Esperienze, eventi, prodotti e tutti i servizi necessari per immergersi nella bellezza del vivere green: 66 negozi, un museo, tre luoghi di ristorazione, una piscina, una spa e un club dedicato all’ozio creativo. In totale, 73 luoghi di bellezza e rispetto perfettamente circolari, in cui scoprire oggetti studiati per durare a lungo e che, giunti a fine vita, si possono riutilizzare o riciclare. Stiamo parlando dei 15mila metri quadrati di prodotti sostenibili del primo green retail park al mondo dedicato al tema del rispetto: Green Pea nasce a Torino, al Lingotto, di fianco al primo Eataly, aperto nel 2007, casa madre. In italiano si traduce “pisello verde”, il piccolo legume eletto a simbolo del rispetto: rotondo come la terra e verde come dovrebbe essere il nostro pianeta.
“From duty to beauty: è questo il motto con cui raccontiamo il mondo della sostenibilità – spiega Francesco Farinetti, presidente e amministratore delegato -, rendendo cool atteggiamenti virtuosi e consapevoli e mostrando come le buone abitudini siano facili da adottare. Green Pea è promotore di uno stile di vita sostenibile, sensibile alla natura e alle persone. È un broadcaster di notizie provenienti dal mondo green. Insomma, un invito ad attuare un’inversione di rotta nella produzione e nel consumo. Non è certo una sfida semplice. Sappiamo di correre una maratona, ma notiamo con piacere che sempre più persone sono entrate a far parte della nostra comunità militante che crede nel cambiamento. Scegliere Green Pea significa fare un acquisto consapevole e contribuire in prima linea alla salvaguardia del pianeta”.
Che cos’è Green Pea
Cinque piani, dedicati a cambiare il rapporto con l’energia, il movimento, la casa, l’abbigliamento e il tempo libero. Più di 100 partner e un pisello verde su ogni prodotto in vendita. Il piano 0 è dedicato al tema life, con proposte Fca, Iren, Enel X e Tim, tra gli altri, e il Green Pea Discovery Museum. Il primo è incentrato sul tema home: da Whirlpool ad Artemide, Driade e FontanaArte; il secondo sul fashion con i migliori marchi della moda sostenibile italiana e internazionale, da Timberland a Patagonia; il terzo alla bellezza (da Zegna a Brunello Cucinelli). Il piano 4, infine, ospita un esclusivo – ma inclusivo – club dedicato all’ozio creativo.
Green Pea è il terzo progetto imprenditoriale della famiglia Farinetti, dopo UniEuro e Eataly. Sviluppato dagli architetti Cristiana Catino (Acc Naturale Architettura) e Carlo Grometto (Negozio Blu Architetti Associati), è un luogo unico, con le caratteristiche di un organismo naturale: un edificio che invita le persone alla scoperta del mondo della sostenibilità, facendone toccare con mano la bellezza grazie a più di 2mila alberi, piante e arbusti, ma anche attraversLo la produzione di energia da fonti rinnovabili, che garantisce alta efficienza e riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. L’edificio è infatti alimentato tramite pozzi geotermici, pannelli fotovoltaici e solari, elementi per la captazione di energia eolica e per il recupero dell’energia cinetica.
Le attività
L’attività e i valori Green Pea saranno supportati da un’intensa attività culturale: nell’esperienza in store grazie al Green Pea Discovery Museum (adatto a tutte le età, per scoprire il funzionamento delle tecnologie green), attraverso l’app realizzata con la startup Aworld – scelta dall’Onu per supportare la campagna Act Now contro il cambiamento climatico –, unendo sostenibilità e gamification; con il magazine Green Peaple. Ogni contenuto divulgativo sarà approvato da Silvio Greco – biologo marino, direttore della stazione zoologica di ricerca Anton Dhorn e membro della Cnsa (Commissione Nazionale Scientifica per l’Antartide) –, responsabile dell’inspiration board, il comitato scientifico che garantisce l’accuratezza delle informazioni comunicate in Green Pea.
“Riteniamo che, in un modello sociale basato sui consumi, occorra indirizzare il commercio verso valori utili al benessere vero – afferma Oscar Farinetti -, che può esistere solo in equilibrio con gli altri umani. Lo scenario non è complicato da leggere. Il problema principale consiste nella compatibilità tra le attività volte al miglioramento della vita e la salute del pianeta. Il 90% degli scienziati ci dice che il nostro modo di consumare è diventato insostenibile. Da un lato produciamo energia immettendo nell’atmosfera una quantità di CO2 eccessiva, che altera il clima, da un altro costruiamo oggetti e produciamo cibo inquinando terra, acqua e aria, da un altro ancora non smaltiamo i rifiuti in modo corretto, infine sopprimiamo alberi. Quando il 90% degli scienziati dice una cosa, normalmente ci azzecca. È giunto il momento di modificare il nostro modo di consumare. Green Pea nasce per questo. Si pone l’obiettivo di dimostrare che vi è la possibilità, subito, di vivere in armonia con il pianeta, senza rinunciare al bello. Poiché ci sembra di aver raggiunto questo scopo già con Eataly per quanto riguarda il cibo – dunque l’agricoltura -, ora ci proviamo con le altre principali attività di consumo: muoversi, abitare, vestirsi, stare puliti, in forma e sapienti. È un progetto nuovo, dunque incominciamo da Torino, la città italiana che inventa. Da sempre”.
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