
Ci sono il più grande unicorno italiano e un’azienda di viti, una piccola impresa che ha battuto un record della Nasa e una multinazionale dell’acqua, uno chef filantropo e un avvocato che usa i social per spiegare la legge ai non specialisti. Tra le centinaia di aziende e imprenditori italiani raccontati da Forbes, la redazione ne ha selezionate dieci. Quelle che, a nostro giudizio, aiutano a capire pezzi della nostra economia e raccontano qualcosa del nostro Paese.
Il 2 marzo, per la prima volta, uno strumento prodotto in Italia è sbarcato sulla Luna: si chiama LuGre (acronimo di Lunar Gnss receiver experiment) e permette di localizzare un veicolo spaziale utilizzando i satelliti che servono allo stesso scopo sulla Terra: quelli del Global navigation satellite system (Gnss). A realizzarlo è stata una pmi di Vicenza: la Qascom.
Forbes Italia ha parlato con il fondatore e amministratore delegato, Oscar Pozzobon, di un’azienda da 90 addetti e 8 milioni di euro di ricavi che è fra le 300 a maggiore crescita in Italia. Oggi, ha spiegato Pozzobon, “Qascom è coinvolta nelle costellazioni Galileo e Moonlight” e lavora con l’Agenzia spaziale europea e con quella italiana, oltre che con la presidenza del Consiglio, la European defense agency, la Commissione europea, l’Euspa (Eu Agency for the Space Programme), la Nasa, Thales Alenia Space, Leonardo e Airbus. Il suo LuGre ha segnato un record: ha raccolto il segnale di Gps e Galileo dall’orbita lunare, a più di 400mila chilometri di distanza. Il precedente primato — 200mila chilometri — apparteneva alla Nasa.
Ottant’anni fa Egidio Brugola depositava il brevetto della vite a testa cava esagonale con gambo a torciglione. Nel 2024 i suoi eredi hanno riacquistato tutte le quote dell’azienda che aveva fondato a Lissone nel 1926, la Officine Egidio Brugola. Dopo 34 anni la società, che produce viti critiche per il settore automobilistico, è tornata al 100% nelle mani della famiglia.
Il presidente, Jody Brugola, ha spiegato a Forbes Italia la genesi dell’operazione, cominciata dopo la crisi del 2008-2009. Ha raccontato il presente dell’azienda, che ha chiuso il 2024 con ricavi per 186 milioni di euro e che collabora con gruppi come Bmw, Mercedes, Hyundai, Stellantis, Ford e Volskwagen. E ha guardato anche a un futuro in cui dovrà fare i conti con la transizione elettrica e l’esigenza di adottare soluzioni sostenibili.
Forbes Italia ha dedicato la copertina del numero di aprile, quello dedicato alla lista dei 100 under 30 italiani, a Leonardo Maria Del Vecchio. Classe 1995, Del Vecchio è uno degli otto eredi del fondatore di Luxottica diventati miliardari dopo la sua morte, nel giugno del 2022. Ma ha scelto di non limitarsi all’azienda di famiglia e, con il suo family office Lmdv Capital, ha messo assieme un portafoglio che spazia dall’editoria all’acqua, dalla tecnologia ai fondi di investimento.
Nell’intervista, Del Vecchio ha spiegato che il suo “percorso imprenditoriale personale” non è un’alternativa all’impegno in EssilorLuxottica, ma “un’espressione complementare”. Il filo conduttore di tutte le operazioni è il made in Italy, inteso non “come etichetta”, ma come “approccio culturale e imprenditoriale che valorizza il nostro saper fare”. Alla base c’è l’idea che non conti “quanto un settore sia tradizionale o innovativo: l’importante è svilupparlo all’italiana”.
