Piazza Affari ipo 2023, migliori e peggiori titoli
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Da UniCredit a Ferrari: i titoli più promettenti di Piazza Affari per il 2022 secondo gli esperti

Dopo anni di corsa ininterrotta per quasi tutti i listini azionari, arriva il momento delle riflessioni. L’azionario resta ancora in cima alle preferenze degli analisti, più per mancanza di alternative che per reale convinzione. I bond rendono ancora meno dell’inflazione, nonostante il recente ampliamento degli spread, e sulle materie prime è difficile fare previsioni. Ma di sicuro ci sono singoli titoli che conservano un potenziale inespresso.

“Guardando all’orientamento delle banche centrali, quello da poco iniziato si presenta come un anno di politiche monetarie restrittive, tra i tre aumenti attesi negli Stati Uniti e la riduzione degli stimoli nell’Eurozona, per cui è meglio restare alla larga dai titoli più sensibili ai tassi”, annota Carlo De Luca, responsabile asset management di Gamma Capital Markets. Che invita a diffidare anche delle società che maggiormente faticano a “scaricare l’inflazione sul cliente finale”.

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Focus sulle blue chip

Con l’arrivo di Andrea Orcel al timone, nei mesi scorsi molto si è parlato di UniCredit come possibile acquirente di Mps, ma alla fine non se n’è fatto nulla. Sta di fatto che il nuovo piano presentato dal banker italiano ha ricevuto una generale approvazione dal mercato. Per De Luca, UniCredit è dunque uno dei titoli più promettenti.

“Come gli altri finanziari, UniCredit vedrà i margini migliorare con l’aumento dei tassi. Il titolo è sottovalutato e ha un margine operativo lordo più alto rispetto ai suoi competitor”, sottolinea l’esperto. Il quale vede buone prospettive anche per Eni, “titolo value (categoria che indica quelli orientati a una crescita per gradi, ndr), che stacca un ottimo dividendo. È sottovalutato, con un p/e (rapporto tra prezzo e utile atteso, ndr) di 8 e un Ebitda/sales (rapporto tra margine operativo lordo e vendite, ndr) del 25%”.

De Luca sottolinea che la società del cane a sei zampe può beneficiare dei prezzi di gas e petrolio. E, inoltre, “può essere un player importante nella transizione energetica, essendo l’idrogeno l’unica energia pulita stoccabile e trasportabile”. 

Rombo dei motori a Piazza Affari

Al di fuori del Ftse Mib, l’esperto di Gamma Capital Markets segnala Ferrari, “titolo del lusso per eccellenza”, guidato ora da Benedetto Vigna. Pur scambiando su multipli elevati rispetto ai competitor, potrebbe essere premiato per aver superato nella classifica Brand Finance Global 500 2019 e 2020 marchi Disney, Amazon e Coca-Cola. “Ferrari ha un margine operativo lordo e un cash flow nettamente migliore dei suoi competitor. E i nuovi modelli a edizione limitata previsti per l’anno prossimo sono già stati venduti prima di essere prodotti”.

L’esperto conclude segnalando Davide Campari, “altro titolo growth (categoria che identifica le società quotate ad alto tasso di crescita, ndr), che si avvantaggia della crescita globale, soprattutto in Asia. Anche questo titolo è un po’ caro, ma la crescita del settore e la bravura del management ne fanno un titolo da tenere in portafoglio”.

Spazio agli industriali

UniCredit piace anche ad Andrea Scauri, gestore Italia e Europa di Lemanik, che lo indica tra i titoli a maggiore potenziale tra gli industriali. “In un’ottica di mercato che ci attendiamo caratterizzata da una più elevata volatilità e da maggiori rotazioni settoriali rispetto al 2021, vediamo maggiori opportunità di rivalutazioni su Atlantia, Danieli, Autogrill, Fila e Mondadori”. In particolare, la holding della famiglia Benetton piace alla luce di “un bilancio molto più pulito dopo la finalizzazione della cessione di Autostrade per l’Italia, che ha portato a uno sconto significativo Nav”.

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