Un singolo metaverso non c’è ancora. Ma ciò non ha fermato le aziende dall’investire milioni di dollari per acquistare il terreno virtuale su cui edificare palazzi virtuali. Oppure creare esperienze digitali nei mondi condivisi connessi che oggi già si vantano di essere sulla strada del metaverso.
I mondi come quelli di The Sandbox o Decentraland sono divisi in porzioni di terra, disponibili in numero limitato. Possono essere acquistate da chiunque: si parla di un terreno digitale, senza alcun asset fisico legato a esso. La proprietà di quel terreno viene certificata attraverso la tecnologia della blockchain.
I terreni virtuali valgono già milioni di dollari
Negli ultimi tempi, le transazioni si sono fatte sempre più ambiziose. La sussidiaria di Tokens.com, Metaverse Group, ha acquisito 4,8 metri quadrati nel distretto della moda di Decentraland per 618mila Mana, la moneta virtuale usata in Decentraland: l’equivalente di 1,8 milioni di euro.
Tale pezzo di terra virtuale verrà usato per ospitare spettacoli di moda oppure creare negozi virtuali dentro a cui gli utenti, impersonando il proprio alter ego digitale, entreranno per acquistare abbigliamento digitale con i Mana (la criptovaluta al momento ha una capitalizzazione di mercato di 5,4 miliardi di euro). Secondo Sam Hamilton, responsabile dei contenuti per la Decentraland Foundation, “la moda è la prossima grande area di crescita nel metaverso”.
Difficile dargli torto. Sono tante le società che stanno usando i videogiochi online per mostrare il proprio abbigliamento e ingaggiare gli utenti in modi nuovi. Ralph Lauren, Vans e Nike hanno sviluppato esperienze interattive in Roblox, giocato da decine di milioni di persone ogni giorno. Gucci ha mostrato i capi di abbigliamento genderless in The Sims 4 di Electronic Arts. H&M ha realizzato un’isola in Animal Crossing di Nintendo.
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Acquisto record da 3,8 milioni di euro
La transazione più ricca fatta in un’esperienza online non è però quello di Metaverse Group. Republic Realm ha pagato l’equivalente di 3,8 milioni di euro un appezzamento di terreno virtuale in The Sandbox. Si tratta di società immobiliari che di solito vendono terreni reali, ma ora hanno intravisto un’opportunità commerciale anche nelle esperienze online.
In Axie Infinity di Sky Mavis, gioco che ha fatto nascere una modalità di fruizione chiamata “giocare per guadagnare” (play to earn), sono stati spesi 550 Ether (l’equivalente di 2,03 milioni di euro al momento dell’acquisto) per un pezzo di terra. Axie Infinity è giocato da due milioni di persone al giorno.
Come accade nel mondo reale, una volta acquistato un terreno virtuale il nuovo proprietario può fare due cose: aspettare che aumenti di valore per rivenderlo al miglior offerente, oppure usarlo per creare delle esperienze o dei negozi e quindi avere un flusso regolare di introiti. Secondo l’elaborazione di DappRadar, nell’ultima settimana di novembre sono stati spesi oltre 100 milioni di dollari nella terra dei mondi connessi condivisi che mirano a essere l’unico metaverso che ci sarà in futuro.
L’idea del metaverso, infatti, è che sia unico e neutrale. Mentre al momento ci sono varie esperienze online, fra cui anche Fortnite di Epic Games, che stanno perseguendo questa strada, attirando l’interesse di partner eterogenei, dagli artisti musicali fino ai brand che vogliono fare pubblicità inserendo i propri personaggi o prodotti rendendoli interattivi.
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Il candidato a essere l’unico metaverso
Una delle parole chiave del metaverso è: decentralizzato. Il metaverso (se mai arriverà davvero) non dovrà essere di nessuno in particolare. Esattamente come Internet non ha un proprietario e, proprio per questo, ha permesso la nascita delle grandi piattaforme digitali.
Facebook ha cambiato nome in Meta per esprimere l’inseguimento del metaverso, ma fatica a togliersi di dosso l’idea che intenda promuovere un metaverso che sia un “Facebook 2.0”. Le tante crisi del social network, legate sia al suo approccio alla disinformazione sia al trattamento dei dati degli utenti, restano un macigno su qualsiasi iniziativa della società e potrebbero minare anche il suo progetto del metaverso.
Per tale motivo, gli esperti vedono in mondi online come Decentraland, basato sulla blockchain Ethereum, il vero volto di un papabile metaverso: qualcosa di interconnesso, decentralizzato e virtuale by design.
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