Angelo Greco è avvocato, digital creator, giornalista, imprenditore. Attività accomunate da un’idea: “Mi sono reso conto che la legge non era fatta per tutti, ma solo per chi poteva permettersi di pagare”, ha detto a Forbes Italia. “E io volevo cambiare le cose. Se è vero che la legge non ammette ignoranza e che in caso di violazione non ne risponde l’avvocato, ma il suo cliente, era giusto che quella legge fosse compresa dai suoi destinatari. Ed era necessario che qualcuno iniziasse un’opera di traduzione”.
È nato da questa intuizione La Legge Per Tutti: un sito di informazione giuridica non destinato agli avvocati, ma a persone senza competenze tecniche. Un progetto che ha avuto grande successo anche grazie ai social, ma che ha portato a Greco anche molte critiche: ordini e colleghi lo hanno accusato di “rappresentare la legge in modalità pop” e svilire il mestiere. “Come se il decoro dipendesse non tanto dalla qualità, ma dallo strumento che si utilizza”.
“Essere cuoco oggi significa anche essere narratore, pensatore, artigiano e artista”. Sta in questa frase l’essenza dell’intervista di copertina del numero di luglio di Forbes Italia, dedicata a Massimo Bottura. A 30 anni dall’apertura dell’Osteria Francescana, lo chef ha ripercorso la sua carriera, ma ha anche spaziato sui temi che lo hanno reso uno dei primi cuochi-filosofi. A cominciare dalla passione per l’arte contemporanea: “L’arte per me è un modo di stare al mondo”, ha detto. “Non è ornamento, non è estetica fine a se stessa. È uno specchio, ma anche una visione. È il luogo dove nascono le domande più urgenti”.
Bottura si è anche soffermato sul suo impegno sociale. Tra le sue iniziative c’è Food for Soul, che ha progettato refettori in tutto il mondo “non solo per combattere lo spreco alimentare, ma per restituire dignità attraverso il cibo”. E poi il Tortellante, un laboratorio in cui ragazzi nello spettro autistico preparano tortellini a mano secondo la tradizione modenese.
L’11 novembre è morto Alberto Bertone, l’imprenditore piemontese che ha fondato e guidato per 30 anni Acqua Sant’Anna. Una delle sue ultime interviste è stata la storia di copertina del numero di agosto di Forbes Italia.
Nell’occasione, Bertone ha raccontato come negli anni ’90 la sua famiglia, all’epoca impegnata nel ramo delle costruzioni, abbia deciso di entrare in quello dell’acqua minerale. “Abbiamo iniziato a cercare sorgenti lungo le Alpi piemontesi, finché non abbiamo trovato quella giusta”, ha ricordato. “Ci recammo più volte sul posto, facendo sopralluoghi, test, analisi. Dopo una lunga camminata in montagna, assaggiammo quest’acqua. Abbiamo capito subito le potenzialità del prodotto e abbiamo iniziato a sognare”.
Fu una scelta coraggiosa, anche perché all’epoca i margini delle aziende di costruzioni erano superiori a quelli delle aziende di acqua minerale. “Ma un imprenditore non deve guardare solo i bilanci”, ha detto Bertone. “Deve anche farsi prendere dall’emozione, seguire un’intuizione. A noi successe proprio questo”. Oggi il gruppo ha ricavi per 340 milioni di euro all’anno e ha raggiunto 1,5 miliardi di bottiglie vendute.
Il fisico italiano Francesco Sciortino ha 32 anni e un obiettivo molto ambizioso: “Costruire una stella in laboratorio”. In altre parole, realizzare la prima centrale a fusione nucleare, cioè la prima a produrre energia tramite la stessa reazione che alimenta il Sole. Per realizzarlo ha fondato una startup chiamata Proxima Fusion, con cui ha già raccolto 200 milioni di euro.
