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27 novembre 2025

Così Capital Venture Consulting vuole colmare il divario tra innovazione e mercato dei capitali

L'azienda vuole rendere l’ecosistema italiano più favorevole a chi vuole tradurre un’intuizione in un’impresa
Così Capital Venture Consulting vuole colmare il divario tra innovazione e mercato dei capitali

Forbes.it
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Contenuto tratto dal numero di novembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

In Italia il potenziale non manca. Mancano, piuttosto, le condizioni per permettere alle startup di crescere con la velocità dei mercati più maturi. Da questa consapevolezza è nata Capital Venture Consulting (Cvc), boutique finanziaria specializzata in raccolta fondi per startup e pmi innovative, con all’attivo oltre 250 raccolte tra finanza pubblica e capitale privato e un’esperienza che attraversa settori, fasi e modelli di business.

“In Italia abbiamo talenti e creatività, ma esistono ancora barriere che rallentano la crescita delle startup”, spiega Gabriele Belfiore, cofondatore. “Le maggiori difficoltà riguardano l’accesso al capitale nelle fasi iniziali, la burocrazia e una cultura che fatica a premiare il rischio. Spesso si chiede sostenibilità immediata, mentre in mercati esteri si finanziano visioni di lungo periodo. Questo cambia completamente le regole del gioco”.

Fondata nel 2019 da Belfiore e da Cesare Spanò, Capital Venture Consulting è nata per colmare quel divario culturale e tecnico che separa l’innovazione dal mercato dei capitali. Oggi il team ha 15 professionisti e un modello che punta a integrare finanza agevolata, round di investimento e strumenti di debito in percorsi personalizzati che accompagnano gli innovatori dall’early stage alle fasi di scale up. “Le startup spesso si trovano di fronte a un labirinto di bandi nazionali, fondi di investimento, incentivi europei”, afferma Spanò. “Noi le guidiamo nella scelta delle opportunità più adatte e le supportiamo in tutto l’iter progettuale, fino a ottenere l’investimento”.

Tra i casi di successo c’è Toduba, fintech italiana cresciuta fino a oltre 40 milioni di fatturato, con circa 7 milioni di capitali raccolti attraverso P101, Cdp Venture Capital e altri investitori. “Il merito principale del successo è sempre dei fondatori, ma il nostro supporto è stato cruciale per costruire un dialogo efficace con gli investitori e strutturare i modelli finanziari necessari al completamento dei round”, raccontano da Cvc. Tra le altre raccolte di capitale recenti ci sono quelle di Poleepo, Active Label e Snelix.

Accanto all’attività in Italia, Cvc ha avviato un percorso di internazionalizzazione che l’ha portata in Cina e negli Stati Uniti per costruire connessioni tra startup italiane e fondi globali. L’obiettivo è aprire nuovi mercati e nuovi flussi di capitale. “Il mercato di ogni startup è il mondo”, dice Belfiore. “Vogliamo che il made in Italy dell’innovazione diventi competitivo su scala globale, aiutando le imprese a pensarsi internazionali dal giorno zero”.

La missione rimane quella delle origini: trasformare idee innovative in imprese capaci di crescere e attirare capitali. Con un approccio sartoriale, un network in espansione e una visione globale per rendere l’Italia un terreno più fertile per chi vuole innovare.