Kimbal Musk
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Un altro Musk è diventato ricco grazie a Tesla: è il fratello minore di Elon

Questo articolo è apparso su Forbes.com

La rapida crescita delle azioni di Tesla ha reso l’amministratore delegato, Elon Musk, la persona più ricca del mondo. Ma c’è un altro Musk che sta passando all’incasso. Il fratello minore di Elon, Kimbal Musk, è stato uno dei primi investitori dell’azienda e fa parte del consiglio di amministrazione dal 2004. Un lavoro ben remunerato: una stima conservativa di Forbes ha calcolato il suo patrimonio in circa 700 milioni di dollari. Una cifra dovuta in gran parte alla sua quota dello 0,04% in Tesla, a cui si aggiungono le opzioni per l’acquisto di 172.250 azioni della società, che il 9 novembre valevano circa 170 milioni. Kimbal Musk possiede poi azioni di Chipotle, di cui è anche un dirigente, per circa 2 milioni di dollari. E ha probabilmente una quota di SpaceX, l’azienda di voli spaziali privati di Elon Musk. Anche in questo caso, Kimbal è membro del cda.

Figlio minore di Maye ed Errol Musk, Kimbal è cresciuto in Sudafrica ed è andato alla Queen’s University nell’Ontario, in Canada, assieme al fratello. (Elon se n’è andato dopo due anni per completare la laurea all’università della Pennsylvania). Dopo la laurea nel 1995, Kimbal ha fondato con Elon Zip2, un’azienda di software che è stata acquistata da Compaq nel 1999. In seguito, secondo la Cnbc, Kimbal ha investito in X.com, la successiva startup di Elon, che è diventata alla fine parte di PayPal. È entrato nel consiglio di amministrazione di Tesla nello stesso anno in cui Elon ha speso 6,5 milioni di dollari per diventare il più grande azionista della società e il suo presidente.

Kimbal ha investito i suoi soldi in Tesla e, nel corso degli anni, gli sono state concesse opzioni su azioni di grande valore, come compenso per il suo lavoro nel cda. Nel 2008, nel momento peggiore della recessione, Kimbal ha visto crollare i suoi investimenti personali. Secondo la biografia del 2015 Elon Musk: Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico della giornalista di Bloomberg Ashlee Vance, ha venduto così gli asset che gli restavano e li ha investiti in Tesla, per aiutare l’azienda, allora in difficoltà, a restare a galla. “Ero vicino alla bancarotta”, ha raccontato Kimbal a Vance.

Non è chiaro quanto Kimbal abbia investito. Un portavoce ha dichiarato solo che è stato “uno dei primi investitori”. Secondo i documenti depositati alla Securities and exchange commission (Sec, l’ente statunitense che vigila sulla Borsa), Kimbal ha partecipato nel 2008 a un round di finanziamento ponte in cui gli investitori hanno prestato denaro a Tesla in cambio di un’obbligazione convertibile per acquistare azioni a un prezzo scontato. Kimbal si è ritrovato con 594.857 azioni. Non è chiaro se, negli anni, abbia investito altro denaro nella società.

Ciò che si sa, invece, è che la quota di Tesla in mano a Kimbal è stata molto redditizia: dall’Ipo del 2010 in poi, ha venduto azioni per quasi 230 milioni di dollari (al lordo delle tasse). In questa cifra è inclusa quella incassata con una vendita massiccia venerdì scorso, appena prima che il titolo perdesse il 12% in seguito al sondaggio su Twitter in cui Elon chiedeva se dovesse vendere il 10% della sua quota. Forbes stima che Kimbal avesse un patrimonio di 752 milioni prima del calo del titolo.

Kimbal sta usando inoltre una tattica collaudata degli ultraricchi per ottenere ancora più denaro: usare le sue stesse azioni come garanzia per prestiti. Lo dimostrano documenti della Sec, secondo i quali, a luglio, Kimbal aveva impegnato 599.740 azioni, ovvero la sua intera quota. Forbes ne ha tenuto conto per la valutazione della sua partecipazione nella società.

La presenza di Kimbal nel cda è stata accompagnata da accuse di nepotismo. Nel 2018, un gruppo di gestori di fondi pensione e di azionisti-attivisti ha provato (senza successo) a far cacciare Kimbal dal consiglio. A loro giudizio, i legami familiari gli impedivano di agire in modo indipendente. Il gruppo sottolineava anche come Kimbal “non avesse alcuna esperienza professionale nell’industria automobilistica” e “in Chipotle si fosse dimostrato inefficiente come dirigente di una società quotata”. Un’altra proposta, risalente a ottobre, è arrivata dai proxy advisor di Insistutional Shareholder Services (Iss), che hanno provato a estromettere dal cda Kimbal e James Murdoch per via di quelli che definivano “compensi eccessivi” in stock option.

“Il fatto che l’entità delle assegnazioni di opzioni sia così nettamente superiore a quelle dei dirigenti di società comparabili non trova alcuna spiegazione”, si legge in un rapporto sul tema di Iss. La stessa società ha rifiutato di fornire ulteriori chiarimenti sulla sua proposta.

In una dichiarazione, Kimbal non ha parlato direttamente del suo patrimonio. Ha inviato invece a Forbes una lunga lettera sulla filosofia dei suoi investimenti e sulla filantropia.

“Siamo ispirati dalla nuova generazione di giovani agricoltori, imprenditori e innovatori che contribuiscono a combattere il cambiamento climatico coltivando più cibo a chilometro zero nutriente, riducendo gli sprechi alimentari e creando carne basata sull’agricoltura rigenerativa, oppure sulle piante e le cellule”, ha dichiarato Kimbal.

Al di fuori di Tesla, Kimbal Musk è un ristoratore e un investitore del settore alimentare. Più o meno nello stesso periodo in cui è entrato nel consiglio di amministrazione di Tesla ha co-fondato The Kitchen Restaurant Group, che gestisce tre catene di ristoranti a chilometro zero in tutti gli Stati Uniti. Ha co-fondato la startup di agricoltura urbana Square Roots nel 2016 e ha investito, tra altre startup, nel servizio di abbonamento ai pasti Everytable e nella società di carne coltivata in laboratorio Upside Foods. Kimbal ha avviato anche Big Green, una no-profit che costruisce orti nelle scuole e punta a formare gli studenti su nutrizione, salute e alfabetizzazione alimentare.

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