Sul numero di agosto di Forbes Italia Sciortino ha parlato della sua storia e di come, dopo avere lavorato a diverse tecnologie nel campo della fusione nucleare, si sia convinto di avere individuato quella giusta nello stellarator, basata su un’idea elaborata negli anni ’50 da un fisico statunitense. E ha delineato i piani della sua azienda per i prossimi anni: completare una “dimostrazione hardware” entro il 2027 e mettere in funzione uno “stellarator demo” entro il 2031.
Sergio Momo è un imprenditore dei profumi. Ma il profumo, per lui, è soprattutto “un cavallo di Troia per entrare in mondi diversi, come la musica, il design e il gusto, e per costruire esperienze multisensoriali”. Lo ha spiegato nella storia di copertina del numero di settembre di Forbes Italia, incentrata sulla sua Xerjoff, l’azienda che ha fondato più di 20 anni fa a Torino.
Momo ha ripercorso collaborazioni come quelle con grandi musicisti — dai Duran Duran a Tony Iommi, chitarrista dei Black Sabbath —, con il brand di champagne Maison de Venoge e con lo chef stellato Yannick Alléno. “Il nostro lavoro”, ha detto, “è creare un’atmosfera, un’immagine mentale. Spesso le persone acquistano una fragranza non perché conoscano l’ambiente evocato, ma perché vogliono immaginarlo, sognarlo. Questo è il potere della profumeria artistica”.
Di recente, Xerjoff ha guardato anche al mondo dello sport con il lancio di Torino25, la fragranza lanciata quando la città ha ospitato le Atp Finals di tennis.
La storia di Beta Utensili è legata ai motori. L’azienda brianzola è sponsor del team Speed Rs di MotoGP, e molti appassionati la ricordano come sponsor della scuderia March di F1, quella con cui negli anni ’70 Vittorio Brambilla conquistò una vittoria sotto il diluvio in Austria. In realtà, le corse sono solo una parte dell’attività di un gruppo da 252 milioni di euro di ricavi nel 2024. “Nella maggior parte del tempo mettiamo utensili nelle mani di persone che lavorano davanti a una macchina, che riparano o costruiscono qualcosa. Lo sport dà una mano di vernice più fresca”, ha spiegato l’amministratore delegato, Roberto Ciceri, quarta generazione della famiglia fondatrice.
In questa intervista, Ciceri ha raccontato una storia cominciata nel 1923, quando un suo bisnonno fondò a Erba, in provincia di Como, la Alessandro Ciceri e Figli, specializzata in stampi di ferro e acciaio. Oggi la società produce utensili per specialisti della meccanica, della manutenzione industriale e dell’autoriparazione, abrasivi, prodotti per l’installazione elettrica e la saldatura, scarpe antinfortunistiche, abbigliamento da lavoro, arredamento modulare per officina. Ha dieci stabilimenti e oltre mille collaboratori.
Poche aziende italiane hanno fatto parlare di sé nel 2025, e in particolare negli ultimi mesi dell’anno, come Bending Spoons. Da settembre in poi la società tecnologica milanese ha annunciato tre grandi acquisizioni — Vimeo, Aol ed Eventbrite — per una cifra complessiva stimata intorno ai 3 miliardi di dollari. E un round di finanziamento da 710 milioni, comunicato alla fine di ottobre, ha portato la sua valutazione a 11 miliardi. Una cifra che la rende — per distacco — il più grande unicorno italiano e che ha reso miliardari i quattro fondatori: Luca Ferrari, Luca Querella, Francesco Patarnello e Matteo Danieli.
Attraverso un’intervista a Ferrari, che è l’amministratore delegato, Forbes Italia ha ripercorso la saga di Bending Spoons nell’ultima storia di copertina del 2025. Ferrari ha fornito, tra l’altro, la sua definizione per un modello di business fondato sull’acquisizione di aziende tecnologiche per cercare di renderle più efficienti. La sua sintesi è “25% private equity, 75% società tecnologica. È normale che gli osservatori vogliano incasellarci in una categoria, ma, per quanto ne sappiamo, il nostro approccio è unico”.
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