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Così Italdesign tenta il ritorno alla normalità dopo il coronavirus

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Italdesign ha ufficialmente riaperto i battenti, o meglio due dei tre centri italiani chiusi nella giornata di lunedì 24 febbraio in via precauzionale a causa del coronavirus. Comunicata dallo stesso ceo di Italdesign Jörg Astalosch, la notizia riguarda due dei tre centri dell’azienda: quello di via Achille Grandi (TO) e di via Vittime di Vajont a Moncalieri (TO). 

In questo modo, dalla giornata di oggi sono tornati a lavoro 850 dipendenti di Italdesign che lavorano negli uffici e nel magazzino di Moncalieri: la sede principale del gruppo piemontese che fa parte del gruppo Volkswagen e si occupa di design automobilistico.

Chiuso lo stabilimento Italdesign di Nichelino (dove si è verificato un caso di coronavirus)

Se da una parte Italdesign ha deciso di riaprire gli stabilimenti di via Achille Grandi e di via Vittime di Vajont a Moncalieri, dall’altra – come ha affermato lo stesso Jörg Astalosch – ha preferito non riaprire lo stabilimento di Nichelino (sempre nel torinese) dove un dipendente è stato trovato positivo al test del coronavirus. 

I circa 80 dipendenti che vi lavorano, di conseguenza, continueranno, come nei giorni scorsi, a lavorare da casa in smart working. Metodo, come riferito dal ceo di Italdesign, che ha permesso a Italdesign da una parte di non interrompere l’attività in questi giorni e dall’altra di preparare tutta l’azienda al rientro alla normalità.

Per esempio, afferma Jörg Astalosch, “siamo riusciti a lavorare con le autorità sanitarie e con i colleghi del gruppo Volkswagen. La prossima settimana ci attende il Salone dell’Auto di Ginevra”.

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