta bene dal mercato: le azioni Juventus hanno perso il 7% già nei primi minuti di scambi della Borsa di Milano, scendendo fino a 2,448 euro, ai minimi dal febbraio scorso.
Il retroscena
Negli ultimi anni, la Juventus ha varato tre ricapitalizzazioni: 300 milioni nel 2019, 400 milioni nel 2021 e 200 milioni nel 2022. Si tratta interventi pensati per sostenere una struttura di costi divenuta sempre più pesante, tra ingaggi, investimenti sportivi e nuovi progetti commerciali. L’impatto della pandemia ha amplificato le fragilità: gli stadi chiusi, la contrazione dei ricavi da match-day e le difficoltà dell’intera industria hanno accelerato la necessità di nuova liquidità.
A questo quadro si è aggiunta la stagione delle indagini del 2022-2023 che ha portato alla penalizzazione in campionato, alla conseguente esclusione dalle coppe europee e, sul piano istituzionale, alle dimissioni di Andrea Agnelli e di buona parte del CdA. L’assenza dalle competizioni Uefa ha privato il club di una delle sue principali fonti di ricavo, rendendo indispensabile un’ulteriore operazione di stabilizzazione finanziaria.
È in questa fase che Exor ha iniziato a preparare il terreno per un nuovo intervento, annunciando nel marzo 2025 un primo supporto da 15 milioni di euro. È in questo contesta che è entrato in scena un nuovo attore: Tether Investments, la società legata al mondo delle criptovalute guidata da Paolo Ardoino. Inizialmente acquisita come quota di minoranza, la partecipazione è stata poi aumentata, fino a ottenere una presenza significativa nel club.