Relativity Space conta di lanciare il suo primo razzo entro la fine dell’anno. La cosa, però, non ha impedito alla società di continuare a guardare al futuro. Martedì 8 giugno, la startup con sede a Los Angeles ha annunciato di avere raccolto 650 milioni di dollari in un round di finanziamento di serie E. Il capitale servirà ad accelerare lo sviluppo del razzo Terran R, che sarà completamente stampato in 3D e potrà lanciare carichi utili più grandi rispetto al Falcon 9 di Elon Musk.
“Penso che si tratti di un grande annuncio”, ha dichiarato il co-fondatore e amministratore delegato, Tim Ellis. “Stiamo facendo ciò che avevamo in mente quando abbiamo dato vita alla società: costruire un razzo del tutto riutilizzabile, capace di collocarsi in una classe molto superiore a livello di carico utile”.
Relativity è stata fondata nel 2015 da Ellis e da Jordan Noone, ex di Blue Origin e SpaceX rispettivamente. (La coppia è comparsa anche nella lista degli Under 30 di Forbes nel 2019). Entrambi avevano lavorato allo sviluppo di processi per realizzare componenti per razzi stampati in 3D e condividevano l’idea di creare razzi interamente costruiti con la stessa tecnologia. I due hanno raccolto il loro primo round di finanziamenti dopo avere mandato una mail a Mark Cuban, che non avevano mai conosciuto, per spiegargli la loro visione. Cuban investì allora e ha continuato a farlo in ogni round successivo.
Finora, la società ha raccolto circa 1,3 miliardi di dollari di finanziamenti. L’ultimo round è stato guidato da Fidelity Management and Research e ha coinvolto anche investitori come BlackRock, Tiger Global, Tribe Capital, l’attore Jared Leto e altri. La valutazione della società è ora di 4,2 miliardi di dollari.
La prima versione del razzo di Relativity Space, Terran 1, è destinata a carichi utili più piccoli. Mira a competere con missioni “rideshare” su razzi più grandi e con piccoli veicoli di lancio quali l’Electron di Rocket Lab. Il primo volo di prova è previsto per la fine dell’anno. I primi lanci commerciali seguiranno poco dopo. Relativity ha registrato una forte domanda. “Basti dire che, in pratica, non accettiamo più prenotazioni per Terran 1”, spiega Ellis. “Ne abbiamo già per molti anni”.
Il Terran R, secondo Ellis, è ancora più ambizioso. È un razzo in due stadi con un’altezza complessiva di 66 metri. Costruito con leghe di alluminio concepite appositamente per le stampe 3D, sfrutta strutture aerodinamiche generate tramite un algoritmo. Ciò significa, come racconta Ellis, che può essere realizzato solo con questa tecnologia. Il mezzo è stato progettato per essere del tutto riutilizzabile: il primo stadio atterrerà separatamente rispetto al secondo stadio e al carico utile, che atterreranno assieme, come una sola unità. La società intende testare la riutilizzabilità degli stadi durante i lanci commerciali, secondo l’esempio di SpaceX.
I razzi saranno realizzati con le stesse, gigantesche stampanti 3D che Relativity sta usando per costruire il Terran 1 a Long Beach, in California. Secondo Ellis, il Terran R, quando sarà completamente sviluppato, sarà in grado di trasportare in orbita carichi utili più grandi rispetto al Falcon 9 di SpaceX e, potenzialmente, potrebbe essere riutilizzato centinaia di volte. Il razzo ha già la fiducia di qualcuno: Ellis afferma che Relativity ha già firmato un contratto per vari lanci con una società di cui non può ancora rivelare il nome.
Per Ellis, l’ultimo round di finanziamento e il numero di prenotazioni già ricevute da Relativity Space dimostrano che c’è ancora un grosso mercato per chi vuole operare nel settore spaziale, nonostante la SpaceX di Elon Musk lanci sempre più razzi all’anno. “Da tempo sentiamo dire ai consumatori che c’è bisogno di un’altra società innovativa capace di muoversi rapidamente sul mercato”, ha dichiarato. “Perciò, deve essercene un’altra”.
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