di Mirko Crocoli
La costante evoluzione dello scacchiere geopolitico (e di conseguenza economico) in Europa ci mostra come, oltre Adriatico, l’interesse per i capitali esteri, principalmente della vicina Italia, sia il fulcro di un’azione di apertura allo sviluppo che è stata già avviata da alcuni anni. L’accoglienza, il lusso, l’espansione urbanistica e l’attenzione verso la cultura si dimostrano i quattro cardini di un cambiamento atto a rimodulare lo scenario dell’intera area balcanica, dove l’Albania sta interpretando il ruolo di protagonista.
Tra le città trainanti c’è sicuramente la capitale Tirana, testimone di una rapida apertura finanziaria ai capitali internazionali – l’Italia è il suo principale obiettivo. Una trasformazione ‘estetica’ rapida, corroborata da un boom edilizio senza precedenti, con il sorgere di edifici e distretti finanziari che hanno cambiato il volto del suo skyline, incastonato in un mix di architettura ottomana, austro-ungarica e italiana.
Tirana capitale mediterranea della cultura e del dialogo
Nel 2025 sarà una delle due capitali mediterranee della cultura e del dialogo insieme ad Alessandria d’Egitto. Un significativo riconoscimento, conferito dai 43 Paesi membri dell’Unione per il Mediterraneo (UpM), che arriva dopo un attenta valutazione su fronti quali la promozione del dialogo interculturale e i valori della tolleranza e del rispetto. “In un momento di divisioni politiche e gravi conflitti, il progetto è la prova del potere della cultura nel costruire ponti e promuovere il dialogo, così necessario”, ha commentato Nasser Kamel, segretario generale dell’UpM.
Durante l’anno, Tirana e Alessandria ospiteranno una serie di eventi culturali ed educativi, rafforzando la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo e celebrando la loro identità condivisa. Vibrante centro culturale, oggi Tirana offre ai suoi partner internazionali variegate formule di investimento e una luxury hospitality che si attesta al primo posto nella costiera balcanica.
La Tirana del sindaco Erion Veliaj: sostenibilità, turismo e cultura
Un crocevia non solo di storia, cultura e modernità, ma anche di rilancio e sviluppo per i nuovi milionari internazionali. Sotto la guida del primo cittadino Erion Veliaj, la città ha vissuto una trasformazione profonda che l’ha portato ad emergere come modello urbano pioniere anche nella sostenibiltà, con una crescente rilevanza sia a livello nazionale che internazionale. La leadership di Veliaj, iniziata nel 2015, è caratterizzata da una visione audace e innovativa, volta a migliorare la qualità della vita dei cittadini, promuovere lo sviluppo economico e trasformare Tirana in un centro culturale e turistico di primo livello, grazie anche al suo precedente impegno in prima linea con diverse organizzazioni umanitarie in Kosovo, America Latina e Africa. Esperienza che lo ha ulteriormente sensibilizzato in materia di problematiche sociali e politiche.
Tra i progetti più ambiziosi da segnalare c’è senza dubbio la Foresta Orbitale e la nuova Piramide che sovrasta la Capitale. La prima è un’iniziativa che prevede la piantumazione di due milioni di alberi intorno alla città entro il 2030, una cintura verde atta a migliore la qualità dell’aria, fornire nuovi spazi ricreativi e contribuire alla biodiversità urbana. Ma anche la ristrutturazione della Piazza Skanderbeg, trasformata in un’area pedonale circondata da spazi rigogliosi e fontane, oggi punto di riferimento e luogo di aggregazione sociale per la comunità, nonché fulcro di eventi culturali e manifestazioni pubbliche.
2025? Una grande opportunità per l’Albania
La sfida del 2025 è per Tirana una grande opportunità, poggiata su solide fondamenta di rinascita e desiderio di posizionarsi in un crocevia estremamente strategico tra Ankara e vecchio continente. Può essere meglio compresa se confrontata con lo sviluppo urbano di altre capitali limitrofe, che hanno anch’esse intrapreso progetti di riqualificazione e miglioramento delle infrastrutture, ma sempre mettendo al primo posto l’impegno verso la sostenibilità ambientale, la promozione di politiche inclusive, oltre chiaramente allo sviluppo economico.
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