Cultura

Coronavirus: le “earthship” sono le nuove arche di Noè

Credit: Federica Miglio
di Federica Miglio e Alessandro Turci

L’idea è rivoluzionaria, poco ma sicuro. Però ha compiuto anche quarant’anni. E ci dimostra come spesso una civiltà per capire un concetto (proprio come s’impara ad andare in bici solo cadendo) deve prima sbatterci il muso. Michael Reynolds ha creato, non sulla carta ma nella realtà, le Earthship: letteralmente “navi di terra”. Abitazioni dotate di ogni comfort che, analogamente alle navi in alto mare, sono totalmente autosufficienti e svincolate dalle infrastrutture (acqua, luce, gas, supermercati). Sono inoltre a impatto zero in termini di inquinamento ambientale. Il coronavirus è anche frutto di una globalizzazione basata sull’eccessiva interdipendenza dei mercati, e ora porterà a un decoupling forzato. Se la cinghia di trasmissione cinese viene meno, anche l’economica occidentale si troverà destabilizzata. E allora? Allora l’ “Arca di Noè” dal 2020 probabilmente si chiamerà “Earthship”. Nell’altopiano del New Mexico, Mike Reynolds, e chi l’ha seguito in quest’avventura che di hippy ha solo l’aspetto esteriore, ha costruito le Earthship attorno a sei principi base super pragmatici: sono abitazioni auto-riscaldate e auto-raffreddate senza bisogno d’impianti; sono alimentate elettricamente solo da energie rinnovabili; sono autonome nell’approvvigionamento idrico con acqua piovana (filtrata e riciclata quattro volte per ogni tipo di utilizzo); sono svincolate dell’impianto fognario; sono costruite con materiali naturali e con un 40% di materiali di riciclo; e infine sono in grado di produrre cibo grazie a serre e sistemi di aquaponic.

    Credit: Federica Miglio
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Romanzesca ed esemplare è la biografia di Reynolds. Radiato per 17 anni, dal ‘90 al 2007, dall’albo degli architetti americani per il suo approccio bio-radicale, è stato riammesso dopo una clamorosa vittoria in tribunale che gli è valsa l’attribuzione di una terra – sull’altopiano di Taos appunto – dove ha potuto trasformare la sua visione in realtà. L’argomento principe, al quale i giudici hanno dovuto arrendersi, suona logico e cristallino: se nel New Mexico la legge ha concesso terreni alla sperimentazione di bombe atomiche, per quale motivo dovrebbe proibire una sperimentazione green totalmente a impatto zero? Esistono diverse tipologie di Earthship: dalle più basilari – chiamate Simple Survival – alle più sofisticate. Le prime sono state adottate dal gruppo di lavoro di Earthship Biotecture in tutte quelle aree del pianeta (da Haiti alle Filippine, passando per Africa e Caraibi) dove i disastri climatici, come tifoni e uragani, ha portato morte e distruzione. La più esclusiva si chiama invece Phoenix – non a caso – e sorge a Taos. E’ l’esempio concreto di una casa dove un gruppo di quattro persone può vivere e sostenersi senza aiuti dall’esterno a tempo indeterminato. In Europa le Earthship hanno mosso i primi passi, cercando di sconfiggere il loro nemico giurato a qualsiasi latitudine: la burocrazia.

La giungla normativa è naturalmente meno assurda in paesi come Germania, Olanda e Francia (dove l’autocostruzione è permessa entro i cento metri quadri calpestabili, in Italia ancora no) dove è stato possibile portare a termine i primi progetti. Sono anche belle le Earthship, come un canto di libertà. Viste da lontano, di notte, sono come tante lucciole che vivono di vita propria, totalmente innocue al pianeta. All’interno si possono personalizzare secondo il proprio gusto, sempre avendo a cuore la sostenibilità. Una filosofia che tutela gli spazi personali, riducendo al minimo le esigenze di uno stile di vita occidentale dove il superfluo è diventato virale, e riportandoci quindi a una dimensione più umana. Ma c’è un ultimo fattore che rende la filosofia delle Earthship unica nel suo genere. A Taos hanno capito che non serve, in campo ambientale, un allarmismo catastrofista senza soluzioni. Occorre al contrario essere energici e proattivi. Quest’avanguardia dall’altopiano del New Mexico ci regala, quindi, un insegnamento old school: non parlate a vuoto, rimboccatevi le maniche!

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